Territorio
Caporalato, 16 anni fa veniva ucciso Hiso Telaray
Al giovane albanese è stata dedicata una bottiglia di vino
Cerignola - martedì 8 settembre 2015
10.02
In un'estate tragica per le morti nei campi agricoli pugliesi, oggi più che mai la mente va a Hiso Telaray, giovane cittadino albanese di 22 anni, ucciso dai 'caporali' a Cerignola esattamente 16 anni fa.
Il giovane albanese non aveva piegato la testa e si era ribellato alla logica spietata dei caporali di Capitanata. Hiso lavorava la terra. Era un bracciante agricolo che raccoglieva i frutti nei pressi di Cerignola. Ma la sua tenacia ed il suo senso di legalità si sono scontrati con le organizzazioni criminali che regolano i lavori degli stagionali, dei migranti che arrivano nella nostra provincia per lavorare e cercare un posto migliore rispetto a quello che hanno lasciato.
Hiso è stato assassinato in una giornata di settembre del 1999. Aveva 22 anni. La sua ribellione è stata punita per dare l'esempio a tutti, a chi magari voleva sfuggire alle costrizioni dei caporali, come ha ricordato Alessandro Leogrande nel suo libro 'Uomini e Caporali'.
Il nome di Hiso, però, continua a vivere. I caporali che l'hanno ucciso, in realtà, non hanno fatto altro che alimentare la sua sete di legalità, di giustizia. 'Libera Terre', infatti, ha dedicato al giovane albanese una bottiglia di vino rosso e rosato. L'etichetta porta il nome e racconta la sua storia. "Nonostante le minacce, Hiso non ha mai ceduto al ricatto dei caporali – è scritto sulla bottiglia - . A lui e a tutti coloro che non chinano la testa dinanzi all'arroganza mafiosa, dedichiamo questo vino".
Il vino che porta il nome di Hiso è nato nei vigneti di Mesagne, in provincia di Brindisi, dove la cooperativa 'Terre di Puglia – Libere Terre', produce ottimo vino e squisiti tarallini sui terreni confiscati ai boss mafiosi.
Il giovane albanese non aveva piegato la testa e si era ribellato alla logica spietata dei caporali di Capitanata. Hiso lavorava la terra. Era un bracciante agricolo che raccoglieva i frutti nei pressi di Cerignola. Ma la sua tenacia ed il suo senso di legalità si sono scontrati con le organizzazioni criminali che regolano i lavori degli stagionali, dei migranti che arrivano nella nostra provincia per lavorare e cercare un posto migliore rispetto a quello che hanno lasciato.
Hiso è stato assassinato in una giornata di settembre del 1999. Aveva 22 anni. La sua ribellione è stata punita per dare l'esempio a tutti, a chi magari voleva sfuggire alle costrizioni dei caporali, come ha ricordato Alessandro Leogrande nel suo libro 'Uomini e Caporali'.
Il nome di Hiso, però, continua a vivere. I caporali che l'hanno ucciso, in realtà, non hanno fatto altro che alimentare la sua sete di legalità, di giustizia. 'Libera Terre', infatti, ha dedicato al giovane albanese una bottiglia di vino rosso e rosato. L'etichetta porta il nome e racconta la sua storia. "Nonostante le minacce, Hiso non ha mai ceduto al ricatto dei caporali – è scritto sulla bottiglia - . A lui e a tutti coloro che non chinano la testa dinanzi all'arroganza mafiosa, dedichiamo questo vino".
Il vino che porta il nome di Hiso è nato nei vigneti di Mesagne, in provincia di Brindisi, dove la cooperativa 'Terre di Puglia – Libere Terre', produce ottimo vino e squisiti tarallini sui terreni confiscati ai boss mafiosi.