Territorio
DL rilancio: Coldiretti Puglia, bene esenzione prima rata imu su agriturismi
Ora stretta su TARI per ripartenza incerta per 876 strutture chiuse per oltre 2 mesi
Puglia - mercoledì 20 maggio 2020
12.25 Comunicato Stampa
Bene l'esenzione della prima rata dell'imposta municipale IMU per gli agriturismi che hanno subito, in conseguenza della crisi epidemiologica e delle misure di contenimento, con un azzeramento della domanda e delle presenze nelle 876 strutture pugliesi con un danno che ha superato i 150 milioni di euro. E' il commento di Coldiretti Puglia al provvedimento contenuto nel Decreto Rilancio, una prima boccata d'ossigeno dopo il lungo pressing di Coldiretti e Terranostra sul Governo e l'attività di sensibilizzazione verso i Comuni della Puglia.
"Serve ora una stretta sulla Tari, per le aziende agricole e soprattutto per gli agriturismi che sono stati chiusi per effetto del lungo lockdown causato dall'emergenza Coronavirus affinché i Comuni azzerino il pagamento della tassa dovuta o la applichino in misura fortemente ridotta per l'anno 2020, per l'evidente diminuzione della relativa produzione di rifiuti. L'attuale situazione di incertezza in ordine alla ripresa delle attività e del turismo non consente agli agriturismi di riprogrammare gli impegni e far fronte agli obblighi di natura tributaria, rischiando di comprometterne la tenuta economico-finanziaria. L'agricoltura è storicamente il settore a maggiore resilienza, ma occorre dare una mano per affrontare la tempesta, attraverso interventi pubblici che consentano alle imprese di ripartire", afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
L'emergenza CoViD19 ha causato, in un breve lasso di tempo, gravissimi danni all'economia del Paese – aggiungono Coldiretti Puglia e Terranostra Puglia – con le misure restrittive adottate per contrastare il diffondersi dell'epidemia che hanno determinato una forte contrazione delle attività multifunzionali delle imprese agricole le quali, nonostante tutto, non hanno interrotto le attività principali di coltivazione e di allevamento e continuano a garantire la produzione di cibo, pur in presenza di una forte concorrenza di prodotti esteri di bassa qualità sui banchi dei supermercati.
"E' necessario che i Comuni tengano in dovuto conto la situazione di incertezza e di una ripartenza molta fredda – aggiunge Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia - per le imprese (utenze non domestiche) che sono state costrette a sospendere l'attività per oltre 2 mesi a causa della situazione emergenziale. Da quando è cominciata la pandemia in Puglia il 57% delle aziende agricole ha registrato una diminuzione dell'attività con un impatto che varia da settore a settore con picchi anche del 100% come per l'agriturismo dove sono chiuse per le misure anti contagio tutte le 876 strutture agrituristiche".
L'attività agrituristica è tra le più colpite dall'emergenza Covid–19, è stata la prima a risentire del blocco delle attività – denuncia Terranostra Puglia - e risultata azzerata già da due mesi con un conto salato pari a 300 milioni di euro a carico del sistema turistico pugliese con lo stop agli spostamenti causati dall'emergenza sanitaria.
"Dopo mesi di fermo forzato, si riaffacciano i turisti di fuori regione con sporadiche prenotazioni a giugno e gli stranieri ad agosto, ma siamo lontanissimi dalle opportunità di ricettività nelle aree rurali che siamo in grado di soddisfare. Gli agriturismi, spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all'aperto, sono forse – afferma il Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia - i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. I nostri agriturismi in questo momento di grande incertezza hanno bisogno di essere sostenuti e alleggeriti da costi e tributi che non sono nella condizione di onorare".
Con l'arrivo della bella stagione sostenere il turismo in campagna significa anche evitare il pericoloso rischio di affollamenti al mare e anche per questo le strutture agrituristiche – concludono Coldiretti Puglia e Terranostra Puglia - devono poter ripartire all'inizio di maggio riaprendo i cancelli della masserie, i percorsi naturalistici e gli spazi a tavola dove assaggiare le specialità della tradizione contadina dell'enogastronomia Made in Puglia.
"Serve ora una stretta sulla Tari, per le aziende agricole e soprattutto per gli agriturismi che sono stati chiusi per effetto del lungo lockdown causato dall'emergenza Coronavirus affinché i Comuni azzerino il pagamento della tassa dovuta o la applichino in misura fortemente ridotta per l'anno 2020, per l'evidente diminuzione della relativa produzione di rifiuti. L'attuale situazione di incertezza in ordine alla ripresa delle attività e del turismo non consente agli agriturismi di riprogrammare gli impegni e far fronte agli obblighi di natura tributaria, rischiando di comprometterne la tenuta economico-finanziaria. L'agricoltura è storicamente il settore a maggiore resilienza, ma occorre dare una mano per affrontare la tempesta, attraverso interventi pubblici che consentano alle imprese di ripartire", afferma il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia.
L'emergenza CoViD19 ha causato, in un breve lasso di tempo, gravissimi danni all'economia del Paese – aggiungono Coldiretti Puglia e Terranostra Puglia – con le misure restrittive adottate per contrastare il diffondersi dell'epidemia che hanno determinato una forte contrazione delle attività multifunzionali delle imprese agricole le quali, nonostante tutto, non hanno interrotto le attività principali di coltivazione e di allevamento e continuano a garantire la produzione di cibo, pur in presenza di una forte concorrenza di prodotti esteri di bassa qualità sui banchi dei supermercati.
"E' necessario che i Comuni tengano in dovuto conto la situazione di incertezza e di una ripartenza molta fredda – aggiunge Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia - per le imprese (utenze non domestiche) che sono state costrette a sospendere l'attività per oltre 2 mesi a causa della situazione emergenziale. Da quando è cominciata la pandemia in Puglia il 57% delle aziende agricole ha registrato una diminuzione dell'attività con un impatto che varia da settore a settore con picchi anche del 100% come per l'agriturismo dove sono chiuse per le misure anti contagio tutte le 876 strutture agrituristiche".
L'attività agrituristica è tra le più colpite dall'emergenza Covid–19, è stata la prima a risentire del blocco delle attività – denuncia Terranostra Puglia - e risultata azzerata già da due mesi con un conto salato pari a 300 milioni di euro a carico del sistema turistico pugliese con lo stop agli spostamenti causati dall'emergenza sanitaria.
"Dopo mesi di fermo forzato, si riaffacciano i turisti di fuori regione con sporadiche prenotazioni a giugno e gli stranieri ad agosto, ma siamo lontanissimi dalle opportunità di ricettività nelle aree rurali che siamo in grado di soddisfare. Gli agriturismi, spesso situati in zone isolate della campagna in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola e con ampi spazi all'aperto, sono forse – afferma il Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia - i luoghi dove è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza per difendersi dal contagio fuori dalle mura domestiche. I nostri agriturismi in questo momento di grande incertezza hanno bisogno di essere sostenuti e alleggeriti da costi e tributi che non sono nella condizione di onorare".
Con l'arrivo della bella stagione sostenere il turismo in campagna significa anche evitare il pericoloso rischio di affollamenti al mare e anche per questo le strutture agrituristiche – concludono Coldiretti Puglia e Terranostra Puglia - devono poter ripartire all'inizio di maggio riaprendo i cancelli della masserie, i percorsi naturalistici e gli spazi a tavola dove assaggiare le specialità della tradizione contadina dell'enogastronomia Made in Puglia.