Sanità
Cerignola, sanità negli istituti penitenziari della provincia di Foggia
La telemedicina penitenziaria e il Piano Locale per la prevenzione delle condotte suicidarie nella casa circondariale per adulti di Foggia
Cerignola - lunedì 28 novembre 2022
9.28 Comunicato Stampa
Il Commissario Straordinario della ASL Foggia Antonio Nigri e il Direttore del Distretto Socio Sanitario di Foggia Lorenzo Troiano hanno partecipato al tavolo tecnico sul tema della salute all'interno delle strutture detentive pugliesi, convocato dalla Presidente del Consiglio regionale della Puglia, Loredana Capone, d'intesa con l'assessore regionale alla Sanità, Rocco Palese, e il garante regionale dei diritti delle persone private della libertà, Piero Rossi.
Un tavolo allargato, che ha visto la presenza del Provveditore regionale della Puglia e della Basilicata, dei direttori generali delle ASL e degli istituti penitenziari, dei presidenti dei Tribunali di Sorveglianza pugliesi, dell'associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale "Antigone".
All'ordine del giorno le criticità dell'assistenza sanitaria all'interno degli istituti penitenziari pugliesi e, in particolare, la carenza di medici e psichiatri nel sistema penitenziario. La carenza di personale riguarda anche il territorio di Capitanata.
«Attualmente - ha illustrato Nigri – negli istituti penitenziari della provincia operano diverse professionalità quali i medici SIAS (Servizio Integrativo di assistenza sanitaria), due medici referenti sanitari, lo psichiatra responsabile della unità operativa di "Psichiatria penitenziaria e Autori di reato", gli specialisti ambulatoriali delle varie branche, medici specialisti dei dipartimenti di Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche».
In riferimento alla sollecitazione, da parte del tavolo, di una messa a regime della telemedicina negli istituti penitenziari, ASL Foggia avvierà, d'intesa con le direzioni dei tre istituti penitenziari, la sperimentale della "telemedicina penitenziaria" che mira a garantire ai detenuti l'esecuzione di esami strumentali cardiologici e pneumologici e visite di controllo, il tutto attraverso i sistemi di telemedicina.
Affrontato anche il tema dei suicidi registrati in particolare nell'istituto penitenziario di Foggia. A tal proposito, la ASL Foggia ha adottato la scorsa settimana il "Piano Locale per la prevenzione delle condotte suicidarie nella casa circondariale per adulti di Foggia", messo a punto dal Prof. Antonello Bellomo, del Policlinico Riuniti di Foggia, e licenziato dopo una puntuale interlocuzione con la direzione dello stesso penitenziario.
L'atto è stato arricchito dal contributo di un gruppo di lavoro multidisciplinare composto da: Lorenzo Troiano, Matteo Giordano, Savino Dimalta, Luigi Pio Esposto, Girolama De Gennaro, Domenico Trombetta, Carmela Fiore; Maria Silvestre.
Il Piano Locale risponde alla necessità di dare attuazione al Piano Regionale della Puglia per la prevenzione delle condotte suicidiarie nel sistema penitenziario per adulti, contemperando le linee guida nazionali e regionali con le risorse umane sanitarie/penitenziarie e organizzative disponibili.
Partendo dalla considerazione che la condizione di reclusione sia un'esperienza umana "limite" in cui diverse componenti, tra cui lo stress quotidiano della vita in carcere, possono portare la persona a superare la 'soglia di resistenza' e ad avere condotte autolesive o suicidarie, il piano definisce gli interventi organizzativi e sanitari, utili a prevenire atti estremi.
Predisposto per rispondere alle esigenze dell'istituto penitenziario di Foggia, sarà ora rimodulato sulle peculiarità degli altri due istituti presenti in provincia di Foggia, quelli di Lucera e San Severo, in collaborazione con la direttrice Patrizia Andrianello.
Un tavolo allargato, che ha visto la presenza del Provveditore regionale della Puglia e della Basilicata, dei direttori generali delle ASL e degli istituti penitenziari, dei presidenti dei Tribunali di Sorveglianza pugliesi, dell'associazione per i diritti e le garanzie nel sistema penale "Antigone".
All'ordine del giorno le criticità dell'assistenza sanitaria all'interno degli istituti penitenziari pugliesi e, in particolare, la carenza di medici e psichiatri nel sistema penitenziario. La carenza di personale riguarda anche il territorio di Capitanata.
«Attualmente - ha illustrato Nigri – negli istituti penitenziari della provincia operano diverse professionalità quali i medici SIAS (Servizio Integrativo di assistenza sanitaria), due medici referenti sanitari, lo psichiatra responsabile della unità operativa di "Psichiatria penitenziaria e Autori di reato", gli specialisti ambulatoriali delle varie branche, medici specialisti dei dipartimenti di Salute Mentale e delle Dipendenze Patologiche».
In riferimento alla sollecitazione, da parte del tavolo, di una messa a regime della telemedicina negli istituti penitenziari, ASL Foggia avvierà, d'intesa con le direzioni dei tre istituti penitenziari, la sperimentale della "telemedicina penitenziaria" che mira a garantire ai detenuti l'esecuzione di esami strumentali cardiologici e pneumologici e visite di controllo, il tutto attraverso i sistemi di telemedicina.
Affrontato anche il tema dei suicidi registrati in particolare nell'istituto penitenziario di Foggia. A tal proposito, la ASL Foggia ha adottato la scorsa settimana il "Piano Locale per la prevenzione delle condotte suicidarie nella casa circondariale per adulti di Foggia", messo a punto dal Prof. Antonello Bellomo, del Policlinico Riuniti di Foggia, e licenziato dopo una puntuale interlocuzione con la direzione dello stesso penitenziario.
L'atto è stato arricchito dal contributo di un gruppo di lavoro multidisciplinare composto da: Lorenzo Troiano, Matteo Giordano, Savino Dimalta, Luigi Pio Esposto, Girolama De Gennaro, Domenico Trombetta, Carmela Fiore; Maria Silvestre.
Il Piano Locale risponde alla necessità di dare attuazione al Piano Regionale della Puglia per la prevenzione delle condotte suicidiarie nel sistema penitenziario per adulti, contemperando le linee guida nazionali e regionali con le risorse umane sanitarie/penitenziarie e organizzative disponibili.
Partendo dalla considerazione che la condizione di reclusione sia un'esperienza umana "limite" in cui diverse componenti, tra cui lo stress quotidiano della vita in carcere, possono portare la persona a superare la 'soglia di resistenza' e ad avere condotte autolesive o suicidarie, il piano definisce gli interventi organizzativi e sanitari, utili a prevenire atti estremi.
Predisposto per rispondere alle esigenze dell'istituto penitenziario di Foggia, sarà ora rimodulato sulle peculiarità degli altri due istituti presenti in provincia di Foggia, quelli di Lucera e San Severo, in collaborazione con la direttrice Patrizia Andrianello.