Vita di città
Cerignola, a Terra Aut si semina lavoro
Giovani, associazioni e amministrazione insieme per il secondo incontro di Capitanata Attiva
Cerignola - martedì 12 settembre 2023
12.23
Una soluzione per combattere la disoccupazione esiste, basta un bene confiscato alla mafia, dei cittadini volenterosi, un'amministrazione che collabori e delle idee. Se ne è parlato ieri sera a Cerignola presso Terra Aut durante il secondo incontro di Capitanata Attiva, un progetto che ha l'ambizione di contraddire il paradosso per cui lavoratori e lavoro non riescono ad incontrarsi e vuole farlo utilizzando proprio i beni confiscati.
E un risultato è stato già raggiunto. Assieme ai rappresentanti di alcune associazioni cittadine, tanti giovani under 30 si sono ritrovati al tramonto e all'ombra di un platano su uno dei tanti terreni ripresi alla mafia, non solo per discutere per l'ennesima volta del lavoro che manca ma soprattutto di quello che ci potrebbe essere.
La fotografia della situazione attuale mostra dei giovani altamente scolarizzati con tanta buona volontà e tante idee. Figli di un territorio in grado di garantire anche un'ottima e diversificata formazione universitaria, scollegata però dal mercato del lavoro e aggrappati alla temporanea risorsa del Servizio Civile come unica possibilità di avere un'entrata minima a fine mese.
Per questo i beni confiscati alla mafia possono diventare una vera "agenzia per il lavoro", come l'ha definita Leonardo Palmisano di Radicifuture, specializzato in progettazione. Un luogo dove si riesca a far combaciare le competenze acquisite con il lavoro, si incontrino domanda e offerta e si possano creare opportunità di orientamento post-laurea e post-diploma.
Oltre a Palmisano e Dora Giannatempo della cooperativa cerignolana Altereco che gestisce Terra Aut, all'incontro c'erano anche i rappresentanti della politica cerignolana, gli assessori Teresa Cicolella e Domenico Dagnelli e Tommaso Sgarro del gruppo di opposizione Noi, comunità in movimento.
A loro spetterà la seconda parte del progetto, quella più scomoda perché dovrà mettere in pratica le proposte che verranno fuori dai successivi incontri di Capitanata Attiva, che ha come sottotitolo "coltivare la legalità" e per farlo ci vuole un terreno, meglio se tolto alla mafia.
E un risultato è stato già raggiunto. Assieme ai rappresentanti di alcune associazioni cittadine, tanti giovani under 30 si sono ritrovati al tramonto e all'ombra di un platano su uno dei tanti terreni ripresi alla mafia, non solo per discutere per l'ennesima volta del lavoro che manca ma soprattutto di quello che ci potrebbe essere.
La fotografia della situazione attuale mostra dei giovani altamente scolarizzati con tanta buona volontà e tante idee. Figli di un territorio in grado di garantire anche un'ottima e diversificata formazione universitaria, scollegata però dal mercato del lavoro e aggrappati alla temporanea risorsa del Servizio Civile come unica possibilità di avere un'entrata minima a fine mese.
Per questo i beni confiscati alla mafia possono diventare una vera "agenzia per il lavoro", come l'ha definita Leonardo Palmisano di Radicifuture, specializzato in progettazione. Un luogo dove si riesca a far combaciare le competenze acquisite con il lavoro, si incontrino domanda e offerta e si possano creare opportunità di orientamento post-laurea e post-diploma.
Oltre a Palmisano e Dora Giannatempo della cooperativa cerignolana Altereco che gestisce Terra Aut, all'incontro c'erano anche i rappresentanti della politica cerignolana, gli assessori Teresa Cicolella e Domenico Dagnelli e Tommaso Sgarro del gruppo di opposizione Noi, comunità in movimento.
A loro spetterà la seconda parte del progetto, quella più scomoda perché dovrà mettere in pratica le proposte che verranno fuori dai successivi incontri di Capitanata Attiva, che ha come sottotitolo "coltivare la legalità" e per farlo ci vuole un terreno, meglio se tolto alla mafia.