Coronavirus, il Sindaco di Bari abbandona la conferenza col Governo
Decaro, Sindaco di Bari e Presidente dell’Anci: «Non possiamo aspettare oltre, servono risorse per garantire servizi ai cittadini. Subito 5 miliardi per i Comuni»
Puglia - giovedì 9 aprile 2020
9.48
Antonio Decaro, Sindaco di Bari e Presidente dell'Anci, esce sbattendo la porta. Durante la videoconferenza con il Governo tenutasi ieri pomeriggio, dopo aver chiesto all'esecutivo interventi immediati per le amministrazioni locali, il sindaco di Bari punta i piedi e abbandona insieme all'Unione della province.
«La capacità fiscale dei Comuni è drasticamente ridotta - ha detto Decaro - Non per volontà di noi amministratori, né per volontà di cittadini e imprese che versano i tributi. È ridotta, se non in alcuni casi azzerata, per la situazione che si è creata con il blocco delle attività economiche a seguito dell'emergenza sanitaria. L'effetto di questo stato di fatto è che non abbiamo entrate ora e non ne vediamo il recupero neppure in prospettiva. Il governo deve prendere consapevolezza di questa situazione e deve far fronte già nel prossimo decreto alla richiesta di 5 miliardi che gli enti locali hanno avanzato da tempo. Non possiamo aspettare oltre: si tratta di garantire ai cittadini italiani i servizi che i Comuni erogano, a cominciare dal trasporto pubblico e dalla raccolta dei rifiuti».
Queste le parole del sindaco dei sindaci, in attesa delle decisioni del tavolo tecnico-politico sull'emergenza Coronavirus. «I sindaci hanno dimostrato senso di responsabilità e senso delle istituzioni che rappresentano, fin dall'inizio di questa emergenza – continua Decaro - L'abbiamo fatto ben consapevoli che questo è quel che i cittadini si aspettano da noi: leale collaborazione con tutte le istituzioni della Repubblica. Tuttavia anche la nostra buona volontà si ferma davanti all'inagibilità finanziaria dei Comuni che ci impedisce di approvare i bilanci e di continuare a lavorare per le nostre comunità. Abbiamo fin qui fronteggiato il problema senza risorse aggiuntive attraverso gli accordi con Mef, Cdp e Abi sulle rate dei mutui, per garantirci liquidità, e un'anticipazione di trasferimenti da parte del governo per 4,3 miliardi. Ma non possiamo andare avanti così. Ne va della possibilità per i Comuni di sopravvivere. Senza risorse nuove e immediate, saremo costretti a interrompere i servizi».
«La capacità fiscale dei Comuni è drasticamente ridotta - ha detto Decaro - Non per volontà di noi amministratori, né per volontà di cittadini e imprese che versano i tributi. È ridotta, se non in alcuni casi azzerata, per la situazione che si è creata con il blocco delle attività economiche a seguito dell'emergenza sanitaria. L'effetto di questo stato di fatto è che non abbiamo entrate ora e non ne vediamo il recupero neppure in prospettiva. Il governo deve prendere consapevolezza di questa situazione e deve far fronte già nel prossimo decreto alla richiesta di 5 miliardi che gli enti locali hanno avanzato da tempo. Non possiamo aspettare oltre: si tratta di garantire ai cittadini italiani i servizi che i Comuni erogano, a cominciare dal trasporto pubblico e dalla raccolta dei rifiuti».
Queste le parole del sindaco dei sindaci, in attesa delle decisioni del tavolo tecnico-politico sull'emergenza Coronavirus. «I sindaci hanno dimostrato senso di responsabilità e senso delle istituzioni che rappresentano, fin dall'inizio di questa emergenza – continua Decaro - L'abbiamo fatto ben consapevoli che questo è quel che i cittadini si aspettano da noi: leale collaborazione con tutte le istituzioni della Repubblica. Tuttavia anche la nostra buona volontà si ferma davanti all'inagibilità finanziaria dei Comuni che ci impedisce di approvare i bilanci e di continuare a lavorare per le nostre comunità. Abbiamo fin qui fronteggiato il problema senza risorse aggiuntive attraverso gli accordi con Mef, Cdp e Abi sulle rate dei mutui, per garantirci liquidità, e un'anticipazione di trasferimenti da parte del governo per 4,3 miliardi. Ma non possiamo andare avanti così. Ne va della possibilità per i Comuni di sopravvivere. Senza risorse nuove e immediate, saremo costretti a interrompere i servizi».