Territorio
Continua lo sciopero della fame, in serata un malore
Lo sciopero della fame dei lavoratori del verde cittadino continua. Scioperante cardiopatico avverte un malore. Forti le dichiarazioni degli scioperanti
Cerignola - mercoledì 13 novembre 2019
20.43
Continua ad oltranza lo sciopero della fame da parte dei lavoratori della Cooperativa "Il Giglio". Uno sciopero organizzato autonomamente per rivendicare il proprio posto di lavoro, quello perso per una serie di circostanze verificatesi con il commissariamento del Comune di Cerignola dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Consiglio Comunale, quello perso per la non concessione, da parte dei Commissari Prefettizi, di una proroga del servizio fino ad espletamento di gara d'appalto, quel lavoro che permette ad alcune famiglie di vivere, ad altre di sopravvivere, che garantisce dignità, sicurezza, stabilità.
Informano i lavoratori che nella tarda mattinata il Prefetto dott. Umberto Postiglione, recandosi a Palazzo di Città, fermandosi a parlare con loro, ha assicurato che entro la giornata di domani sarà pubblicato il bando di gara che non prevede tempi lunghi per l'espletazione, ha invitato i lavoratori a terminare lo sciopero della fame. Ma loro non si arrendono, spiegano a CerignolaViva:
«Fino a quando non vediamo il bando pubblicato non andremo via di qui e continueremo a fare lo sciopero della fame, fino a quando non ci sarà garantito il nostro diritto non molliamo. Se dobbiamo morire di fame lo faremo qui perché si sta facendo violenza nei nostri confronti».
Quella dei lavoratori della Cooperativa "Il Giglio" è una protesta forte ma civile, serena ma piena di rabbia, una rabbia che manifestano non alimentandosi, che esprimono stando male.
Un manifestante cardiopatico, in serata, ha avuto un malore, immediato l'intervento dei sanitari del 118. Ma non si arrendono, sono decisi, vanno avanti e non vogliono assolutamente essere politicamente strumentalizzati.
"La nostra non è una battaglia politica – dichiarano – noi volgiamo semplicemente che sia garantito il nostro diritto al lavoro, vogliamo semplicemente essere rispettati in quanto cittadini, in quanto lavoratori, in quanto padri di famiglia. La Politica, se ritiene opportuno, si confrontasse con i Commissari Prefettizi non con noi, chiedesse spiegazione e facesse proposte concrete, svolgesse il proprio ruolo. Non vogliamo essere strumentalizzati e per questo non vogliamo parlare con chi svolge un ruolo politico. Non abbiamo bisogno di spiegare le nostre ragioni, loro le conoscono benissimo, non abbiamo bisogno di spiegare cose che sanno alla perfezione. Si prodigassero a trovare le soluzioni sapendo che 36 famiglie sono in mezzo alla strada, che la Villa Comunale è chiusa, che la manutenzione non si fa da un mese, che gli alberi iniziano ad avere problemi, che gli anziani non sanno dove intrattenersi, che i bambini non possono usufruire di giochi nuovi, che il verde cittadino è completamente abbandonato, che i parchi non sono mantenuti. Il nostro lavoro lo abbiamo fatto sempre alla perfezione perché noi siamo lavoratori. Qualcuno ha dimenticato gli anni addietro, ha dimenticato le condizioni della villa, del verde cittadino, dei parchi».
Un fiume in piena i lavoratori, un dolore che esprimono con genuina chiarezza.
«Il Commissario Prefettizio Postiglione ci ha detto questa mattina che non vede mafia a Cerignola, noi lo sappiamo meglio di lui. Dal momento in cui non siamo mafiosi, criminali, poco di buono ma semplici cittadini rivendichiamo con il massimo della civiltà, con il rispetto delle parti, i nostri diritti».
Informano i lavoratori che nella tarda mattinata il Prefetto dott. Umberto Postiglione, recandosi a Palazzo di Città, fermandosi a parlare con loro, ha assicurato che entro la giornata di domani sarà pubblicato il bando di gara che non prevede tempi lunghi per l'espletazione, ha invitato i lavoratori a terminare lo sciopero della fame. Ma loro non si arrendono, spiegano a CerignolaViva:
«Fino a quando non vediamo il bando pubblicato non andremo via di qui e continueremo a fare lo sciopero della fame, fino a quando non ci sarà garantito il nostro diritto non molliamo. Se dobbiamo morire di fame lo faremo qui perché si sta facendo violenza nei nostri confronti».
Quella dei lavoratori della Cooperativa "Il Giglio" è una protesta forte ma civile, serena ma piena di rabbia, una rabbia che manifestano non alimentandosi, che esprimono stando male.
Un manifestante cardiopatico, in serata, ha avuto un malore, immediato l'intervento dei sanitari del 118. Ma non si arrendono, sono decisi, vanno avanti e non vogliono assolutamente essere politicamente strumentalizzati.
"La nostra non è una battaglia politica – dichiarano – noi volgiamo semplicemente che sia garantito il nostro diritto al lavoro, vogliamo semplicemente essere rispettati in quanto cittadini, in quanto lavoratori, in quanto padri di famiglia. La Politica, se ritiene opportuno, si confrontasse con i Commissari Prefettizi non con noi, chiedesse spiegazione e facesse proposte concrete, svolgesse il proprio ruolo. Non vogliamo essere strumentalizzati e per questo non vogliamo parlare con chi svolge un ruolo politico. Non abbiamo bisogno di spiegare le nostre ragioni, loro le conoscono benissimo, non abbiamo bisogno di spiegare cose che sanno alla perfezione. Si prodigassero a trovare le soluzioni sapendo che 36 famiglie sono in mezzo alla strada, che la Villa Comunale è chiusa, che la manutenzione non si fa da un mese, che gli alberi iniziano ad avere problemi, che gli anziani non sanno dove intrattenersi, che i bambini non possono usufruire di giochi nuovi, che il verde cittadino è completamente abbandonato, che i parchi non sono mantenuti. Il nostro lavoro lo abbiamo fatto sempre alla perfezione perché noi siamo lavoratori. Qualcuno ha dimenticato gli anni addietro, ha dimenticato le condizioni della villa, del verde cittadino, dei parchi».
Un fiume in piena i lavoratori, un dolore che esprimono con genuina chiarezza.
«Il Commissario Prefettizio Postiglione ci ha detto questa mattina che non vede mafia a Cerignola, noi lo sappiamo meglio di lui. Dal momento in cui non siamo mafiosi, criminali, poco di buono ma semplici cittadini rivendichiamo con il massimo della civiltà, con il rispetto delle parti, i nostri diritti».