Religioni
Don Antonio Palladino un seminatore di misericordia
di Angelo Disanto
Cerignola - giovedì 10 novembre 2016
10.07
Il sacerdote Antonio Palladino, dichiarato venerabile dalla Congregazione per le Cause dei Santi il 26 ottobre 2010, primogenito di 13 figli, nacque a Cerignola il 10 novembre 1881 da Giuseppe e da Lucia Marinelli, famiglia borghese locale. Fu battezzato il 24 novembre dallo zio don Michele Palladino nella chiesa dell'Addolorata. Iniziò i suoi studi nel Seminario vescovile di Ascoli Satriano dal 1892, sotto la guida spirituale e l'affetto di Mons. Domenico Cocchia (1897-1900), Vescovo delle diocesi unite di Ascoli Satriano e Cerignola.
Conseguì la laurea in Teologia e Filosofia presso l'Università Pontificia dell'Apollinare di Roma il 4 luglio 1903. Fu ordinato sacerdote il 6 gennaio 1905 nella cattedrale di Ascoli Satriano dal Vescovo Angelo Struffolini (1901-1914); per tale occasione donò ai poveri il denaro che avrebbe dovuto spendere per i festeggiamenti.
Egli mise in atto la dottrina sociale della Chiesa contenuta nella Rerum novarum, enciclica di S. Santità Leone XIII del 15 maggio 1891, sulla questione operaia.
Fin da giovane sacerdote fu chiamato il don Bosco di Cerignola, perché non era distante dai fedeli, ma incarnava una figura di pastore impegnato attivamente nel sociale, legato al territorio oltre che profondamente uomo di preghiera.
L'8 dicembre 1907 istituì a Cerignola il Ricreatorio Festivo "Don Bosco", un centro educativo per l'elevazione dei giovani. Amante della verità, sposò il servizio alla sua gente, sempre col sorriso sulle labbra, devolvendo ai malati poveri le offerte che riceveva, comprando medicine e vestiti ai suoi fanciulli e il pranzo ai poveri, rispondendo così ai bisogni della popolazione. In un clima di conflitto con l'anticlericalismo sia socialista sia liberale, lottò coraggiosamente con l'arma della preghiera e con l'attiva partecipazione ai problemi della sua gente.
Il 10 aprile 1909 fu nominato primo parroco della nuova parrocchia "San Domenico", istituita dal Vescovo Angelo Struffolini per vivificare una zona dalla scarsa pratica religiosa.
Affascinato dalla spiritualità eucaristica di San Domenico di Guzmán, don Antonio improntò ad essa il suo apostolato, tanto che molte delle trentadue associazioni da lui fondate erano dirette da terziarie domenicane.
L'ideale domenicano, che sentiva dentro di sé come una fiamma che lo divorava, lo portò a prendere i voti il 27 agosto 1917 a Bari, entrando nel Terz'Ordine Domenicano col nome di Fra Raimondo Maria. Il 25 novembre 1917 istituì e diresse nella sua parrocchia il Terz'Ordine Domenicano, al quale aderirono molti cerignolani.
Durante il Convegno dei Cattolici di Capitanata svoltosi a Foggia il 9 e il 10 aprile 1918, presieduto da don Luigi Sturzo, don Antonio tenne un coinvolgente discorso nel quale auspicava il sorgere di leghe cattoliche contadine.
Il 4 agosto del 1921 fondò "La Fiaccola", bollettino mensile della parrocchia San Domenico, consapevole della grande efficacia comunicativa della stampa.
Di grande importanza sociale fu l'istituzione della Pia Opera del Buon Consiglio, per dare una sana educazione sociale e religiosa ai tanti orfanelli. Per tale opera don Antonio fece costruire appositamente i locali e la chiesa nel rione Cittadella. Fu il Vescovo Giovanni Sodo (1915-1930) a benedire la prima pietra dell'Opera il 14 settembre 1921. Nella chiesa fu collocato un olio su tela del 1825, opera di Gennaro Mea, raffigurante la Madonna del Buon Consiglio, regalata da una famiglia di Torre del Greco (Napoli).
Il 1922 istituisce la Cassa Rurale San Domenico per sopperire ai bisogni dei contadini della Parrocchia.
Per l'impegno sociale e religioso profuso dal Palladino a livello cittadino, dietro richiesta del Vescovo Sodo il papa Pio XI gli conferì il 29 aprile 1922 l'onorificenza di Cameriere Segreto Soprannumerario. Il 24 agosto 1923 il Vescovo lo nominò Canonico del Capitolo Cattedrale di Cerignola, pur lasciandolo come parroco fino al 28 febbraio 1926.
Don Palladino irradiava carità da ogni suo gesto, servendo gli ultimi come padre dei poveri, uscendo fuori dalla sacrestia anche al di là dei confini parrocchiali, non fermandosi al solo culto, per avvicinare le anime a Cristo. Egli operò in nuovi quartieri popolosi e degradati, denominati la Cittadella, Senza Cristo e Pozzocarrozza, nati dai flussi migratori di braccianti e operai, istillando nei fedeli soprattutto giovani il profumo della preghiera e del vangelo.
Oltre che per le opere di carità, fu l'ideatore e ispiratore della Congregazione del Suore Domenicane del Santissimo Sacramento, fondata dopo la sua morte, il 19 ottobre 1927, dalla sua figlia spirituale Suor Maria Tarcisia, al secolo Ripalta Vasciaveo (1896-1941). Questa Congregazione custodisce dal 9 aprile 1948 i resti mortali del Palladino, traslati dalla tomba del Capitolo Cattedrale del locale cimitero alla chiesa della Pia Opera del Buon Consiglio per volontà del Vescovo Donato Pafundi (1946-1957), spinto a ciò dalla fama sanctitatis della quale don Antonio godeva.
Dalle fotografie il suo volto sorridente parla ancora di misericordia e racconta la sua vita di trascinatore delle anime, che invitava a rivolgersi per aiuto e protezione alla Madonna del Buon Consiglio.
Don Antonio, con la sua vita e le sue opere, riuscì a portare a Dio tanti lontani dalla fede. Egli morì il 15 maggio 1926, assistito dal Vescovo Sodo e da altri sacerdoti.
Per sua espressa volontà, fu seppellito con l'abito domenicano, stringendo nella mano destra il crocifisso e nella sinistra la corona del rosario. Don Antonio è certamente un modello per i curatori di anime del suo e del nostro tempo.
Angelo Disanto
storico e antropologo
Fig. - Il Venerabile Antonio Palladino. Fotocartolina, prima del 1926. Archivio Angelo Disanto