Cerignola, Forza Italia: "Zona industriale-bando mensa, è caos"
L'odierno Consiglio comunale si è chiuso con un'interrogazione urgente di Forza Italia
Cerignola - lunedì 21 marzo 2016
20.55 Comunicato Stampa
"Presentata nell'odierno Consiglio una interrogazione urgente sulla situazione del bando mensa, alla luce dei recenti accadimenti". Il coordinatore cittadino di Forza Italia,Gianvito Casarella, spiega l'iniziativa del gruppo consiliare, appena illustrata dal capogruppo Paolo Vitullo nel corso della seduta consiliare. A causa dell'allontanamento momentaneo del sindaco, nessuna risposta è stata fornita né a questa interrogazione, né a quella sempre a firma di Vitullo e Natale Curiello, sulla revoca alla delibera che aveva destinato l'ex Tribunale al Commissariato di Ps. Sulla questione mensa, Forza Italia afferma attraverso l'iniziativa consiliare la propria posizione: "la Zona industriale - chiarisce Casarella - non si può indicare tra le aree insalubri della città".
ITER FARRAGINOSO | Prima del bando, già nel Consiglio del 29 dicembre Curiello lo aveva precisato, sebbene inascoltato, giacché poi l'assemblea in quella occasione votò per compiacere i presentatori all'epoca dissidenti di Capitanata Democratica di inserire un "ulteriore indefettibile punto: la società partecipante non deve possedere e/o utilizzare alcun centro di cottura nella zona industriale di Cerignola".
Poi, la pubblicazione del bando, ormai scaduto. "Diverse nel frattempo sono state le polemiche mediatiche e politiche - ricorda il dirigente cittadino e vicecoordinatore provinciale azzurro,Antonio Grillo - , sulla inopportunità di inserire davvero in quel bando la frase discriminante".
LE POLEMICHE |In particolare, una ditta interessata, la Dussman, che ha annunciato ricorso all'Anac, nei giorni scorsi ha scritto ad alcuni consiglieri comunali di opposizione, rappresentando che ci sono delle criticità che non permettono a tutte le aziende di partecipare. "Nel bando di gara, al punto IV.3 del disciplinare, lettera K - lamenta Vitullo in Aula - , si chiede la dichiarazione che il centro di produzione pasti non sarà ubicato in Zona industriale né ubicato in un luogo fisico dove sono presenti fonti, dichiarate espressamente inquinanti ed insalubri dalle autorità competenti, mettendo a rischio la salute". "Le autorità competenti, chiaramente, sono quelle deputate al controllo di tale materia - ricorda Grillo - : l'Arpa, che avrebbe già dichiarato salubre la Zona industriale di Cerignola".
LA RICHIESTA DI FORZA ITALIA | In sostanza, la Zona industriale è salubre o no per l'amministrazione? È quanto chiede Forza Italia: "La lingua italiana - osserva il coordinatore Casarella - si presta ad acrobazie che nascondono qualcosa tra significato e significante. Se l'esclusione della Zona industriale fosse a prescindere, associata a ragioni di insalubrità, si ribadiscono le perplessità già espresse durante quel Consiglio di fine dicembre".
Oggi Fi, che ha scelto di parlare a bocce ferme, chiede al sindaco se quei termini del bando non siano "in contrapposizione all'articolo 2 del codice dei contratti pubblici, specificatamente a proposito di libera concorrenza", interroga Vitullo.
Sullo sfondo, l'immagine di Cerignola e di decine di aziende che da anni lavorano in quell'area nel campo della trasformazione dei prodotti agricoli: "Chissà se ci sono altre rimostranze contro il Comune, in conseguenza a questo bando - chiede Forza Italia - e chissà se ci siano i presupposti per una revoca in autotutela del bando stesso". La questione, come quella dell'ex Tribunale che ormai non andrà più alla Ps, resta aperta. Tutto rinviato al prossimo Consiglio.
ITER FARRAGINOSO | Prima del bando, già nel Consiglio del 29 dicembre Curiello lo aveva precisato, sebbene inascoltato, giacché poi l'assemblea in quella occasione votò per compiacere i presentatori all'epoca dissidenti di Capitanata Democratica di inserire un "ulteriore indefettibile punto: la società partecipante non deve possedere e/o utilizzare alcun centro di cottura nella zona industriale di Cerignola".
Poi, la pubblicazione del bando, ormai scaduto. "Diverse nel frattempo sono state le polemiche mediatiche e politiche - ricorda il dirigente cittadino e vicecoordinatore provinciale azzurro,Antonio Grillo - , sulla inopportunità di inserire davvero in quel bando la frase discriminante".
LE POLEMICHE |In particolare, una ditta interessata, la Dussman, che ha annunciato ricorso all'Anac, nei giorni scorsi ha scritto ad alcuni consiglieri comunali di opposizione, rappresentando che ci sono delle criticità che non permettono a tutte le aziende di partecipare. "Nel bando di gara, al punto IV.3 del disciplinare, lettera K - lamenta Vitullo in Aula - , si chiede la dichiarazione che il centro di produzione pasti non sarà ubicato in Zona industriale né ubicato in un luogo fisico dove sono presenti fonti, dichiarate espressamente inquinanti ed insalubri dalle autorità competenti, mettendo a rischio la salute". "Le autorità competenti, chiaramente, sono quelle deputate al controllo di tale materia - ricorda Grillo - : l'Arpa, che avrebbe già dichiarato salubre la Zona industriale di Cerignola".
LA RICHIESTA DI FORZA ITALIA | In sostanza, la Zona industriale è salubre o no per l'amministrazione? È quanto chiede Forza Italia: "La lingua italiana - osserva il coordinatore Casarella - si presta ad acrobazie che nascondono qualcosa tra significato e significante. Se l'esclusione della Zona industriale fosse a prescindere, associata a ragioni di insalubrità, si ribadiscono le perplessità già espresse durante quel Consiglio di fine dicembre".
Oggi Fi, che ha scelto di parlare a bocce ferme, chiede al sindaco se quei termini del bando non siano "in contrapposizione all'articolo 2 del codice dei contratti pubblici, specificatamente a proposito di libera concorrenza", interroga Vitullo.
Sullo sfondo, l'immagine di Cerignola e di decine di aziende che da anni lavorano in quell'area nel campo della trasformazione dei prodotti agricoli: "Chissà se ci sono altre rimostranze contro il Comune, in conseguenza a questo bando - chiede Forza Italia - e chissà se ci siano i presupposti per una revoca in autotutela del bando stesso". La questione, come quella dell'ex Tribunale che ormai non andrà più alla Ps, resta aperta. Tutto rinviato al prossimo Consiglio.