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Direttiva Bolkestein, Confesercenti: «Perché non siamo scesi in piazza»
Rodelli (Presidente Anva): «Se potesse essere cancellata saremmo i primi a felicitarcene, ma la realtà non va mistificata»
Foggia - giovedì 29 settembre 2016
Comunicato Stampa
In riferimento alla manifestazione svoltasi oggi a Roma, in piazza della Repubblica ed alle dichiarazioni di alcuni esponenti politici, interviene Luigi Rodelli presidente Provinciale di ANVA Confesercenti – la più rappresentativa associazione della categoria . «La Direttiva Bolkestein non è una manna calata dal cielo che allieta noi imprenditori del commercio su aree pubbliche – commenta - ma non è neanche quella mannaia, come qualcuno vuol fare credere, pronta a decapitare le nostre teste e creare cataclismi all'intero comparto. Noi, come associazione, abbiamo fatto di tutto affinché la direttiva non fosse applicata al commercio su aree pubbliche. I Governi e la Regione Puglia l'hanno "dovuta recepire" e noi abbiamo lavorato, obtorto collo, affinché nessuna delle imprese del settore ne potesse subire un danno».
L'Intesa Stato, Regioni, Comuni, siglata nel 2012, va esattamente in questa direzione. Tutti i Comuni, predisporranno bandi per l'assegnazione delle concessioni in scadenza, nel rispetto dell'Intesa raggiunta anche dalla nostra Associazione. Intesa, che basta leggerla, per verificare che tutelerà i diritti acquisiti dagli imprenditori in regola attualmente in attività. «Non è vero – riprende Rodelli - che le concessioni saranno messe all'asta, così come è assolutamente falso che le società di capitali ne potranno fare man bassa. Il nostro è un settore che a causa della incertezza normativa è ingessato da anni, non si fanno investimenti, i mercati si sono dequalificati, le imprese hanno perduto valore. Nel comparto, insieme alle tantissime imprese regolari, ne operano molte abusive. Questi sono i veri problemi. L'attuazione della direttiva porterà ad un gravoso impegno burocratico per Comuni e imprese ma tutelerà tutte le imprese "regolari" e, certamente, garantirà le imprese regolari esistenti. Noi non demonizziamo chi manifesta e cerchiamo di comprenderne le ragioni, ma non possiamo accettare che si dicano cose non vere e ci si lasci strumentalizzare da alcuni partiti che fanno della lotta contro la Bolkestein una speculazione politica. Se la Bolkestein potesse essere cancellata, saremmo i primi a felicitarcene, ma non possiamo accettare che si mistifichi la realtà tentando di lasciare il tutto costantemente "indefinito" tutelando di fatto solo gli abusivi".