Cerignola e il suo cuore medievale
Una visita guidata della Pro loco per scoprire storia e origini della città
Cerignola - domenica 9 luglio 2023
12.51
Bisognerebbe ritornare più spesso a camminare tra i vicoli della "Terra Vecchia" di Cerignola. I venticinque partecipanti alla visita guidata di ieri pomeriggio nel borgo medievale della città organizzata dalla Pro loco e guidata dalla presidente Maria Vasciaveo, hanno potuto così scoprire le origini di Cerignola, un insediamento che si sviluppava attorno alla Chiesa Madre, oggi intitolata a San Francesco.
Il borgo antico di Cerignola racconta una città ben diversa naturalmente da quella di oggi. Non solo perché tra le sue vie non c'erano le auto parcheggiate a un millimetro dal muro delle case e le case non erano colorate come evidenziatori, ma anche per la semplicità della vita che vi si svolgeva.
Il borgo era il cuore della comunità dell'epoca e funzionava come una sorta di condominio. Era circondato da porte poste ai quattro punti cardinali che si aprivano all'alba e venivano richiuse quando calava il buio. La gente viveva all'interno di quel piccolo abitato e lì c'era tutto quello che poteva servire allo svolgimento della vita quotidiana e al governo della città.
Il municipio si trovava dove oggi c'è largo Matera ex sede dell'Albergo Moderno e la Chiesa Madre, che risale all'anno mille, era il simbolo del potere religioso, ma la Terra Vecchia è stata anche la sede della prima scuola pubblica di Cerignola. Grazie a Giuseppe Pavoncelli, latifondista e politico cerignolano della seconda metà dell'800, quello che oggi è Palazzo Gala, fu l'edificio destinato ad ospitare le prime sette classi della città divise da pareti fatte con le lenzuola.
Non si sa quale potesse essere il tasso di delinquenza all'epoca ma si sa che i borgatari, anche se non dovevano temere i furti d'auto, avevano la concreta possibilità di trovarsi coinvolti in battaglie storiche. Come successe il 28 aprile del 1503 tra gli spagnoli, guidati da Gonzalo da Córdoba e i francesi comandati da Luigi D'Armagnac. Passando sotto l'Arco di Carbutto, uno degli accessi alla città, si arriva al quartiere di Tomba dei Galli, il cui nome spiega l'esito di quella battaglia, favorevole agli spagnoli.
Per i cerignolani però il borgo antico è soprattutto la "casa" di Andrea Cicchetto. Il ciabattino avido, assassino poi convertito è il protagonista della leggenda che avvolge la Terra Vecchia di quell'alone di mistero che, in un luogo che risale al medioevo, non guasta. All'angolo di quella che doveva essere la sua bottega è scolpita la frase che Cicchetto riportò nel suo testamento: "Tutt'a Dio che 'l resto è vano", simbolo del suo pentimento. Questa parte della storia è vera ed è quella che magari è meglio ricordare.
Il borgo antico di Cerignola racconta una città ben diversa naturalmente da quella di oggi. Non solo perché tra le sue vie non c'erano le auto parcheggiate a un millimetro dal muro delle case e le case non erano colorate come evidenziatori, ma anche per la semplicità della vita che vi si svolgeva.
Il borgo era il cuore della comunità dell'epoca e funzionava come una sorta di condominio. Era circondato da porte poste ai quattro punti cardinali che si aprivano all'alba e venivano richiuse quando calava il buio. La gente viveva all'interno di quel piccolo abitato e lì c'era tutto quello che poteva servire allo svolgimento della vita quotidiana e al governo della città.
Il municipio si trovava dove oggi c'è largo Matera ex sede dell'Albergo Moderno e la Chiesa Madre, che risale all'anno mille, era il simbolo del potere religioso, ma la Terra Vecchia è stata anche la sede della prima scuola pubblica di Cerignola. Grazie a Giuseppe Pavoncelli, latifondista e politico cerignolano della seconda metà dell'800, quello che oggi è Palazzo Gala, fu l'edificio destinato ad ospitare le prime sette classi della città divise da pareti fatte con le lenzuola.
Non si sa quale potesse essere il tasso di delinquenza all'epoca ma si sa che i borgatari, anche se non dovevano temere i furti d'auto, avevano la concreta possibilità di trovarsi coinvolti in battaglie storiche. Come successe il 28 aprile del 1503 tra gli spagnoli, guidati da Gonzalo da Córdoba e i francesi comandati da Luigi D'Armagnac. Passando sotto l'Arco di Carbutto, uno degli accessi alla città, si arriva al quartiere di Tomba dei Galli, il cui nome spiega l'esito di quella battaglia, favorevole agli spagnoli.
Per i cerignolani però il borgo antico è soprattutto la "casa" di Andrea Cicchetto. Il ciabattino avido, assassino poi convertito è il protagonista della leggenda che avvolge la Terra Vecchia di quell'alone di mistero che, in un luogo che risale al medioevo, non guasta. All'angolo di quella che doveva essere la sua bottega è scolpita la frase che Cicchetto riportò nel suo testamento: "Tutt'a Dio che 'l resto è vano", simbolo del suo pentimento. Questa parte della storia è vera ed è quella che magari è meglio ricordare.