
Vita di città
Cerignola, previsti vigili urbani al Pronto Soccorso: intanto la situazione è drammatica
Il racconto di un cittadino riaccende i riflettori sulla sicurezza pubblica al Tatarella
Cerignola - venerdì 17 giugno 2022
8.55
Chi ha la sfortuna di recarsi, per un qualsiasi motivo, presso il Pronto Soccorso dell'ospedale "Tatarella" non deve soltanto preoccuparsi delle sue condizioni di salute o di quelle dei suoi cari, ma anche dell'arroganza gratuita e della sopraffazione degli altri "ospiti" del servizio.
Episodi come quelli che stiamo per riportarvi sono all'ordine del giorno, e molti finiscono nell'oblio a causa della rassegnazione di chi li subisce.
Il Sindaco Bonito ha promesso di dotare a breve il Pronto Soccorso del supporto di vigili urbani. Ci chiediamo se questo possa bastare per arginare il clima di prepotenza che domina in un ambiente in cui, a prevalere, dovrebbe essere solo il più bisognoso di cure.
"La notizia del rafforzamento del presidio di vigilanza presso il Pronto Soccorso dell'ospedale Tatarella è stata accolta con entusiasmo da tutta la città.
Come promesso in campagna elettorale dal Sindaco Bonito, ci saranno "tre vigili urbani che copriranno con i turni, l'intera giornata presso il presidio del Pronto Soccorso".
L'altra sera, a mezzanotte, ho accompagnato mia moglie al Pronto Soccorso.
Non immaginavo di trovare tanto caos e così tanta gente in attesa ed ho subito pensato che fosse successo qualcosa di grave.
Una guardia giurata ci ha tranquillizzato, dicendoci che avremmo dovuto fare il triage subito dopo "quello seduto sulla sedia a rotelle che sta urlando".
In attesa del nostro turno, mi sono guardato attorno ed ho iniziato a contare i presenti.
Della cinquantina di persone presenti, i pazienti in attesa della prestazione medica erano 8, compresa mia moglie.
Tra gli altri, ho contato 1 infermiera addetta al triage, 3 guardie giurate ed una quarantina di "accompagnatori" come me.
Il gruppo dell'urlatore, composto dal padre (il timbro della voce era inconfondibile) e da 6/7 amici "moto muniti" era tenuto a bada dalla guardia giurata che ci aveva accolto.
Dalla parte opposta, le altre due guardie giurate tenevano a debita distanza una decina di extracomunitari divisi in due chiassosi gruppetti, che si beccavano, nella loro lingua, ciascuno a difesa dell'amico contuso.
Tra gli altri pazienti, tutti con almeno 4 "accompagnatori" al fianco ho individuato il malcapitato che aveva "incrociato" per strada l'urlatore.
Era l'unico ad avere la compagnia anche di un avvocato.
Il triage dell'urlatore è stato particolarmente lungo e difficoltoso, per le contrastanti versioni esposte all'infermiera sui "danni subiti" a seguito dell'incidente.
Prima era la gamba destra, poi quella sinistra "forse fratturata", i dolori si spostavano dal petto allo stomaco, dal collo fino alla spina dorsale...
"Come altri habitué del Pronto Soccorso del Tatarella, giustificherà le contrastanti versioni con lo stato confusionale dovuto all'incidente", ha puntualmente previsto l'avvocato presente.
La finale richiesta di fare "tutti gli esami, tac e risonanze" ( lasciate a scelta dell'infermiera) sulla base della "autodiagnosi di emorragia interna e fratture varie su tutto il corpo, oltre al colpo della frusta", ha chiuso il divertente triage dell'urlatore.
Nel frattempo, sono arrivate due pattuglie di Carabinieri.
Pensavo che con il loro arrivo, la situazione si sarebbe normalizzata.
Invece, gli extracomunitari hanno alzato il volume dei loro litigi, ed è iniziato un viavai di T-Max tra ambulanze e macchine dei Carabinieri, dal parcheggio esterno fino all'ingresso del Pronto Soccorso.
Nonostante la presenza di tre guardie giurate e sette carabinieri, la situazione era di assoluto caos.
Quando, la stanchezza per i lunghi tempi di attesa ha fatto innervosire anche i "pazienti più pazienti", sono iniziate a circolare le solite frasi di rimpianto dei "bei tempi del Ventennio".
Con il trasferimento in caserma dei due gruppi di extracomunitari e le dimissioni (con tanto di "utili carte processuali") dell'urlatore (alzatosi miracolosamente dalla carrozzella), è tornata la calma.
I tre colpi di clacson con il quale il papà dell'urlatore ha salutato tutti, mi hanno ricordato i tre botti finali dei fuochi d'artificio che, di fatto, chiudono la festa della Madonna di Ripalta.
Il tempo di riflettere sulla natura "pubblica" di un servizio sanitario piegato alle malsane necessità di "privati" cittadini così "poco contribuenti" ed ho visto uscire mia moglie con il referto di dimissioni in mano.
Le tre ore vissute in quell'inferno mi spingono a pensare che difficilmente un solo "vigile" riuscirà a fare meglio di tre guardie giurate con sette carabinieri, eppure c'è chi canta già vittoria.
Per garantire l'efficace vigilanza del Pronto Soccorso del Tatarella, forse non basterebbe nemmeno l'intervento militare della NATO.
Un sentito ringraziamento a tutti quelli che lavorano in quell'inferno ed un grande "in bocca al lupo" ai tre vigili che saranno mandati a combattere al fronte"
Il racconto di Umberto Granato è quello di un cerignolano indignato e desideroso di un cambiamento. Speriamo possa avere un seguito positivo in futuro.
Episodi come quelli che stiamo per riportarvi sono all'ordine del giorno, e molti finiscono nell'oblio a causa della rassegnazione di chi li subisce.
Il Sindaco Bonito ha promesso di dotare a breve il Pronto Soccorso del supporto di vigili urbani. Ci chiediamo se questo possa bastare per arginare il clima di prepotenza che domina in un ambiente in cui, a prevalere, dovrebbe essere solo il più bisognoso di cure.
"La notizia del rafforzamento del presidio di vigilanza presso il Pronto Soccorso dell'ospedale Tatarella è stata accolta con entusiasmo da tutta la città.
Come promesso in campagna elettorale dal Sindaco Bonito, ci saranno "tre vigili urbani che copriranno con i turni, l'intera giornata presso il presidio del Pronto Soccorso".
L'altra sera, a mezzanotte, ho accompagnato mia moglie al Pronto Soccorso.
Non immaginavo di trovare tanto caos e così tanta gente in attesa ed ho subito pensato che fosse successo qualcosa di grave.
Una guardia giurata ci ha tranquillizzato, dicendoci che avremmo dovuto fare il triage subito dopo "quello seduto sulla sedia a rotelle che sta urlando".
In attesa del nostro turno, mi sono guardato attorno ed ho iniziato a contare i presenti.
Della cinquantina di persone presenti, i pazienti in attesa della prestazione medica erano 8, compresa mia moglie.
Tra gli altri, ho contato 1 infermiera addetta al triage, 3 guardie giurate ed una quarantina di "accompagnatori" come me.
Il gruppo dell'urlatore, composto dal padre (il timbro della voce era inconfondibile) e da 6/7 amici "moto muniti" era tenuto a bada dalla guardia giurata che ci aveva accolto.
Dalla parte opposta, le altre due guardie giurate tenevano a debita distanza una decina di extracomunitari divisi in due chiassosi gruppetti, che si beccavano, nella loro lingua, ciascuno a difesa dell'amico contuso.
Tra gli altri pazienti, tutti con almeno 4 "accompagnatori" al fianco ho individuato il malcapitato che aveva "incrociato" per strada l'urlatore.
Era l'unico ad avere la compagnia anche di un avvocato.
Il triage dell'urlatore è stato particolarmente lungo e difficoltoso, per le contrastanti versioni esposte all'infermiera sui "danni subiti" a seguito dell'incidente.
Prima era la gamba destra, poi quella sinistra "forse fratturata", i dolori si spostavano dal petto allo stomaco, dal collo fino alla spina dorsale...
"Come altri habitué del Pronto Soccorso del Tatarella, giustificherà le contrastanti versioni con lo stato confusionale dovuto all'incidente", ha puntualmente previsto l'avvocato presente.
La finale richiesta di fare "tutti gli esami, tac e risonanze" ( lasciate a scelta dell'infermiera) sulla base della "autodiagnosi di emorragia interna e fratture varie su tutto il corpo, oltre al colpo della frusta", ha chiuso il divertente triage dell'urlatore.
Nel frattempo, sono arrivate due pattuglie di Carabinieri.
Pensavo che con il loro arrivo, la situazione si sarebbe normalizzata.
Invece, gli extracomunitari hanno alzato il volume dei loro litigi, ed è iniziato un viavai di T-Max tra ambulanze e macchine dei Carabinieri, dal parcheggio esterno fino all'ingresso del Pronto Soccorso.
Nonostante la presenza di tre guardie giurate e sette carabinieri, la situazione era di assoluto caos.
Quando, la stanchezza per i lunghi tempi di attesa ha fatto innervosire anche i "pazienti più pazienti", sono iniziate a circolare le solite frasi di rimpianto dei "bei tempi del Ventennio".
Con il trasferimento in caserma dei due gruppi di extracomunitari e le dimissioni (con tanto di "utili carte processuali") dell'urlatore (alzatosi miracolosamente dalla carrozzella), è tornata la calma.
I tre colpi di clacson con il quale il papà dell'urlatore ha salutato tutti, mi hanno ricordato i tre botti finali dei fuochi d'artificio che, di fatto, chiudono la festa della Madonna di Ripalta.
Il tempo di riflettere sulla natura "pubblica" di un servizio sanitario piegato alle malsane necessità di "privati" cittadini così "poco contribuenti" ed ho visto uscire mia moglie con il referto di dimissioni in mano.
Le tre ore vissute in quell'inferno mi spingono a pensare che difficilmente un solo "vigile" riuscirà a fare meglio di tre guardie giurate con sette carabinieri, eppure c'è chi canta già vittoria.
Per garantire l'efficace vigilanza del Pronto Soccorso del Tatarella, forse non basterebbe nemmeno l'intervento militare della NATO.
Un sentito ringraziamento a tutti quelli che lavorano in quell'inferno ed un grande "in bocca al lupo" ai tre vigili che saranno mandati a combattere al fronte"
Il racconto di Umberto Granato è quello di un cerignolano indignato e desideroso di un cambiamento. Speriamo possa avere un seguito positivo in futuro.