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Crollo Ponte Morandi: il messaggio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Foggia.

La presidente Maria Rosaria De Santis: “necessario pensare ad un piano di manutenzione sulla base di un’anagrafe del costruito”.

Il 30 settembre in tutte le piazze d'Italia si svolgerà la manifestazione "Diamoci una scossa!", per diffondere la cultura della prevenzione e della sicurezza.
La tragedia di Genova, con il crollo del Ponte Morandi avvenuto il 14 agosto scorso, impone grandi interrogativi.
L'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Foggia esprime il proprio punto di vista riguardo all'accaduto attraverso le parole della presidente Maria Rosaria De Santis.

«Tutti in questi giorni si sono chiesti se era evitabile, se riducendo il traffico che circolava sul Ponte si sarebbe evitata la tragedia, se la società concessionaria delle Autostrade abbia ottemperato ai doveri imposti dalla concessione, quali fossero gli obblighi imposti dalla stessa in termini di manutenzione e monitoraggio dei 6.000 km di rete autostradale con 1608 ponti e viadotti. Ho letto anche di chi si è avventurato in disquisizioni 'tecniche' circa la bontà del progetto del Ponte», afferma la presidente dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Foggia che continua: «il parlare per parlare, fisiologico in certe circostanzein cui la rabbia per la perdita di vite umane, ognuna con una propria storia interrotta dal destino – non aiuta. Essere gli uni contro gli altri, cercare il capro espiatorio, come se così si potesse ridare vita a queste persone, è fuorviante rispetto alle problematiche molto più ampie poste dal crollo».
Indagare e accertare le responsabilità è compito della Magistratura, il Governo ha istituito una commissione di inchiesta ad hoc, composta da tecnici competenti, che lavorerà in tal senso.
«Il funesto evento deve far riflettere e aprire la prospettiva dello sguardo verso la necessità di intervenire sulle infrastrutture e sul patrimonio pubblico a partire dalla opere strategiche. È necessario pensare ad un piano di manutenzione sulla base di un'anagrafe del costruito, un piano che individui le priorità e che pianifichi gli interventi», sostiene la De Santis.

In Italia si è abituati a tagliare i nastri e ad abbandonare le opere. Ma attività attente e programmate permetterebbero di risparmiare risorse ed evitare tragedie.
«Mentre ancora non si era attenuata la rabbia per la caduta del Ponte Morandi, nei giorni scorsi ci sono state diverse scosse di terremoto in Italia – anche non molto lontano dalla nostra provincia, nel vicino Molise – che subito hanno evocato il ricordo degli ultimi sismi con i loro bilanci di morti e distruzione.
Il costruito in Italia è per la maggior parte vetusto e risalente a epoche in cui le conoscenze e, di conseguenza, le tecniche di costruzione non erano quelle attuali; le sollecitazioni con le quali venivano progettati gli edifici e il normale decadimento dei materiali utilizzati porta alla conclusione che anche le nostre abitazioni devono essere manutenute»
, dichiara la De Santis.

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri, insieme alla Fondazione Inarcassa e al Consiglio Nazionale degli Architetti, ritiene di dover sensibilizzare tutti sull'argomento ed è per questo che il 30 settembre 2018, in tutte le piazze italiane, si svolgerà la prima giornata nazionale della prevenzione sismica. La manifestazione intitolata "Diamoci una scossa!" mira a diffondere la cultura della prevenzione e della sicurezza.
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