Ciliegie a terra nei campi. <span>Foto Cia Puglia</span>
Ciliegie a terra nei campi. Foto Cia Puglia
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Campagna Ciliegie 2021, è crisi per i piccoli produttori

I prezzi irrisori corrisposti non coprirebbero nemmeno le spese di produzione e il frutto rischia di non essere raccolto

La protesta dei coltivatori di ciliegie "ferrovia" andata in scena ieri a Casamassima in provincia di Bari, sintetizza il momento di difficoltà che stanno vivendo i piccoli e medi produttori di uno dei frutti simbolo dell'estate. Ciliegie gettare a terra e intere cassette svuotate per strada. "Moltissimi piccoli e medi produttori in Puglia non sono nelle condizioni di raccogliere il prodotto perché il prezzo che viene loro accordato non copre nemmeno le spese per la raccolta e i costi di produzione", ha spiegato Raffaele Carrabba, presidente di CIA Agricoltori Italiani della Puglia. Sono principalmente tre i fattori sui quali le controparti dei produttori stanno facendo leva per spingere al ribasso i prezzi corrisposti ai produttori. "A causa di alcuni fattori climatici, il calibro di una parte del raccolto è inferiore ai consueti standard", ha aggiunto Sergio Curci, responsabile GIE Ortofrutta per CIA Puglia. "Le dimensioni ridotte, che pure non inficiano la qualità delle ciliegie, fanno si che il prodotto sia giudicato meno appetibile per il consumatore". "A questo, poi, si aggiunge che, nella nostra regione, il raccolto quest'anno sia caratterizzato da quantitativi rilevanti che hanno intasato il mercato nelle prime settimane di campagna. Il terzo fattore è rappresentato dall'esiguità del numero di OP (Organizzazioni di Produttori), di cooperative o consorzi capaci di aggregare l'offerta, programmarne l'uscita sul mercato, differenziarla per tipologie e destinazione di consumo o trasformazione a seconda dei differenti livelli qualitativi delle ciliege prodotte.

"Quella dei prezzi al ribasso e dello squilibrio tra quanto accordato ai produttori e i profitti della GDO è una questione che riguarda tutto il settore della frutticoltura e più in generale dell'ortofrutticolo", ha dichiarato Carrabba. "Noi stiamo puntando sull'aggregazione dei produttori. Fare massa critica significa avere un potere contrattuale più elevato ed essere in possesso delle risorse necessarie a fare programmazione e a investire nella ricerca varietale. Occorre programmare campagne cerasicole nelle quali la produzione non sia subito ingolfata da grandi quantitativi, ma che distribuisca la raccolta sull'arco di più settimane. È necessario, poi, saper realizzare una programmazione anche rispetto alle diverse qualità: nei mercati rionali e cittadini, così come nei supermercati, dobbiamo fare arrivare prodotti di grande qualità che siano remunerativi per i produttori. Allo stesso tempo, è necessario saper prevedere che una parte dei raccolti, quelli caratterizzati da calibri e resa qualitativa differente, possa prendere la via della trasformazione in bevande, succhi di frutta, confetture, prodotti essiccati, preparati vitaminici e altro ancora".
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