Casarella: a Cerignola ci sono allagamenti di mafia
Le dichiarazioni a mezzo social del coordinatore cittadino di fratelli d’Italia, Gianvito Casarella
Cerignola - giovedì 31 ottobre 2019
18.07
A due giorni dalla diffusione della relazione del Prefetto che ha decretato lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Consiglio Comunale del Comune di Cerignola, dopo ore di mutismo delle parti politiche, eccezion fatta per il già Sindaco Metta, a rompere il silenzio è Gianvito Casarella, coordinatore di Fratelli d'Italia. In un video pubblicato sulla pagina Facebook dichiara:
«A Cerignola non ci sono infiltrazioni ma allagamenti di mafia. La relazione di 31 pagine restituisce un quadro dettagliato di nomi, funzioni… anche pubbliche, rapporti, legami, presenze, condizionamenti e lacerazioni del tessuto sociale. Purtroppo niente che già non fosse evidente a tutti tra indifferenza, assuefazione e rassegnazione. La città ancora una volta si spacca tra chi giustifica o vuole ignorare e chi grida il proprio sdegno. Né il fu sindaco è l'unico, alcuni ambienti sostenevano altri candidati al primo turno.
Ora serve riflettere come sia accaduto che, nella prima volta nella storia di questa città, alla malavita organizzata siano state date le chiavi originali del Palazzo di Città, non le copie.
Fa specie che ci sia ancora l'arroganza di parlare, offendere le Istituzioni, gli inquirenti, riunire la giunta nel proprio studio, tutto surreale come surreale è ciò che sta succedendo, e invece di tacere e vergognarsi c'è ancora chi continua a fomentare vendette, a dare la colpa a chi ha denunciato, alle autorità mediaticamente in questi quattro anni, come se il commissariamento fosse nato dal nulla.
No! Ci sono sei mesi di indagini del Viminale che non è organo politico, non è il Ministro Pro Tempore ma è la Polizia, lo Stato.
Attendiamo a questo punto azioni concrete e risolutorie per ripulire la Città e consentirle un futuro che adesso, così come stanno le cose, con questi cattivi padroni appare precluso».
«A Cerignola non ci sono infiltrazioni ma allagamenti di mafia. La relazione di 31 pagine restituisce un quadro dettagliato di nomi, funzioni… anche pubbliche, rapporti, legami, presenze, condizionamenti e lacerazioni del tessuto sociale. Purtroppo niente che già non fosse evidente a tutti tra indifferenza, assuefazione e rassegnazione. La città ancora una volta si spacca tra chi giustifica o vuole ignorare e chi grida il proprio sdegno. Né il fu sindaco è l'unico, alcuni ambienti sostenevano altri candidati al primo turno.
Ora serve riflettere come sia accaduto che, nella prima volta nella storia di questa città, alla malavita organizzata siano state date le chiavi originali del Palazzo di Città, non le copie.
Fa specie che ci sia ancora l'arroganza di parlare, offendere le Istituzioni, gli inquirenti, riunire la giunta nel proprio studio, tutto surreale come surreale è ciò che sta succedendo, e invece di tacere e vergognarsi c'è ancora chi continua a fomentare vendette, a dare la colpa a chi ha denunciato, alle autorità mediaticamente in questi quattro anni, come se il commissariamento fosse nato dal nulla.
No! Ci sono sei mesi di indagini del Viminale che non è organo politico, non è il Ministro Pro Tempore ma è la Polizia, lo Stato.
Attendiamo a questo punto azioni concrete e risolutorie per ripulire la Città e consentirle un futuro che adesso, così come stanno le cose, con questi cattivi padroni appare precluso».