Casarella, Tatarella-Metta binomio di restaurazione
Duro attacco del consigliere di Forza Italia
Cerignola - mercoledì 27 maggio 2015
11.40
"Lezioni sull'essere di destra da chi ne ha calpestato ogni dignità, dopo averla incarnata per anni, è inaccettabile oltre che patetico". Il coordinatore cittadino di Forza Italia, Gianvito Casarella, tuona all'indirizzo di Salvatore Tatarella, "per la seconda volta in pochi giorni alle prese con la svendita della propria storia personale e di quella cittadina, alla ricerca disperata di improbabili voti per suo figlio Fabrizio candidato alla Regione".
Per il rappresentante di Fi, l'ex sindaco missino in queste ore sta facendo girare materiale propagandistico in cui si dà "l'invito al voto". "Singolare - osserva Casarella - constatare come l'ex eurodeputato calchi ancora la scena politica dopo aver annunciato urbi et orbi l'abbandono della ribalta, esponendosi in testi e foto sue e non di suo figlio candidato. E, nel farlo, vuole convincere la città (o forse semplicemente se stesso) che Metta sia l'unica scelta possibile per Cerignola e sia per giunta l'offerta di destra del panorama comunale. In cambio, assicurare qualche preferenza per la candidatura regionale del suo primogenito proprio da parte degli elettori di Metta".
"Tatarella, in sella a Bruxelles con le insegne e i voti berlusconiani, pare non voler ammettere che quel suo mondo, del quale è stato indubbio protagonista e maestro anche per chi come me muoveva i primi passi - riconosce Casarella, cresciuto nelle file dei movimenti giovanili della destra - oggi è superato, cancellato, obsoleto. Si va avanti. Tatarella sa che di lui e delle sue gesta, dopo la partenza, non c'è traccia in quei ragazzi classe '97 che oggi votano? Operazioni nostalgia sono bandite dalla storia. Amministrare oggi è profondamente diverso. Se per Tatarella ripartire vuol dire stare ancora al centro dei giochi, accettando l'incarico all'Interporto, eternandosi attraverso la progenie ed un 65enne ossessionato dalla vittoria comunale, allora vuol dire che ogni commento razionale diventa superfluo. Cerignola deve ripartire, è vero. E lo deve fare con la forza del rinnovamento, non del familismo né della restaurazione. Lo dico a Tatarella, col rispetto dell'allievo al maestro, io che di destra sono nato, sono cresciuto e rimango, senza scivoloni (Fli-sinistra nel 2013) né ripensamenti, né interessi personali e familiari. Insieme a quel mondo idilliaco degli anni '90, è cambiato un mondo. Ed è cambiata la destra. Con buona pace dei Tatarella".
Per il rappresentante di Fi, l'ex sindaco missino in queste ore sta facendo girare materiale propagandistico in cui si dà "l'invito al voto". "Singolare - osserva Casarella - constatare come l'ex eurodeputato calchi ancora la scena politica dopo aver annunciato urbi et orbi l'abbandono della ribalta, esponendosi in testi e foto sue e non di suo figlio candidato. E, nel farlo, vuole convincere la città (o forse semplicemente se stesso) che Metta sia l'unica scelta possibile per Cerignola e sia per giunta l'offerta di destra del panorama comunale. In cambio, assicurare qualche preferenza per la candidatura regionale del suo primogenito proprio da parte degli elettori di Metta".
"Tatarella, in sella a Bruxelles con le insegne e i voti berlusconiani, pare non voler ammettere che quel suo mondo, del quale è stato indubbio protagonista e maestro anche per chi come me muoveva i primi passi - riconosce Casarella, cresciuto nelle file dei movimenti giovanili della destra - oggi è superato, cancellato, obsoleto. Si va avanti. Tatarella sa che di lui e delle sue gesta, dopo la partenza, non c'è traccia in quei ragazzi classe '97 che oggi votano? Operazioni nostalgia sono bandite dalla storia. Amministrare oggi è profondamente diverso. Se per Tatarella ripartire vuol dire stare ancora al centro dei giochi, accettando l'incarico all'Interporto, eternandosi attraverso la progenie ed un 65enne ossessionato dalla vittoria comunale, allora vuol dire che ogni commento razionale diventa superfluo. Cerignola deve ripartire, è vero. E lo deve fare con la forza del rinnovamento, non del familismo né della restaurazione. Lo dico a Tatarella, col rispetto dell'allievo al maestro, io che di destra sono nato, sono cresciuto e rimango, senza scivoloni (Fli-sinistra nel 2013) né ripensamenti, né interessi personali e familiari. Insieme a quel mondo idilliaco degli anni '90, è cambiato un mondo. Ed è cambiata la destra. Con buona pace dei Tatarella".