Attualità
Caffè a 50 cent, ma la tazzina si porta da casa: l’opinione di alcuni baristi di Cerignola sull’iniziativa di un bar di Venafro
Potrebbe rivelarsi un modo originale per acquisire e fidelizzare la clientela
Cerignola - giovedì 22 febbraio 2024
A Venafro, in provincia di Isernia, il titolare di un bar ha promosso un'iniziativa originale, che consiste nell'offrire ai propri clienti il caffè a metà prezzo (50 centesimi) a condizione che ognuno di loro porti la tazzina da casa. "E' un'iniziativa anticrisi e green, che consente di risparmiare i costi su acqua, energia elettrica e utilizzo di detersivi", ha dichiarato il proprietario, situato su corso Campano.
Abbiamo chiesto ad alcuni baristi di Cerignola di commentare questa iniziativa, che oltre ad avere una valenza anti-crisi ed etica, sembra per lo più una trovata pubblicitaria per acquisire nuovi clienti e fidelizzare quelli già esistenti.
Matteo, titolare del bar "Crema & Cioccolato" in Viale Roosevelt, ci tiene a sottolineare che "i costi maggiori si hanno proprio sul caffè, al momento della sua erogazione. Con un'iniziativa del genere si andrebbe invece a risparmiare una minima parte, circa il 20%, sui costi riguardanti energia elettrica, detersivi ed acqua. Dovremmo pensare, però, che con il caffè ad un euro noi baristi offriamo: la lettura di un quotidiano, un supporto psicologico per chi è solo, la bustina dello zucchero, ecc. Certo l'iniziativa di Venafro è una bella trovata pubblicitaria per attirare nuovi clienti, che potrebbero essere motivati inizialmente dalla curiosità. Per molti prendere un caffè è un gesto che rientra nelle abitudini, nella routine quotidiana, quindi secondo me questo barista ha trovato un ottimo modo per far parlare di sé".
"Per me uno dei requisiti per ottenere un buon caffè è che la tazza sia bollente. Immagino che arrivi un cliente con la tazza in mano, fredda, da riempire. Per me, che nel farlo ci metto cuore e passione per il lavoro, non sarebbe più la stessa cosa. Anzi, aggiungo che sarebbe piuttosto triste", è invece il commento di Marta, che lavora come barista presso il Bar Roosevelt. Nulla da eccepire, invece, per le motivazioni anti-crisi e green che il barista di Venafro ha voluto evidenziare. "Se il titolare del bar voleva farsi pubblicità ha trovato un bel modo, sicuramente ci saranno persone che ci andranno per curiosità", ha concluso Marta.
Per Cristian, del "Bar Roxy" in Viale Roosevelt, si tratta di un'iniziativa che "lascia il tempo che trova", e che anzi va a snaturare il servizio offerto dal bar. "Non mi sembra giusto che i clienti portino la tazza da casa loro, non ha più senso andare al bar, e secondo me molti clienti non verrebbero. Altro che pubblicità, si perderebbero i clienti con questa iniziativa, che non serve neppure a risparmiare granchè sui costi".
Meno drastica ma comunque perplessa ci è sembrata invece Lina, barista in un locale nei pressi di Piazza Duomo. "Il risparmio ci sarebbe, sia per il cliente che per il titolare del bar, quindi è un'iniziativa ottima per chi punta alla quantità più che alla qualità della clientela. Solo che mi sembra così strano che i clienti debbano riportarsi la tazzina sporca a casa…"
Chissà se anche a Cerignola qualche attività commerciale prenderà iniziative simili per fronteggiare il caro vita e risparmiare sulle spese. In tempi bui come questi, qualcosa bisogna pur inventarsela. E il bar di Venafro potrebbe fare "scuola" anche qui.
Abbiamo chiesto ad alcuni baristi di Cerignola di commentare questa iniziativa, che oltre ad avere una valenza anti-crisi ed etica, sembra per lo più una trovata pubblicitaria per acquisire nuovi clienti e fidelizzare quelli già esistenti.
Matteo, titolare del bar "Crema & Cioccolato" in Viale Roosevelt, ci tiene a sottolineare che "i costi maggiori si hanno proprio sul caffè, al momento della sua erogazione. Con un'iniziativa del genere si andrebbe invece a risparmiare una minima parte, circa il 20%, sui costi riguardanti energia elettrica, detersivi ed acqua. Dovremmo pensare, però, che con il caffè ad un euro noi baristi offriamo: la lettura di un quotidiano, un supporto psicologico per chi è solo, la bustina dello zucchero, ecc. Certo l'iniziativa di Venafro è una bella trovata pubblicitaria per attirare nuovi clienti, che potrebbero essere motivati inizialmente dalla curiosità. Per molti prendere un caffè è un gesto che rientra nelle abitudini, nella routine quotidiana, quindi secondo me questo barista ha trovato un ottimo modo per far parlare di sé".
"Per me uno dei requisiti per ottenere un buon caffè è che la tazza sia bollente. Immagino che arrivi un cliente con la tazza in mano, fredda, da riempire. Per me, che nel farlo ci metto cuore e passione per il lavoro, non sarebbe più la stessa cosa. Anzi, aggiungo che sarebbe piuttosto triste", è invece il commento di Marta, che lavora come barista presso il Bar Roosevelt. Nulla da eccepire, invece, per le motivazioni anti-crisi e green che il barista di Venafro ha voluto evidenziare. "Se il titolare del bar voleva farsi pubblicità ha trovato un bel modo, sicuramente ci saranno persone che ci andranno per curiosità", ha concluso Marta.
Per Cristian, del "Bar Roxy" in Viale Roosevelt, si tratta di un'iniziativa che "lascia il tempo che trova", e che anzi va a snaturare il servizio offerto dal bar. "Non mi sembra giusto che i clienti portino la tazza da casa loro, non ha più senso andare al bar, e secondo me molti clienti non verrebbero. Altro che pubblicità, si perderebbero i clienti con questa iniziativa, che non serve neppure a risparmiare granchè sui costi".
Meno drastica ma comunque perplessa ci è sembrata invece Lina, barista in un locale nei pressi di Piazza Duomo. "Il risparmio ci sarebbe, sia per il cliente che per il titolare del bar, quindi è un'iniziativa ottima per chi punta alla quantità più che alla qualità della clientela. Solo che mi sembra così strano che i clienti debbano riportarsi la tazzina sporca a casa…"
Chissà se anche a Cerignola qualche attività commerciale prenderà iniziative simili per fronteggiare il caro vita e risparmiare sulle spese. In tempi bui come questi, qualcosa bisogna pur inventarsela. E il bar di Venafro potrebbe fare "scuola" anche qui.