Attualità
Cia Puglia: “Bene le enoteche aperte anche dopo le 18, siamo stati ascoltati”
In Puglia 358 enoteche: a Bari 114, 72 a Lecce, 58 Taranto, 56 Foggia, 31 nella Bat e 27 a Brindisi
Puglia - venerdì 5 marzo 2021
9.01 Comunicato Stampa
Sono 358 le enoteche attive in Puglia che, da sabato 6 marzo 2021, potranno finalmente prolungare l'orario di apertura in base al nuovo Dpcm, che resterà in vigore sino al 6 aprile prossimo. È stato eliminato, infatti, il divieto di asporto dopo le ore 18.
Cia agricoltori italiani della Puglia esprime viva soddisfazione in quanto il Governo ha dato ascolto all'appello lanciato a tutela del settore vitivinicolo. Gli esercizi commerciali al dettaglio di bevande, da non consumarsi sul posto sono classificati con il codice Ateco 47.25. Da un recente studio condotto dall'Osservatorio economico di Davide Stasi, risulta che in Puglia ce ne sono 358 attivi, di cui 114 in provincia di Bari; 31 in quella di Barletta Andria Trani; 27 in quella di Brindisi; 56 in quella di Foggia; 72 in quella di Lecce e 58 in quella di Taranto. Da sabato 6 marzo, potranno rimanere aperti più a lungo, grazie alle pressanti richieste avanzate al premier Mario Draghi e al ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli. "È un'attesa boccata d'ossigeno per l'intera filiera", ha dichiarato il presidente del Movimento Turismo del vino Puglia Massimiliano Apollonio, alla guida tecnica dell'omonima azienda di Monteroni (Lecce). "L'auspicio – ha aggiunto – è che possano riaprire gradualmente tutte le altre attività, a partire dal canale HoReCa".
"Risultava incomprensibile il blocco delle vendite imposto alle enoteche come misura restrittiva per contrastare il nuovo coronavirus", ha spiegato Danilo Lolatte, direttore di CIA Agricoltori Italiani della Puglia. "Appariva una discriminazione del comparto rispetto a negozi alimentari e supermercati, non soggetti a chiusura anticipata".
Dar modo alle enoteche di riprendere la regolare attività, quindi, rimette in moto una macchina produttiva che impegna tante aziende vitivinicole italiane, già fortemente penalizzate per le limitazione sull'HoReCa. Per questo si torna a sostenere la necessità di fare un passo in avanti anche sul fronte della ristorazione, valutando la possibilità di apertura per bar e ristoranti anche a cena nelle regioni in zona gialla e per il pranzo in quelle in zona arancione.
Cia agricoltori italiani della Puglia esprime viva soddisfazione in quanto il Governo ha dato ascolto all'appello lanciato a tutela del settore vitivinicolo. Gli esercizi commerciali al dettaglio di bevande, da non consumarsi sul posto sono classificati con il codice Ateco 47.25. Da un recente studio condotto dall'Osservatorio economico di Davide Stasi, risulta che in Puglia ce ne sono 358 attivi, di cui 114 in provincia di Bari; 31 in quella di Barletta Andria Trani; 27 in quella di Brindisi; 56 in quella di Foggia; 72 in quella di Lecce e 58 in quella di Taranto. Da sabato 6 marzo, potranno rimanere aperti più a lungo, grazie alle pressanti richieste avanzate al premier Mario Draghi e al ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli. "È un'attesa boccata d'ossigeno per l'intera filiera", ha dichiarato il presidente del Movimento Turismo del vino Puglia Massimiliano Apollonio, alla guida tecnica dell'omonima azienda di Monteroni (Lecce). "L'auspicio – ha aggiunto – è che possano riaprire gradualmente tutte le altre attività, a partire dal canale HoReCa".
"Risultava incomprensibile il blocco delle vendite imposto alle enoteche come misura restrittiva per contrastare il nuovo coronavirus", ha spiegato Danilo Lolatte, direttore di CIA Agricoltori Italiani della Puglia. "Appariva una discriminazione del comparto rispetto a negozi alimentari e supermercati, non soggetti a chiusura anticipata".
Dar modo alle enoteche di riprendere la regolare attività, quindi, rimette in moto una macchina produttiva che impegna tante aziende vitivinicole italiane, già fortemente penalizzate per le limitazione sull'HoReCa. Per questo si torna a sostenere la necessità di fare un passo in avanti anche sul fronte della ristorazione, valutando la possibilità di apertura per bar e ristoranti anche a cena nelle regioni in zona gialla e per il pranzo in quelle in zona arancione.