Attualità
Coldiretti Puglia, senza zone gialle crack da 500 milioni per i ristoranti
Una situazione insostenibile – sottolinea la Coldiretti regionale - dopo il lockdown di Pasqua che rappresenta un momento importante per ristoranti
Cerignola - lunedì 29 marzo 2021
10.22 Comunicato Stampa
Senza zone gialle fino al 30 aprile restano chiusi per il servizio al tavolo o al bancone i 22mila bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi presenti in Puglia con un crack da 500 milioni di euro per l'intero mese. E' quanto emerge dall'analisi della Coldiretti Puglia, sulla possibilità di una Puglia rossa o arancione per tutto il prossimo mese emersa al termine della cabina di regia Covid sul nuovo decreto.
Una situazione insostenibile – sottolinea la Coldiretti regionale - dopo il lockdown di Pasqua che rappresenta un momento importante per ristoranti e per i 900 agriturismi presenti in Puglia particolarmente apprezzati dalle famiglie nei weekend di primavera. Ristorazione ed alberghi sono i settori più colpiti dalla pandemia Covid che ha tagliato i consumi del 40,2% nel corso del 2020 con un effetto a valanga che - sottolinea la Coldiretti – ha travolto interi settori dell'agroalimentare Made in Italy con vino e cibi invenduti.
"La spesa alimentare è tornata indietro di dieci anni su valori del 2010 nonostante che in termini percentuali si sia verificato un aumento rispetto alle altre spese. I consumi alimentari dei pugliesi fanno segnare un calo del 10% nel 2020 per effetto del crollo del canale della ristorazione che non viene compensato dal leggero aumento della spesa domestica, mentre si sono ingenerate le speculazioni sui prezzi dei beni di prima necessità, che vanno fermate per difendere la capacità degli pugliesi di rifornire le dispense di casa con cibo e bevande e garantire un giusto compenso agli agricoltori", dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione e l'agriturismo – precisa la Coldiretti regionale – rappresentano addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Le limitazioni alle attività di impresa – conclude la Coldiretti Puglia - devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l'economia e l'occupazione in un settore chiave del Made in Italy.
In complesso – sottolinea Coldiretti Puglia - quasi 15000 ristoranti, bar, mense, 6.500 pizzerie e gli agriturismi operanti in Puglia sviluppano un fatturato annuale di oltre 5 miliardi di euro che ora è praticamente azzerato, con i pesanti effetti che si trasferiscono direttamente – conclude Coldiretti Puglia - lungo tutta la filiera a causa del taglio delle forniture di alimenti e bevande colpendo le aziende agricole ed alimentari per le quali è necessario prevedere adeguati ristori.
Si calcola che 300 milioni di chili di carne bovina, 250 milioni di chili di pesce e frutti di mare e circa 200 milioni di bottiglie di vino – precisa la Coldiretti – non siano mai arrivati nel 2020 sulle tavole dei locali con decine di migliaia di agricoltori, allevatori, pescatori, viticoltori e casari che soffrono insieme ai ristoratori. Anche alla luce dell'avanzare della campagna di vaccinazione – conclude la Coldiretti regionale – è importante quindi iniziare a pensare alle riaperture in sicurezza dei locali della ristorazione dove sono state adottate importanti misure, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso.
Una situazione insostenibile – sottolinea la Coldiretti regionale - dopo il lockdown di Pasqua che rappresenta un momento importante per ristoranti e per i 900 agriturismi presenti in Puglia particolarmente apprezzati dalle famiglie nei weekend di primavera. Ristorazione ed alberghi sono i settori più colpiti dalla pandemia Covid che ha tagliato i consumi del 40,2% nel corso del 2020 con un effetto a valanga che - sottolinea la Coldiretti – ha travolto interi settori dell'agroalimentare Made in Italy con vino e cibi invenduti.
"La spesa alimentare è tornata indietro di dieci anni su valori del 2010 nonostante che in termini percentuali si sia verificato un aumento rispetto alle altre spese. I consumi alimentari dei pugliesi fanno segnare un calo del 10% nel 2020 per effetto del crollo del canale della ristorazione che non viene compensato dal leggero aumento della spesa domestica, mentre si sono ingenerate le speculazioni sui prezzi dei beni di prima necessità, che vanno fermate per difendere la capacità degli pugliesi di rifornire le dispense di casa con cibo e bevande e garantire un giusto compenso agli agricoltori", dice Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.
In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione e l'agriturismo – precisa la Coldiretti regionale – rappresentano addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. Le limitazioni alle attività di impresa – conclude la Coldiretti Puglia - devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l'economia e l'occupazione in un settore chiave del Made in Italy.
In complesso – sottolinea Coldiretti Puglia - quasi 15000 ristoranti, bar, mense, 6.500 pizzerie e gli agriturismi operanti in Puglia sviluppano un fatturato annuale di oltre 5 miliardi di euro che ora è praticamente azzerato, con i pesanti effetti che si trasferiscono direttamente – conclude Coldiretti Puglia - lungo tutta la filiera a causa del taglio delle forniture di alimenti e bevande colpendo le aziende agricole ed alimentari per le quali è necessario prevedere adeguati ristori.
Si calcola che 300 milioni di chili di carne bovina, 250 milioni di chili di pesce e frutti di mare e circa 200 milioni di bottiglie di vino – precisa la Coldiretti – non siano mai arrivati nel 2020 sulle tavole dei locali con decine di migliaia di agricoltori, allevatori, pescatori, viticoltori e casari che soffrono insieme ai ristoratori. Anche alla luce dell'avanzare della campagna di vaccinazione – conclude la Coldiretti regionale – è importante quindi iniziare a pensare alle riaperture in sicurezza dei locali della ristorazione dove sono state adottate importanti misure, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso.