Attualità
Bollette choc sulle vetrine e postate sui profili social: esercenti pronti alla serrata?
Anche a Cerignola tante attività stanno per chiudere i battenti a causa del caro bollette
Cerignola - mercoledì 31 agosto 2022
9.43
Sarà un settembre caldo, e non ci riferiamo alle condizioni meteo. E' inquietante avvertire, in giro per la città, un clima di malessere e malcontento generale, a causa del caro-vita che sta attanagliando alcune categorie in particolare.
Abbiamo raccolto lo sfogo di alcuni artigiani e maestranze che non ce la fanno a "tirare avanti". Un fabbro, che lavora nel settore da più di trenta anni, ha chiuso "bottega" e svolge lavori su commissione senza partita Iva. "Non voglio regalare più un solo spicciolo allo Stato, che ci sta dissanguando", ha dichiarato.
Un falegname, che fino a qualche anno guadagnava abbastanza del suo lavoro, oggi ci ha detto che "quando si rivolgono a me per qualche commissione, i clienti vogliono pagare troppo poco, ed io mi ritrovo a non rientrare nelle spese".
Le bollette hanno spietatamente fermato anche le attività commerciali. In pieno centro sono almeno cinque i locali che, a partire da Settembre, chiuderanno le serrande.
"E' aumentato tutto, dalle materie prime agli ingredienti. Le persone vogliono mangiare cibo di qualità, ma non considerano che, per fare questo, dobbiamo alzare per forza i prezzi. Le bollette sono un salasso, si sono triplicate rispetto ad un anno fa, non ce la facciamo più. Preferiamo chiudere", si sfoga il gestore di una pizzeria che sta per lasciare l'attività sulla quale, mesi fa, ha investito risorse economiche ed energia.
Il caro-bollette non risparmia neppure la grande distribuzione. "Per fortuna io gestisco un supermercato facendo parte di una grande cooperativa a livello nazionale che cerca sempre di aiutare i soci. Ma la vedo dura, sono arrivate bollette salatissime che non mi permetteranno di durare più di tre mesi, a meno che non si intervenga. Lo Stato non può stare a guardare, dovrà pur intervenire". A parlare è un uomo, nel settore della grande distribuzione da trenta anni. Evidentemente questo è il periodo più difficile che abbia mai affrontato sino ad ora. Qualche giorno fa ha postato la foto delle bollette che ha ricevuto, ricevendo una miriade di commenti solidali.
Ma non possono prevalere sfiducia e rassegnazione: c'è anche chi propone una serrata comune, bloccando i pagamenti delle tasse.
"Se fossimo tutti uniti raggiungeremmo qualche risultato", dice qualcuno.
Intanto le serrande si chiudono, e le proposte stentano ad arrivare. "Dopo la Madonna" ci saranno tante sorprese, e purtroppo non molto piacevoli.
Abbiamo raccolto lo sfogo di alcuni artigiani e maestranze che non ce la fanno a "tirare avanti". Un fabbro, che lavora nel settore da più di trenta anni, ha chiuso "bottega" e svolge lavori su commissione senza partita Iva. "Non voglio regalare più un solo spicciolo allo Stato, che ci sta dissanguando", ha dichiarato.
Un falegname, che fino a qualche anno guadagnava abbastanza del suo lavoro, oggi ci ha detto che "quando si rivolgono a me per qualche commissione, i clienti vogliono pagare troppo poco, ed io mi ritrovo a non rientrare nelle spese".
Le bollette hanno spietatamente fermato anche le attività commerciali. In pieno centro sono almeno cinque i locali che, a partire da Settembre, chiuderanno le serrande.
"E' aumentato tutto, dalle materie prime agli ingredienti. Le persone vogliono mangiare cibo di qualità, ma non considerano che, per fare questo, dobbiamo alzare per forza i prezzi. Le bollette sono un salasso, si sono triplicate rispetto ad un anno fa, non ce la facciamo più. Preferiamo chiudere", si sfoga il gestore di una pizzeria che sta per lasciare l'attività sulla quale, mesi fa, ha investito risorse economiche ed energia.
Il caro-bollette non risparmia neppure la grande distribuzione. "Per fortuna io gestisco un supermercato facendo parte di una grande cooperativa a livello nazionale che cerca sempre di aiutare i soci. Ma la vedo dura, sono arrivate bollette salatissime che non mi permetteranno di durare più di tre mesi, a meno che non si intervenga. Lo Stato non può stare a guardare, dovrà pur intervenire". A parlare è un uomo, nel settore della grande distribuzione da trenta anni. Evidentemente questo è il periodo più difficile che abbia mai affrontato sino ad ora. Qualche giorno fa ha postato la foto delle bollette che ha ricevuto, ricevendo una miriade di commenti solidali.
Ma non possono prevalere sfiducia e rassegnazione: c'è anche chi propone una serrata comune, bloccando i pagamenti delle tasse.
"Se fossimo tutti uniti raggiungeremmo qualche risultato", dice qualcuno.
Intanto le serrande si chiudono, e le proposte stentano ad arrivare. "Dopo la Madonna" ci saranno tante sorprese, e purtroppo non molto piacevoli.