Turismo
Cerignola e le sue arterie gastronomiche
Un racconto dedicato ai turisti più ghiotti
Cerignola - giovedì 5 gennaio 2023
9.59
Incontriamo nuovamente Adele Collarino, ideatrice di @Visit Cerignola, per farci raccontare e poter descrivere alcuni punti nevralgici della città di Cerignola per tutti coloro che hanno desiderio di conoscere meglio il proprio territorio di appartenenza e per chi non ha ancora avuto modo di visitare questa bellissima cittadina della Puglia.L'idea è quella di un'indicazione che possa associare in qualche modo i luoghi imperdibili e le specialità gastronomiche da gustare, magari alcune proprio durante la passeggiata. Ogni luogo racconta una storia e lo fa anche e soprattutto attraverso il cibo.
Adele, puoi regalarci l'idea di un itinerario valido per la tua città, magari con una Food Map?
«La scoperta di Cerignola può essere un vero e proprio viaggio nella storia, passeggiando tra i luoghi più significativi della città. Un tour fatto di arte, cultura e soprattutto gusto, per scoprire insieme ed assaporare ciò che ha reso questa città davvero unica nel suo genere. Si può partire da un piccolo mondo riconoscibile nel suo nucleo abitativo più antico, la "Terra Vecchia", di stampo prettamente medievale fatta di vicoli stretti e stradine senza marciapiedi, che custodisce anche un importante tesoro artistico: l'antica Chiesa Madre (XI-XII sec)».
Qual è la "scena architettonica" che più si lega a questa parte della città?
«Sicuramente proseguendo verso i monumenti più importanti che sorsero con l'ampliamento dello sviluppo urbano e sociale della città, a partire dal XVI sec. in poi, fuori dalle Mura della Terra Vecchia con le chiese più rilevanti della città. Troviamo infatti il Purgatorio e il Palazzo del Gesù, il Convento dei Carmelitani con il Palazzo Carmelo, e non ultimo e importantissimo l'imponente Piano delle Fosse Granarie, unico esempio sopravvissuto in Puglia di una secolare modalità di conservazione del grano". Un luogo davvero storico e magico che vien voglia di custodire gelosamente senza farne mai perdere tracce nel corso del tempo che avanza, uno spazio aperto e che si collega alla coltivazione più importante del territorio: il grano è l'ingrediente principe per realizzare ottimi prodotti da forno».
Quali sono alcune delle leccornie più famose di Cerignola?
«A base di farina di grano duro e/o tenero ci sono moltissimi prodotti da forno, famosi sono i taralli detti "scaldatelli", si possono gustare caldi appena fatti da alcuni tarallifici presenti in città e sono graditi alla cipolla, piuttosto che alle olive o piccanti, poi non mancano i numerosi forni che producono senza sosta focacce ed altre bontà».
Dove proseguiamo in città e quali eccellenze dell'enogastronomia ti piace ricordare per i turisti?
«Scopriamo le notevoli opere sorte a partire dal XIX sec. in poi, quali il Palazzo di Giuseppe Pavoncelli, personaggio di spicco nella storia di Cerignola, grazie al quale i campi di Cerignola furono anche coltivati con ulivi e vigne, il Teatro Mercadante sede delle grandi rappresentazioni di Pietro Mascagni, e per finire il maestoso Duomo Tonti, di stile neogotico con la sua possente cupola, che svetta nel cielo della Città. L'unicità della nostra città si rispecchia ovviamente anche nella sua tradizione culinaria, che nasce dalla vocazione prettamente agricola del suo territorio. Quindi perché non offrire ai turisti punti ristorativi dedicati alla degustazione dei prodotti tipici, legati alle materie prime come il grano, l'olio, i formaggi e gli ortaggi? Non possiamo non menzionare le famosissime Olive Belle di Cerignola! Buone in qualsiasi momento della giornata, da degustare magari con un buon bicchiere di Vino Rosso DOC prodotto in loco con uve eccellenti delle nostre campagne dalle numerose aziende vinicole. E che dire ancora dei gustosi "cucoli fritti", veri protagonisti per omaggiare la tradizione prenatalizia della Bambinella. Ottimi prodotti con grano tenero e semola di grano duro da intingere nel "sartascinello", tipica salsina di pomodorini con aggiunta di peperoncino. La tradizione della pasta fatta in casa dalle massaie: strascinati, torchi, cicatelli e cavatelli, abbinati ad alcune verdure del territorio come rape, rucola fresca e le minestre a base di fave e cicorie rappresentano la base della cucina contadina e il meglio della dieta mediterranea. Prodotti locali sono al centro della tavola domenicale come il fantastico ragù misto, un vero must per chi ama la tradizione culinaria del sud Italia. Tipici inoltre sono gli ortaggi autoctoni: i marasciuoli, i lampascioni o la cicoria di campagna».
Si sta ormai concludendo il periodo delle festività legate al Natale, quali sono i dolci che hanno animato il desco cerignolano?
«Tra i dolci natalizi mi piace ricordare i "calzoncelli" preparati con la mostarda e la mitica pizza a sette sfoglie, dolce antico e pregiato, poi ci sono le cartellate, i mostacciuoli, per poi proseguire nel tempo con i dolci della tradizione pasquale. Delizie a non finire per i buongustai pugliesi e non».
Adele ci ricorda che Cerignola è davvero un'esperienza da vivere e vedere con occhi nuovi e più vicini alle belle tradizioni. Il cibo è sempre cultura e unisce attraverso le tradizioni.
Adele, puoi regalarci l'idea di un itinerario valido per la tua città, magari con una Food Map?
«La scoperta di Cerignola può essere un vero e proprio viaggio nella storia, passeggiando tra i luoghi più significativi della città. Un tour fatto di arte, cultura e soprattutto gusto, per scoprire insieme ed assaporare ciò che ha reso questa città davvero unica nel suo genere. Si può partire da un piccolo mondo riconoscibile nel suo nucleo abitativo più antico, la "Terra Vecchia", di stampo prettamente medievale fatta di vicoli stretti e stradine senza marciapiedi, che custodisce anche un importante tesoro artistico: l'antica Chiesa Madre (XI-XII sec)».
Qual è la "scena architettonica" che più si lega a questa parte della città?
«Sicuramente proseguendo verso i monumenti più importanti che sorsero con l'ampliamento dello sviluppo urbano e sociale della città, a partire dal XVI sec. in poi, fuori dalle Mura della Terra Vecchia con le chiese più rilevanti della città. Troviamo infatti il Purgatorio e il Palazzo del Gesù, il Convento dei Carmelitani con il Palazzo Carmelo, e non ultimo e importantissimo l'imponente Piano delle Fosse Granarie, unico esempio sopravvissuto in Puglia di una secolare modalità di conservazione del grano". Un luogo davvero storico e magico che vien voglia di custodire gelosamente senza farne mai perdere tracce nel corso del tempo che avanza, uno spazio aperto e che si collega alla coltivazione più importante del territorio: il grano è l'ingrediente principe per realizzare ottimi prodotti da forno».
Quali sono alcune delle leccornie più famose di Cerignola?
«A base di farina di grano duro e/o tenero ci sono moltissimi prodotti da forno, famosi sono i taralli detti "scaldatelli", si possono gustare caldi appena fatti da alcuni tarallifici presenti in città e sono graditi alla cipolla, piuttosto che alle olive o piccanti, poi non mancano i numerosi forni che producono senza sosta focacce ed altre bontà».
Dove proseguiamo in città e quali eccellenze dell'enogastronomia ti piace ricordare per i turisti?
«Scopriamo le notevoli opere sorte a partire dal XIX sec. in poi, quali il Palazzo di Giuseppe Pavoncelli, personaggio di spicco nella storia di Cerignola, grazie al quale i campi di Cerignola furono anche coltivati con ulivi e vigne, il Teatro Mercadante sede delle grandi rappresentazioni di Pietro Mascagni, e per finire il maestoso Duomo Tonti, di stile neogotico con la sua possente cupola, che svetta nel cielo della Città. L'unicità della nostra città si rispecchia ovviamente anche nella sua tradizione culinaria, che nasce dalla vocazione prettamente agricola del suo territorio. Quindi perché non offrire ai turisti punti ristorativi dedicati alla degustazione dei prodotti tipici, legati alle materie prime come il grano, l'olio, i formaggi e gli ortaggi? Non possiamo non menzionare le famosissime Olive Belle di Cerignola! Buone in qualsiasi momento della giornata, da degustare magari con un buon bicchiere di Vino Rosso DOC prodotto in loco con uve eccellenti delle nostre campagne dalle numerose aziende vinicole. E che dire ancora dei gustosi "cucoli fritti", veri protagonisti per omaggiare la tradizione prenatalizia della Bambinella. Ottimi prodotti con grano tenero e semola di grano duro da intingere nel "sartascinello", tipica salsina di pomodorini con aggiunta di peperoncino. La tradizione della pasta fatta in casa dalle massaie: strascinati, torchi, cicatelli e cavatelli, abbinati ad alcune verdure del territorio come rape, rucola fresca e le minestre a base di fave e cicorie rappresentano la base della cucina contadina e il meglio della dieta mediterranea. Prodotti locali sono al centro della tavola domenicale come il fantastico ragù misto, un vero must per chi ama la tradizione culinaria del sud Italia. Tipici inoltre sono gli ortaggi autoctoni: i marasciuoli, i lampascioni o la cicoria di campagna».
Si sta ormai concludendo il periodo delle festività legate al Natale, quali sono i dolci che hanno animato il desco cerignolano?
«Tra i dolci natalizi mi piace ricordare i "calzoncelli" preparati con la mostarda e la mitica pizza a sette sfoglie, dolce antico e pregiato, poi ci sono le cartellate, i mostacciuoli, per poi proseguire nel tempo con i dolci della tradizione pasquale. Delizie a non finire per i buongustai pugliesi e non».
Adele ci ricorda che Cerignola è davvero un'esperienza da vivere e vedere con occhi nuovi e più vicini alle belle tradizioni. Il cibo è sempre cultura e unisce attraverso le tradizioni.