Territorio
Cani abbandonati, la storia di Giuseppe & Libera
Interviste ai Cerignolani DOC
Cerignola - domenica 23 agosto 2015
11.50
Entrando in un canile si intrecciano le storie dei cani ospiti e delle persone che decidono di adottarne uno. Camminare tra le gabbie piene, stracolme di cani abbandonati, dagli sguardi che chiedono una carezza fa stringere il cuore anche alla persona più fredda e insensibile. E' così che tanti cani hanno incrociato gli occhi del loro futuro padrone.
Abbiamo incontrato Giuseppe Mennuni, trentacinquenne di Cerignola (Fg), che ha voluto raccontarci il suo incontro con Libera, il cane che ha preso in un canile e dal quale ora è inseparabile.
"Era il 13 Marzo di due anni fa. Non faceva particolarmente freddo quel giorno, ma il sole tramontava presto e così decisi di raggiungere il canile, che si trova fuori dalla cittadina in cui abito, verso le cinque del pomeriggio. Una volta arrivato in questo posto in aperta campagna, mi guardo intorno e vedo tante, troppe gabbie piene di cani che abbaiano, attirati forse dalla mia macchina. Mi chiedo cosa pensano, forse sperano che io scelga uno di loro per portarlo via da quelle quattro mura.
Qualcuno si avvicina e mi chiede cosa cerco. "Sono venuto perché vorrei adottare un cane, uno qualunque", e con gli occhi indugio sui cuccioli che schiamazzano in una gabbia vicino. Ce ne sono tanti, uno sull'altro, si dimenano come se volessero attirare la mia attenzione. Uno, in particolare, un lupetto, continua ad abbaiare verso di me con il musetto tra le grate della gabbia.
Sorrido pensando che sta cercando di "corteggiarmi", e nel suo linguaggio forse mi sta chiedendo di portarlo via con me.
Ad un cero punto distolgo lo sguardo dalla gabbia dei cuccioli e un cane bianco attira la mia attenzione. Se ne sta buono, gli occhi tristi, il musetto infilato tra le grate, le orecchie abbassate. Anche questo è un cucciolo, ma ha l'atteggiamento rassegnato e paziente di chi non si aspetta nulla di più di quello che ha.
Lo guardo, mi guarda, improvvisamente capisco che è quello il cane che vorrei con me. In realtà mi ha scelto lui, attirandomi con il suo silenzio e gli occhi di chi non ha visto nulla oltre quelle terribili sbarre.
"E' stato un amore a prima vista", racconta Giuseppe, che si commuove al ricordo di quell'incontro con Libera, che è diventato il suo fedele amico a quattro zampe da due anni, ormai.
"L'ho chiamata Libera perché lei adesso si trova in un terreno confiscato alla mafia gestito dalla cooperativa Pietra di Scarto, della quale sono socio. Libera è il nome dell'associazione nazionale che si occupa di sensibilizzare e sollecitare la società civile nella lotta alle mafie, promuovendo una cultura basata sulla legalità e la giustizia. Si tratta di un coordinamento che raggruppa in Italia oltre 1500 gruppi, scuole, associazioni, realtà locali", ci spiega Giuseppe.
Libera non è solo un nome, ora è anche una storia.
"Ho sempre desiderato avere un cane, ma solo ora ho avuto la possibilità di realizzare questo desiderio. Non ci sono parole per descrivere l'affetto gratuito e incondizionato che Libera mi dimostra ogni giorno. Ringrazio Dio che l'ha messa sulla mia strada. Prendersi cura di un cane dà molta forza, ma implica anche responsabilità e dedizione continua", continua Giuseppe.
"E' bello arrivare sul posto di lavoro e trovarla che scodinzola felice di vederti. Mi dà tanta serenità! A questo proposito, lancio un appello a chiunque desideri un cane: non compratelo, adottatene uno in canile o nei rifugi delle associazioni di volontariato. Vi sarà grato per sempre, come sta facendo con me la mia Libera!"
Ringraziamo Giuseppe per la sua bella storia, e invitiamo chiunque voglia a raccontarne una alla nostra Redazione!
Cristiana Lenoci
www.iocelhofatta.com