
Speciale
Centisti 2022: Davide Gallo, Liceo quadriennale dell’Istituto “A. Righi”
Ama le materie scientifiche, la musica e i viaggi
Cerignola - lunedì 22 agosto 2022
20.00
Davide ha compiuto da poco 18 anni, ed è uno studente con molti interessi, fortificati dal percorso di studi scelto e con le idee chiare sul suo futuro, nonostante la giovane età.
Come si è rivelata la scelta di frequentare il Liceo quadriennale del "A.Righi"?
Ho scelto questo percorso convinto del fatto che era il Liceo giusto per me. L'ho amato perché mi ha preparato in ogni ambito, dall'Informatica alla Filosofia e principalmente per la possibilità di entrare un anno prima nel mondo universitario o del lavoro.
Ci sono state esperienze che ricordi in modo particolare nel tuo percorso?
La mia curiosità e la mia voglia di imparare mi spingono a conoscere le varie culture e l'arte europea, per questo ho partecipato, nel 2019, ad uno scambio interculturale, organizzato dalla scuola, in Olanda. È stata un'esperienza molto formativa.
Hai interessi fuori da quelli scolastici?
Gli anni di studio li ho coltivati assieme ai miei interessi principali: la fotografia e la produzione video-musicale. Ho una passione per la musica che mi accompagna sin da bambino, materia a cui mai rinuncerei e alla quale ho anche dedicato 3 anni di studio pianistico, e anche per le materie scientifiche.
La musica…, sembra avere un posto importante nella tua vita…
Il mio progetto principale è proprio quello di unire le due "arti" in una sola disciplina basata sull'uso della musica come strumento educativo, riabilitativo o terapeutico: la musicoterapia.
La figura del musicoterapista non gode ancora, purtroppo, di un riconoscimento legislativo, ma sono fiducioso, in quanto una delle tracce della prima prova di maturità, "Musicofilia", parlava proprio del fenomeno che si verifica quando il nostro sistema nervoso si sincronizza con quello di chi ci sta accanto attraverso la musica, e questo mi fa credere che qualcosa stia cambiando, in positivo, affinché la musicoterapia abbia lo spazio che le spetta nei programmi ministeriali.
E quindi? Cosa farai?
Quindi, come farlo al meglio se non studiando "Tecniche di Neurofisiopatologia" in Università e "Musicoterapia" in conservatorio? In generale durante l'esperienza musicoterapica, quello che accade al nostro sistema nervoso è affascinante, quindi, per farla al meglio, voglio concentrarmi su entrambe le discipline".
"La musica è una fortuna ed è la nostra vera terapia", per dirla con le parole di Ezio Bosso.
Come si è rivelata la scelta di frequentare il Liceo quadriennale del "A.Righi"?
Ho scelto questo percorso convinto del fatto che era il Liceo giusto per me. L'ho amato perché mi ha preparato in ogni ambito, dall'Informatica alla Filosofia e principalmente per la possibilità di entrare un anno prima nel mondo universitario o del lavoro.
Ci sono state esperienze che ricordi in modo particolare nel tuo percorso?
La mia curiosità e la mia voglia di imparare mi spingono a conoscere le varie culture e l'arte europea, per questo ho partecipato, nel 2019, ad uno scambio interculturale, organizzato dalla scuola, in Olanda. È stata un'esperienza molto formativa.
Hai interessi fuori da quelli scolastici?
Gli anni di studio li ho coltivati assieme ai miei interessi principali: la fotografia e la produzione video-musicale. Ho una passione per la musica che mi accompagna sin da bambino, materia a cui mai rinuncerei e alla quale ho anche dedicato 3 anni di studio pianistico, e anche per le materie scientifiche.
La musica…, sembra avere un posto importante nella tua vita…
Il mio progetto principale è proprio quello di unire le due "arti" in una sola disciplina basata sull'uso della musica come strumento educativo, riabilitativo o terapeutico: la musicoterapia.
La figura del musicoterapista non gode ancora, purtroppo, di un riconoscimento legislativo, ma sono fiducioso, in quanto una delle tracce della prima prova di maturità, "Musicofilia", parlava proprio del fenomeno che si verifica quando il nostro sistema nervoso si sincronizza con quello di chi ci sta accanto attraverso la musica, e questo mi fa credere che qualcosa stia cambiando, in positivo, affinché la musicoterapia abbia lo spazio che le spetta nei programmi ministeriali.
E quindi? Cosa farai?
Quindi, come farlo al meglio se non studiando "Tecniche di Neurofisiopatologia" in Università e "Musicoterapia" in conservatorio? In generale durante l'esperienza musicoterapica, quello che accade al nostro sistema nervoso è affascinante, quindi, per farla al meglio, voglio concentrarmi su entrambe le discipline".
"La musica è una fortuna ed è la nostra vera terapia", per dirla con le parole di Ezio Bosso.