Cronaca
Carcere di Foggia, evasi, catturati e rientrati
Struttura devastata, si contano i danni, si sottolineano le forti carenze di personale e inadeguatezza delle strutture carcerarie
Foggia - lunedì 9 marzo 2020
20.37
Stando a quanto riferiscono le fonti, nel pomeriggio una sostanzioso numero di detenuti è rientrato spontaneamente in carcere. Dopo l'incontro avvenuto nella struttura carceraria foggiana tra i detenuti, il Prefetto di Foggia Raffaele Grassi ed il Provveditore dell'Amministrazione Penitenziaria Puglia, Giuseppe Martone, la rivolta pare essere cessata. Spetterà agli agenti di Polizia Penitenziaria fare un censimento dettagliato al fine di rilevare il numero di presenti e quello degli evasi che, dagli ultimi aggiornamenti si attesterebbe intorno alla ventina.
Durante la protesta sembrerebbe che circa 60 detenuti siano riusciti ad evadere dalla struttura, circa 40 sono quelli rientrati autonomamente e catturati tra Foggia, Orta Nova, Cerignola e lungo il tragitto per Bari. Al momento si stanno quantificando anche i danni di una struttura che, a primo acchito, sembrerebbe letteralmente devastata.
Il grido di allarme di Gennaro Ricci, coordinatore Polizia Penitenziaria FP Cgil Foggia, la dice lunga su quanto sta accadendo nel carcere di Foggia e, più in generale, nelle carceri italiane "La verità è che i detenuti si sentono impuniti e, attraverso queste rivolte, cercano di forzare la mano su provvedimenti che svuotino le carceri".
Stando a ciò che riferisce Mario La Vecchia, segretario FP Cgil Foggia, tutti gli allarmi lanciati in questi anni sul carcere di Foggia sono rimasti inascoltati, la pressione che vivono gli agenti di Polizia Penitenziaria è molto forte e la dimostrano le continue aggressioni, ai danni degli stessi agenti, verificatesi negli ultimi anni.
Importante sottolineare l'attacco della Fp Cgil nazionale nei confronti di Alfonso Bonafede, Ministro della Giustizia, e di Francesco Basentini, Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, vista la scarsa sicurezza del personale nelle carceri, la progressiva diminuizione di agenti di Polizia Penitenziaria e l'inadeguatezza delle strutture carcerarie.
Stando al tenore delle dichiarazioni, dopo il rientro della situazione nel carcere di Foggia e la conta dei danni, si prevedono giorni in cui le sigle sindacali chiederanno immediati e tempestivi provvedimenti in materia.
Durante la protesta sembrerebbe che circa 60 detenuti siano riusciti ad evadere dalla struttura, circa 40 sono quelli rientrati autonomamente e catturati tra Foggia, Orta Nova, Cerignola e lungo il tragitto per Bari. Al momento si stanno quantificando anche i danni di una struttura che, a primo acchito, sembrerebbe letteralmente devastata.
Il grido di allarme di Gennaro Ricci, coordinatore Polizia Penitenziaria FP Cgil Foggia, la dice lunga su quanto sta accadendo nel carcere di Foggia e, più in generale, nelle carceri italiane "La verità è che i detenuti si sentono impuniti e, attraverso queste rivolte, cercano di forzare la mano su provvedimenti che svuotino le carceri".
Stando a ciò che riferisce Mario La Vecchia, segretario FP Cgil Foggia, tutti gli allarmi lanciati in questi anni sul carcere di Foggia sono rimasti inascoltati, la pressione che vivono gli agenti di Polizia Penitenziaria è molto forte e la dimostrano le continue aggressioni, ai danni degli stessi agenti, verificatesi negli ultimi anni.
Importante sottolineare l'attacco della Fp Cgil nazionale nei confronti di Alfonso Bonafede, Ministro della Giustizia, e di Francesco Basentini, Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, vista la scarsa sicurezza del personale nelle carceri, la progressiva diminuizione di agenti di Polizia Penitenziaria e l'inadeguatezza delle strutture carcerarie.
Stando al tenore delle dichiarazioni, dopo il rientro della situazione nel carcere di Foggia e la conta dei danni, si prevedono giorni in cui le sigle sindacali chiederanno immediati e tempestivi provvedimenti in materia.