Centrosinistra: «Caso Marino: discussione rifiutata, maggioranza omertosa»
«Umiliato il Consiglio Comunale abbiamo abbandonato l’Aula»
Cerignola - martedì 11 ottobre 2016
15.09 Comunicato Stampa
Pubblichiamo di seguito l'intero comunicato stampa a firma dei Consiglieri comunali del Centrosinistra di Cerignola relativo al Consiglio Comunale di ieri.
"A seguito di richiesta di convocazione del Consiglio Comunale da parte dei consiglieri di centrosinistra, ieri sera avremmo dovuto discutere e votare un preciso ordine del giorno riguardante i 15.000 euro girati dall'amministrazione alla agenzia della figlia dell'assessore Marino (la Daruma s.r.l.), nell'ambito dell'evento flop "Cerignola SiCura".
Il suddetto punto all'ordine del giorno è stato immotivatamente respinto dal Presidente del Consiglio che, nella sua comunicazione di rigetto della nostra convocazione, ha fatto riferimento ad un parere del Ministero dell'Interno riguardante i "diritti e le garanzie del consigliere comunale", sostenendo che la nostra richiesta riguardasse argomenti estranei alle competenze del consiglio.
Si tratta di un parere di gran lunga superato da successivi interventi dello stesso Ministero che, esprimendosi in senso più ampio, ha affermato che nell'ipotesi in cui sia richiesto l'inserimento all'ordine del giorno di argomenti non strettamente rientranti nelle competenze del consiglio, gli stessi dovrebbero comunque essere ammessi dal presidente ogniqualvolta si concretizzino nella generica determinazione di atti di indirizzo o nell'espletamento di un'attività di controllo politico, finalizzati a consentire un dibattito in seno al consiglio in ordine ad un accadimento che non può ritenersi estraneo alla sfera degli interessi della comunità che il consiglio rappresenta.
L'art. 39 del TUEL non pare lasciare dubbi circa il carattere vincolante della richiesta (significativo il dato letterale della norma: «Il presidente del consiglio comunale è tenuto a riunire il consiglio, in un termine non superiore a venti giorni, quando lo richiedano un quinto dei consiglieri, o il sindaco, inserendo all'ordine del giorno le questioni richieste».
Inoltre, all'incirca un anno fa questo consiglio ha discusso e deliberato su una questione non di sua competenza: la mensa scolastica.
In quell'occasione è stato votato un ordine del giorno di indirizzo al dirigente al ramo per la redazione del bando mensa. Se è vero che, ex art. 7 regolamento comunale, il Presidente, nell'esercizio delle sue funzioni, si ispira a criteri di imparzialità, anche quella volta avrebbe dovuto rigettare la richiesta di auto convocazione, perché, secondo la sua interpretazione, vertente su questioni prettamente tecniche ed estranee alle competenze del consiglio.
Ma la mensa scolastica non poteva ritenersi estranea alla sfera di interessi della comunità e, giustamente, il consiglio comunale discusse e deliberò.
Ieri avremmo dovuto discutere di soldi pubblici, di come sono stati utilizzati e di come un assessore ed un consigliere ne hanno tratto beneficio. Ma ieri no, ieri non faceva comodo.
Questo Consiglio Comunale per l'ennesima volta è stato offeso e svilito nelle sue funzioni, svuotato delle sue prerogative, perché è venuto meno il suo obiettivo principale, che è quello di indirizzo e controllo sugli atti di una Giunta che invece, per il tramite dell'operato del Presidente, imbavaglia la discussione e mortifica il senso stesso di questa assise, rendendola praticamente inutile.
Ancora una volta, non è stata tutelata le minoranza perché sul caso Marino e su tutti gli altri casi simili che sono temi di enorme interesse pubblico, come il caso Marinelli, o quella serie infinita di affidamenti diretti e bandi su cui legittimamente la minoranza vuole far valere il suo diritto al controllo, vige il regno dell'omertà e la questione formale è un filo sottilissimo dietro il quale nascondersi.
Il dibattito tra forze politiche è stato totalmente svilito tramite un processo degenerativo che sin dall'inizio ha manifestato sistematiche violazioni del regolamento: monologhi del sindaco, mancata risposta alle interrogazioni o risposta demandata ad assessori che non sapevano che dire, dibattito disertato su temi fondamentali, consiglieri del centrosinistra sistematicamente interrotti durante i loro interventi. E ancora commissioni raramente convocate e costantemente disertate dai consiglieri di maggioranza.
Il consiglio comunale è assente sui grandi temi: legalità, ambiente, salute pubblica ed ospedale.
Alle legittime domande poste dalla minoranza al massimo si risponde con insulti sui social.
Siamo dinanzi ad una gestione cieca e dittatoriale del potere amministrativo. Si parla solo di quello che è congeniale al Sindaco che decide senza mai ascoltare l'opposizione, quanto la maggioranza.
Funziona così in consiglio, nelle commissioni e nel dibattito pubblico.
Per le suddette ragioni i consiglieri comunali del centrosinistra abbandonano l'aula in segno di protesta.
Ma non è un Aventino, non ci isoleremo su un colle. La storia ha dimostrato che con taluni personaggi non funziona. Non abbiamo partecipato al Consiglio Comunale di ieri perché non c'era il punto dai noi richiesto.
Ma subito dopo il consiglio ci siamo mobilitati lungo Corso Aldo Moro tra le persone, tra i cittadini, per spiegare cosa accaduto. Restare nell'aula non avrebbe avuto senso.
Lo facciamo per rispetto di noi stessi e per quella che è la nostra storia, la nostra idea di politica e di dialettica tra maggioranza e opposizione.
Noi non ripresenteremo più nessuna convocazione del Consiglio Comunale sul caso Marino. Lo faccia la maggioranza se ritiene quanto accaduto argomento politicamente rilevante. In caso contrario sarà evidente che il motivo formale è solo stato una scusa per non discutere in assise, frustrando il ruolo del Consiglio In caso contrario vorrà dire che tutti i consiglieri comunali di maggioranza presenti ieri in quell'aula sono d'accordo con il comportamento assunto dall'Assessore e quel modo di gestione della cosa pubblica..
Il nostro gettone di presenza per il Consiglio Comunale di ieri, infine, sarà devoluto alla Cooperativa "Promozione Sociale e Solidarietà" che gestisce CAV Centro Anti Violenza "Titina Cioffi" di Cerignola ."
"A seguito di richiesta di convocazione del Consiglio Comunale da parte dei consiglieri di centrosinistra, ieri sera avremmo dovuto discutere e votare un preciso ordine del giorno riguardante i 15.000 euro girati dall'amministrazione alla agenzia della figlia dell'assessore Marino (la Daruma s.r.l.), nell'ambito dell'evento flop "Cerignola SiCura".
Il suddetto punto all'ordine del giorno è stato immotivatamente respinto dal Presidente del Consiglio che, nella sua comunicazione di rigetto della nostra convocazione, ha fatto riferimento ad un parere del Ministero dell'Interno riguardante i "diritti e le garanzie del consigliere comunale", sostenendo che la nostra richiesta riguardasse argomenti estranei alle competenze del consiglio.
Si tratta di un parere di gran lunga superato da successivi interventi dello stesso Ministero che, esprimendosi in senso più ampio, ha affermato che nell'ipotesi in cui sia richiesto l'inserimento all'ordine del giorno di argomenti non strettamente rientranti nelle competenze del consiglio, gli stessi dovrebbero comunque essere ammessi dal presidente ogniqualvolta si concretizzino nella generica determinazione di atti di indirizzo o nell'espletamento di un'attività di controllo politico, finalizzati a consentire un dibattito in seno al consiglio in ordine ad un accadimento che non può ritenersi estraneo alla sfera degli interessi della comunità che il consiglio rappresenta.
L'art. 39 del TUEL non pare lasciare dubbi circa il carattere vincolante della richiesta (significativo il dato letterale della norma: «Il presidente del consiglio comunale è tenuto a riunire il consiglio, in un termine non superiore a venti giorni, quando lo richiedano un quinto dei consiglieri, o il sindaco, inserendo all'ordine del giorno le questioni richieste».
Inoltre, all'incirca un anno fa questo consiglio ha discusso e deliberato su una questione non di sua competenza: la mensa scolastica.
In quell'occasione è stato votato un ordine del giorno di indirizzo al dirigente al ramo per la redazione del bando mensa. Se è vero che, ex art. 7 regolamento comunale, il Presidente, nell'esercizio delle sue funzioni, si ispira a criteri di imparzialità, anche quella volta avrebbe dovuto rigettare la richiesta di auto convocazione, perché, secondo la sua interpretazione, vertente su questioni prettamente tecniche ed estranee alle competenze del consiglio.
Ma la mensa scolastica non poteva ritenersi estranea alla sfera di interessi della comunità e, giustamente, il consiglio comunale discusse e deliberò.
Ieri avremmo dovuto discutere di soldi pubblici, di come sono stati utilizzati e di come un assessore ed un consigliere ne hanno tratto beneficio. Ma ieri no, ieri non faceva comodo.
Questo Consiglio Comunale per l'ennesima volta è stato offeso e svilito nelle sue funzioni, svuotato delle sue prerogative, perché è venuto meno il suo obiettivo principale, che è quello di indirizzo e controllo sugli atti di una Giunta che invece, per il tramite dell'operato del Presidente, imbavaglia la discussione e mortifica il senso stesso di questa assise, rendendola praticamente inutile.
Ancora una volta, non è stata tutelata le minoranza perché sul caso Marino e su tutti gli altri casi simili che sono temi di enorme interesse pubblico, come il caso Marinelli, o quella serie infinita di affidamenti diretti e bandi su cui legittimamente la minoranza vuole far valere il suo diritto al controllo, vige il regno dell'omertà e la questione formale è un filo sottilissimo dietro il quale nascondersi.
Il dibattito tra forze politiche è stato totalmente svilito tramite un processo degenerativo che sin dall'inizio ha manifestato sistematiche violazioni del regolamento: monologhi del sindaco, mancata risposta alle interrogazioni o risposta demandata ad assessori che non sapevano che dire, dibattito disertato su temi fondamentali, consiglieri del centrosinistra sistematicamente interrotti durante i loro interventi. E ancora commissioni raramente convocate e costantemente disertate dai consiglieri di maggioranza.
Il consiglio comunale è assente sui grandi temi: legalità, ambiente, salute pubblica ed ospedale.
Alle legittime domande poste dalla minoranza al massimo si risponde con insulti sui social.
Siamo dinanzi ad una gestione cieca e dittatoriale del potere amministrativo. Si parla solo di quello che è congeniale al Sindaco che decide senza mai ascoltare l'opposizione, quanto la maggioranza.
Funziona così in consiglio, nelle commissioni e nel dibattito pubblico.
Per le suddette ragioni i consiglieri comunali del centrosinistra abbandonano l'aula in segno di protesta.
Ma non è un Aventino, non ci isoleremo su un colle. La storia ha dimostrato che con taluni personaggi non funziona. Non abbiamo partecipato al Consiglio Comunale di ieri perché non c'era il punto dai noi richiesto.
Ma subito dopo il consiglio ci siamo mobilitati lungo Corso Aldo Moro tra le persone, tra i cittadini, per spiegare cosa accaduto. Restare nell'aula non avrebbe avuto senso.
Lo facciamo per rispetto di noi stessi e per quella che è la nostra storia, la nostra idea di politica e di dialettica tra maggioranza e opposizione.
Noi non ripresenteremo più nessuna convocazione del Consiglio Comunale sul caso Marino. Lo faccia la maggioranza se ritiene quanto accaduto argomento politicamente rilevante. In caso contrario sarà evidente che il motivo formale è solo stato una scusa per non discutere in assise, frustrando il ruolo del Consiglio In caso contrario vorrà dire che tutti i consiglieri comunali di maggioranza presenti ieri in quell'aula sono d'accordo con il comportamento assunto dall'Assessore e quel modo di gestione della cosa pubblica..
Il nostro gettone di presenza per il Consiglio Comunale di ieri, infine, sarà devoluto alla Cooperativa "Promozione Sociale e Solidarietà" che gestisce CAV Centro Anti Violenza "Titina Cioffi" di Cerignola ."