Territorio
Degrado e produttività del suolo
Un resoconto della conferenza sulla tematica del suolo che si è tenuta a Cerignola lo scorso 18 Dicembre
Cerignola - sabato 19 dicembre 2015
17.25
Fertilità dei suoli a rischio: solo l'11% a disposizione dell'agricoltura mondiale.
Il 18 dicembre scorso, presso l' Istituto agrario di Cerignola, si è tenuta una conferenza sulla tematica del suolo con i periti agrari di Foggia, con l' associazione Fareambiente di Foggia e provincia, e con la partecipazione delle varie classi dell' istituto agrario. La discussione è stata interessante, poichè ha riportato alla luce le problematiche legate al suolo e alla sua produttività.
Se da un lato il terreno fertile diminuisce, d'altra parte l'agricoltura, che usa già il 70% dell'acqua dolce disponibile, dovrebbe essere capace di incrementare del 50% la produzione globale senza usare più acqua e tagliando drasticamente l'utilizzo dei concimi. L'area di suolo fertile messo a disposizione della produttività agricola mondiale è pari all'1% soltanto, e questa percentuale fra l'altro si sta rapidamente riducendo. Ogni anno, infatti, l'agricoltura mondiale perde 10 milioni di ettari di terreno, a causa dell'erosione e dell'avanzata del deserto e del mare. Altri 20 milioni di ettari vengono abbandonati perché la qualità del terreno è troppo degradata per coltivarlo, in larga misura per colpa delle tecniche agricole intensive.
La perdita di fertilità del suolo porta alla riduzione della produttività: un calo del 50% della materia organica porta a un taglio del 25% dei raccolti". E' quanto hanno sottolineato a Roma l'AISSA, ISPRA, Commissione Europea (JRC), Slow Food e Fareambiente. "La fertilità del suolo è direttamente collegata alla sua produttività, ossia alla capacità di essere idoneo per la coltivazione e per la produzione di alimenti, di foraggio, di fibre, di biomassa e di energia rinnovabile".
La promozione della gestione sostenibile dei suoli è essenziale per un sistema alimentare produttivo, per dei mezzi di sussistenza migliori e per un ambiente sano.
"Per gestire i suoli in un'ottica di sostenibilità, le opzioni sono diverse. La diversificazione delle colture, praticata nella maggioranza delle aziende agricole familiari del pianeta, è una di queste; le rotazioni agronomiche mantengono inalterato il valore dei suoli in quanto prevedono riposo e fertilizzazione organica. Non è un caso che la pratica del maggese con diverse opzioni agronomiche sia stato il sistema più utilizzato in Europa in tutta l'epoca storica permettendo, tramite innovazioni via via applicate da agronomi lungimiranti, una produttività tale da essere la premessa alla rivoluzione industriale". Un altro aspetto da evidenziare è quello della qualità dei suoli: per mantenere elevati i livelli di produttività, i suoli devono essere sani.
I suoli sani non solo costituiscono la base per la produzione di cibo, combustibili, fibre e prodotti medici, ma sono anche essenziali per gli ecosistemi, visto che ricoprono un ruolo fondamentale nel ciclo del carbonio, immagazzinano e filtrano l'acqua e aiutano a fronteggiare inondazioni e siccità". Si stima infatti che il 95% del cibo è direttamente o indirettamente prodotto grazie ai terreni. Ne consegue che la qualità del suolo è anche direttamente collegata alla qualità e alla quantità di cibo che viene prodotta. La produttività dei suoli è inoltre garantita dalla presenza della materia organica la cui decomposizione influenza le proprietà fisiche, chimiche del terreno ed il suo stato di salute generale.
Il 18 dicembre scorso, presso l' Istituto agrario di Cerignola, si è tenuta una conferenza sulla tematica del suolo con i periti agrari di Foggia, con l' associazione Fareambiente di Foggia e provincia, e con la partecipazione delle varie classi dell' istituto agrario. La discussione è stata interessante, poichè ha riportato alla luce le problematiche legate al suolo e alla sua produttività.
Se da un lato il terreno fertile diminuisce, d'altra parte l'agricoltura, che usa già il 70% dell'acqua dolce disponibile, dovrebbe essere capace di incrementare del 50% la produzione globale senza usare più acqua e tagliando drasticamente l'utilizzo dei concimi. L'area di suolo fertile messo a disposizione della produttività agricola mondiale è pari all'1% soltanto, e questa percentuale fra l'altro si sta rapidamente riducendo. Ogni anno, infatti, l'agricoltura mondiale perde 10 milioni di ettari di terreno, a causa dell'erosione e dell'avanzata del deserto e del mare. Altri 20 milioni di ettari vengono abbandonati perché la qualità del terreno è troppo degradata per coltivarlo, in larga misura per colpa delle tecniche agricole intensive.
La perdita di fertilità del suolo porta alla riduzione della produttività: un calo del 50% della materia organica porta a un taglio del 25% dei raccolti". E' quanto hanno sottolineato a Roma l'AISSA, ISPRA, Commissione Europea (JRC), Slow Food e Fareambiente. "La fertilità del suolo è direttamente collegata alla sua produttività, ossia alla capacità di essere idoneo per la coltivazione e per la produzione di alimenti, di foraggio, di fibre, di biomassa e di energia rinnovabile".
La promozione della gestione sostenibile dei suoli è essenziale per un sistema alimentare produttivo, per dei mezzi di sussistenza migliori e per un ambiente sano.
"Per gestire i suoli in un'ottica di sostenibilità, le opzioni sono diverse. La diversificazione delle colture, praticata nella maggioranza delle aziende agricole familiari del pianeta, è una di queste; le rotazioni agronomiche mantengono inalterato il valore dei suoli in quanto prevedono riposo e fertilizzazione organica. Non è un caso che la pratica del maggese con diverse opzioni agronomiche sia stato il sistema più utilizzato in Europa in tutta l'epoca storica permettendo, tramite innovazioni via via applicate da agronomi lungimiranti, una produttività tale da essere la premessa alla rivoluzione industriale". Un altro aspetto da evidenziare è quello della qualità dei suoli: per mantenere elevati i livelli di produttività, i suoli devono essere sani.
I suoli sani non solo costituiscono la base per la produzione di cibo, combustibili, fibre e prodotti medici, ma sono anche essenziali per gli ecosistemi, visto che ricoprono un ruolo fondamentale nel ciclo del carbonio, immagazzinano e filtrano l'acqua e aiutano a fronteggiare inondazioni e siccità". Si stima infatti che il 95% del cibo è direttamente o indirettamente prodotto grazie ai terreni. Ne consegue che la qualità del suolo è anche direttamente collegata alla qualità e alla quantità di cibo che viene prodotta. La produttività dei suoli è inoltre garantita dalla presenza della materia organica la cui decomposizione influenza le proprietà fisiche, chimiche del terreno ed il suo stato di salute generale.