Vita di città
Cippo Miliare 81: è uno dei monumenti simbolo di Cerignola
E’ in corso un intervento di restauro e manutenzione della pietra miliare
Cerignola - mercoledì 30 novembre 2022
Cerignola vanta numerosi monumenti che attestano le origini e la storia della nostra terra a vocazione agricola. Tra questi, un cenno merita sicuramente il Cippo Miliare 81, attualmente collocato ad angolo tra Corso Gramsci e Via Osteria Ducale.
Questa pietra miliare, che un tempo si trovava nel punto dove passava la Via Traiana che congiungeva Benevento a Brindisi, è un antico reperto romano il cui appellativo (secondo la tradizione popolare) è "Il Titolo di Moccia". Il nome si riferisce all'omonimo Palazzo Moccia, l'edificio nei pressi del quale venne collocata successivamente.
Ripercorrendo la storia della pietra miliare a partire dal suo rinvenimento, è facile supporre che si trattasse di uno dei tanti cippi in pietra calcarea in cui si era soliti riportare la distanza degli itinerari situati sulla medesima Via (quella Traiana, appunto). Secondo i documenti storici rinvenuti, la pietra miliare fu ritrovata, specificamente, nel tratto Ordona-Canosa. Negli itinerari dell'epoca, inoltre, erano riportate le distanze tra le singole località, per cui si è potuto dedurre che il cippo miliare LXXXI si trovasse a circa 3 miglia a nord di Canosa, in direzione Cerignola.
C'è però un'altra ipotesi, che è stata "sposata" in toto dalla tradizione popolare, e cioè che la pietra miliare fu ritrovata nei pressi della Chiesa dei Padri Domenicani, sul Piano San Rocco (o Piano delle Fosse). Infatti la strada che conduce verso Piano San Rocco prende il nome di Via Consolare.
L'epigrafe e la sua traduzione
«LXXXI Imp(erator). Caesar divi Nervae f(ilius) Nerva Traianus Aug(ustus). Germ(anicus). Dacic(us). pont(ifex). max(imus). tr(ibunicia). pot(estate). XIII imp(erator). VI co(n)S(ul). V p(ater). p(atriae). viam a Benevento Brundisium pecun(ia). sua fecit.» L'iscrizione latina presente sulla pietra miliare reca questa dicitura: «81 miglia (da Benevento). L'imperatore Cesare, figlio del divino Nerva, Nerva Traiano, Augusto Germanico Dacico, pontefice massimo, 13 volte investito del potere tribunizio, 6 volte acclamato imperatore, 5 volte console, padre della patria, col suo denaro costruì la via da Benevento a Brindisi». Il testo dell'iscrizione si riferisce a Marco Ulpio Traiano, figlio adottivo dell'imperatore Nerva, chiamato appunto con l'appellativo di "filius".
Il restauro della pietra miliare
Nell'ambito dell'intervento di "Rigenerazione Urbana di Via Osteria Ducale, Corso Gramsci e Piazza Di Vittorio" il Comune di Cerignola ha richiesto di sottoporre a restauro la pietra miliare, in quanto area sottoposta a tutela ai sensi dell'art. 10 comma 4 del D.L.gs. 42/2004.
Del restauro e ripristino del cippo miliare si sta occupando il restauratore cerignolano Francesco Daddario. "Prima di oggi la pietra è stata sicuramente oggetto di altri interventi, in virtù dei diversi spostamenti e poi di ripristini non documentati. Infatti ho trovato le epigrafi romane incise, ricalcate con vernice nera piuttosto recente. Inoltre sembra che in passato sia stata verniciata con smalti di cui ho trovato ancora traccia", ha dichiarato Daddario, attualmente impegnato nel restauro di quello che, a tutti gli effetti, rappresenta uno dei monumenti storici della città ofantina, e come tale da preservare e custodire.
Questa pietra miliare, che un tempo si trovava nel punto dove passava la Via Traiana che congiungeva Benevento a Brindisi, è un antico reperto romano il cui appellativo (secondo la tradizione popolare) è "Il Titolo di Moccia". Il nome si riferisce all'omonimo Palazzo Moccia, l'edificio nei pressi del quale venne collocata successivamente.
Ripercorrendo la storia della pietra miliare a partire dal suo rinvenimento, è facile supporre che si trattasse di uno dei tanti cippi in pietra calcarea in cui si era soliti riportare la distanza degli itinerari situati sulla medesima Via (quella Traiana, appunto). Secondo i documenti storici rinvenuti, la pietra miliare fu ritrovata, specificamente, nel tratto Ordona-Canosa. Negli itinerari dell'epoca, inoltre, erano riportate le distanze tra le singole località, per cui si è potuto dedurre che il cippo miliare LXXXI si trovasse a circa 3 miglia a nord di Canosa, in direzione Cerignola.
C'è però un'altra ipotesi, che è stata "sposata" in toto dalla tradizione popolare, e cioè che la pietra miliare fu ritrovata nei pressi della Chiesa dei Padri Domenicani, sul Piano San Rocco (o Piano delle Fosse). Infatti la strada che conduce verso Piano San Rocco prende il nome di Via Consolare.
L'epigrafe e la sua traduzione
«LXXXI Imp(erator). Caesar divi Nervae f(ilius) Nerva Traianus Aug(ustus). Germ(anicus). Dacic(us). pont(ifex). max(imus). tr(ibunicia). pot(estate). XIII imp(erator). VI co(n)S(ul). V p(ater). p(atriae). viam a Benevento Brundisium pecun(ia). sua fecit.» L'iscrizione latina presente sulla pietra miliare reca questa dicitura: «81 miglia (da Benevento). L'imperatore Cesare, figlio del divino Nerva, Nerva Traiano, Augusto Germanico Dacico, pontefice massimo, 13 volte investito del potere tribunizio, 6 volte acclamato imperatore, 5 volte console, padre della patria, col suo denaro costruì la via da Benevento a Brindisi». Il testo dell'iscrizione si riferisce a Marco Ulpio Traiano, figlio adottivo dell'imperatore Nerva, chiamato appunto con l'appellativo di "filius".
Il restauro della pietra miliare
Nell'ambito dell'intervento di "Rigenerazione Urbana di Via Osteria Ducale, Corso Gramsci e Piazza Di Vittorio" il Comune di Cerignola ha richiesto di sottoporre a restauro la pietra miliare, in quanto area sottoposta a tutela ai sensi dell'art. 10 comma 4 del D.L.gs. 42/2004.
Del restauro e ripristino del cippo miliare si sta occupando il restauratore cerignolano Francesco Daddario. "Prima di oggi la pietra è stata sicuramente oggetto di altri interventi, in virtù dei diversi spostamenti e poi di ripristini non documentati. Infatti ho trovato le epigrafi romane incise, ricalcate con vernice nera piuttosto recente. Inoltre sembra che in passato sia stata verniciata con smalti di cui ho trovato ancora traccia", ha dichiarato Daddario, attualmente impegnato nel restauro di quello che, a tutti gli effetti, rappresenta uno dei monumenti storici della città ofantina, e come tale da preservare e custodire.