Cronaca
Cerignola non dimentica Michele Cianci: è stato un eroe
Il 2 Dicembre di 32 anni fa perse la vita davanti alla sua armeria per sventare un tentativo di rapina
Cerignola - lunedì 2 dicembre 2024
9.26
I gesti eroici non vanno dimenticati, anzi. Proprio il trascorrere del tempo li rende ancora più preziosi e importanti, soprattutto per le nuove generazioni.
Nonostante siano passati ormai 32 anni, la comunità cerignolana non dimentica il gesto eroico di Michele Cianci, titolare di un'armeria della città, che il 2 Dicembre 1991 perse la vita in difesa di un pensionato 75enne che era stato scaraventato a terra da due malviventi che volevano sottrargli il denaro. L'episodio accadde proprio davanti alla sua attività, e Michele non esitò ad intervenire, mettendo in fuga gli scippatori.
Poi si recò in Commissariato per denunciare l'aggressione subita dall'anziano, e di cui lui era stato testimone.
Purtroppo, però, la malavita aveva in serbo una triste sorpresa per un uomo così per bene e così la sera, mentre stava chiudendo il suo negozio come ogni giorno, fu assalito da quattro malviventi che tentarono di rapinarlo. Michele cercò di difendersi, ma venne sparato alle gambe, cadde e morì per il forte colpo riportato alla testa.
Qualche tempo dopo, due collaboratori di giustizia confessarono il motivo alla base della morte di Cianci, riconducibile alle dinamiche mafiose dei clan Piarulli-Mastrangelo-Ferraro, e all'incremento della criminalità organizzata che a questi faceva riferimento. La vicenda dell'armatore fu quindi inserita nel maxi processo "Cartagine" svoltosi nel 1994.
Oggi Michele Cianci è inserito nella lista delle "vittime innocenti di mafia" e a lui è stato intitolato il terreno confiscato alla criminalità locale, sito in Contrada San Giovanni Zezza.
Nonostante siano passati ormai 32 anni, la comunità cerignolana non dimentica il gesto eroico di Michele Cianci, titolare di un'armeria della città, che il 2 Dicembre 1991 perse la vita in difesa di un pensionato 75enne che era stato scaraventato a terra da due malviventi che volevano sottrargli il denaro. L'episodio accadde proprio davanti alla sua attività, e Michele non esitò ad intervenire, mettendo in fuga gli scippatori.
Poi si recò in Commissariato per denunciare l'aggressione subita dall'anziano, e di cui lui era stato testimone.
Purtroppo, però, la malavita aveva in serbo una triste sorpresa per un uomo così per bene e così la sera, mentre stava chiudendo il suo negozio come ogni giorno, fu assalito da quattro malviventi che tentarono di rapinarlo. Michele cercò di difendersi, ma venne sparato alle gambe, cadde e morì per il forte colpo riportato alla testa.
Qualche tempo dopo, due collaboratori di giustizia confessarono il motivo alla base della morte di Cianci, riconducibile alle dinamiche mafiose dei clan Piarulli-Mastrangelo-Ferraro, e all'incremento della criminalità organizzata che a questi faceva riferimento. La vicenda dell'armatore fu quindi inserita nel maxi processo "Cartagine" svoltosi nel 1994.
Oggi Michele Cianci è inserito nella lista delle "vittime innocenti di mafia" e a lui è stato intitolato il terreno confiscato alla criminalità locale, sito in Contrada San Giovanni Zezza.