Attualità
Certificazione verde COVID 19, le modifiche apportate dal Decreto Legge
La validità, inizialmente di sei mesi, è stata portata a nove mesi. La certificazione verde potrà essere rilasciata dopo la somministrazione della prima dose di vaccino
Puglia - mercoledì 19 maggio 2021
16.45
Nel nuovo Decreto legge sulle riaperture è stata introdotta una netta modifica alla certificazione verde COVID 19.
La validità della certificazione in oggetto, che era di sei mesi, è stata portata a nove mesi dalla data del completamento del ciclo vaccinale e, se inizialmente poteva essere rilasciata solo a coloro che avevano terminato il ciclo vaccinale, con la modifica potrà essere rilasciata contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino con una validità che parte dal quindicesimo giorno dalla data di somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale.
«Questa decisione si allinea a quelle che sono, ad oggi, le evidenze scientifiche sull'immunità, sia quella naturale sia quella che si ottiene con il vaccino – spiega Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici - Consente una migliore organizzazione, perché abbiamo più tempo per programmare i richiami nel personale sanitario, che, giustamente, ha avuto la priorità nella vaccinazione, senza mettere in crisi il Servizio Sanitario Nazionale. Nel frattempo, la scienza potrà accumulare maggiori dati per definire la durata della copertura».
La validità della certificazione in oggetto, che era di sei mesi, è stata portata a nove mesi dalla data del completamento del ciclo vaccinale e, se inizialmente poteva essere rilasciata solo a coloro che avevano terminato il ciclo vaccinale, con la modifica potrà essere rilasciata contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino con una validità che parte dal quindicesimo giorno dalla data di somministrazione fino alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale.
«Questa decisione si allinea a quelle che sono, ad oggi, le evidenze scientifiche sull'immunità, sia quella naturale sia quella che si ottiene con il vaccino – spiega Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici - Consente una migliore organizzazione, perché abbiamo più tempo per programmare i richiami nel personale sanitario, che, giustamente, ha avuto la priorità nella vaccinazione, senza mettere in crisi il Servizio Sanitario Nazionale. Nel frattempo, la scienza potrà accumulare maggiori dati per definire la durata della copertura».