Territorio
CIA Puglia chiede lo stato di emergenza a causa della eccezionale siccità
Gli effetti della tropicalizzazione dei campi sono drammatici, siccià e alluvioni improvvise compromettono i raccolti
Cerignola - giovedì 24 giugno 2021
18.10
La Cia agricoltori italiani della Puglia chiede il riconoscimento dello stato di calamità. «Il clima torrido e la persistente siccità stanno provocando gravissimi danni all'agricoltura pugliese, che vanno ad aggiungersi a quelli causati dalle gelate di aprile». Il settore rischia di subire un colpo pesantissimo dal quale sarà davvero difficile rialzarsi. Addirittura, alcuni agricoltori stanno decidendo di non trebbiare, a causa della scarsa raccolta di prodotto che non consentirebbe di recuperarne i costi.
«La situazione è allarmante – commenta Raffaele Carrabba, presidente Cia Puglia – perché la mancanza di acqua sta provocando un forte abbattimento del reddito delle imprese agricole e un'elevata perdita di economia indotta. Si registra, infatti, una drastica diminuzione delle giornate lavorative, ma anche una decisa contrazione della spesa a monte e a valle del settore primario.»
«Nelle nostre zone svantaggiate – aggiunge il presidente – gli agricoltori sono sempre andati avanti con determinazione ma ormai vedono compromesse le loro attività. Chiediamo alla Regione di fare quanto possibile, anche nei confronti del Governo nazionale e dell'Unione europea, per limitare i danni di una stagione avversa e per attivare tutti quegli strumenti, come il riconoscimento della calamità naturale, che possono almeno attenuare i suoi effetti».
Gli effetti della tropicalizzazione del clima sono drammatici e rischiano di azzerare gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l'aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione. La Puglia convive ormai con un vero e proprio paradosso idrico: da un lato è dilaniata da annosi fenomeni siccitosi, dall'altro è colpita da alluvioni e piogge torrenziali, con l'aggravante che l'acqua non viene riutilizzata a fini irrigui, a causa della carenza e mancanza di infrastrutture adeguate. D'altro canto, il clima impazzito, ormai una costante, determina la maturazione precoce dei prodotti agricoli.
«La situazione è allarmante – commenta Raffaele Carrabba, presidente Cia Puglia – perché la mancanza di acqua sta provocando un forte abbattimento del reddito delle imprese agricole e un'elevata perdita di economia indotta. Si registra, infatti, una drastica diminuzione delle giornate lavorative, ma anche una decisa contrazione della spesa a monte e a valle del settore primario.»
«Nelle nostre zone svantaggiate – aggiunge il presidente – gli agricoltori sono sempre andati avanti con determinazione ma ormai vedono compromesse le loro attività. Chiediamo alla Regione di fare quanto possibile, anche nei confronti del Governo nazionale e dell'Unione europea, per limitare i danni di una stagione avversa e per attivare tutti quegli strumenti, come il riconoscimento della calamità naturale, che possono almeno attenuare i suoi effetti».
Gli effetti della tropicalizzazione del clima sono drammatici e rischiano di azzerare gli sforzi degli agricoltori che perdono produzione e al contempo subiscono l'aumento dei costi a causa delle necessarie risemine, ulteriori lavorazioni, acquisto di piantine e sementi e utilizzo aggiuntivo di macchinari e carburante. Gli imprenditori si trovano ad affrontare fenomeni controversi, dove in poche ore si alternano eccezionali ondate di maltempo a caldo fuori stagione. La Puglia convive ormai con un vero e proprio paradosso idrico: da un lato è dilaniata da annosi fenomeni siccitosi, dall'altro è colpita da alluvioni e piogge torrenziali, con l'aggravante che l'acqua non viene riutilizzata a fini irrigui, a causa della carenza e mancanza di infrastrutture adeguate. D'altro canto, il clima impazzito, ormai una costante, determina la maturazione precoce dei prodotti agricoli.