Martello del  giudice. <span>Foto Towfiqu barbhuiya da Pexels</span>
Martello del giudice. Foto Towfiqu barbhuiya da Pexels
Attualità

Avvocati che lasciano la professione: a Cerignola la fuga dalla toga è massiccia

La situazione conferma il trend pugliese, ma tanti scelgono ancora di iscriversi a Giurisprudenza

Un avvocato pugliese su tre medita seriamente di abbandonare la professione forense, magari a lungo "sudata" dopo anni di studio e gavetta post-universitaria. E' quanto emerge dai dati raccolti in un sondaggio della Cassa Forense con riferimento all'anno 2022. I questionari serviranno per preparare il Rapporto sull'avvocatura 2023 in collaborazione con il Censis.

La raccolta dei dati fa emergere senza ombra di dubbio la diminuzione degli attuali iscritti agli Ordini forensi della Puglia.

Nella nostra regione (ma la situazione a livello nazionale non cambia di molto) diminuiscono a vista d'occhio i professionisti con una dichiarazione dei redditi di importo superiore ai 100 mila euro.

Abbiamo cercato di capire qual è la situazione a Cerignola, una città in cui-almeno fino a qualche anno fa- c'erano almeno due/tre avvocati in ogni famiglia.

Anche qui, svolgendo una piccola indagine, la maggior parte degli avvocati (soprattutto i più giovani e freschi di laurea) non se la passa benissimo.

Ma allora perché molti giovani continuano ad iscriversi a Giurisprudenza? Perché questo corso di laurea è ancora uno dei più richiesti? Da più parti si auspica il numero chiuso come accade per le Professioni sanitarie.

Ameno questo servirebbe ad operare una selezione all'ingresso ed eliminare la platea di chi si iscrive solo per mancanza di alternative valide o perché segue il "mito" di una professione che nel tempo ha però perduto i fasti e gli onori.

"Mi sono laureata parecchi anni fa, ho fatto tirocinio in più di uno studio legale, ovviamente retribuita a pane e acqua. In ufficio facevo tutto io, non mi vergogno a dire che pulivo le scrivanie e lavavo i vetri, quando era necessario. Ho imparato qualcosa in questi anni di gavetta? Pochissimo, perché il dominus teneva le cose importanti per sé, non svelava i segreti del mestiere, anzi. Molti avvocati anziani sono poco propensi a dare spazio ai giovani". E' amaro lo sfogo di Maria, una ragazza quasi quarantenne di Cerignola che ora vive in un paese vicino e lavora in un'agenzia assicurativa.

"La mia esperienza di tirocinio per diventare avvocato è stata positiva, soprattutto per il rapporto con i colleghi e le attività svolte in tribunale, un luogo che ho sempre considerato interessante e stimolante se vissuto nella giusta maniera. Purtroppo ho avuto problemi con l'esame di abilitazione alla professione, che ho dovuto ripetere più volte mentre molti miei colleghi, anche meno preparati di me, sono andati avanti. Oggi mi trovo a fare tutt'altro, ho abbandonato il settore forense, ma devo dire che l'impalcatura della laurea in Legge mi sta servendo tanto anche nel lavoro che svolgo adesso". A parlare così è Matteo, scoraggiato da un esame di abilitazione, ma premiato in seguito dalle scelte che ha fatto, perché ora è un libero professionista affermato nel campo immobiliare.

Sembrano restare a galla tra mille difficoltà le avvocatesse di Cerignola. Le più giovani e intraprendenti non hanno problemi a seguire udienze e corsi di specializzazione di ogni tipo anche fuori città, quelle che hanno marito e figli cercano di non mollare e di far conciliare impegni familiari e professionali.

"E' diventata una professione impegnativa, forse troppo per una donna che ha una famiglia. Ma i sacrifici dobbiamo farli tutti per ottenere risultati, dipende dal livello di motivazione di ognuno. Io ad esempio ho sempre sognato sin da piccola di indossare la toga, e nonostante le difficoltà anche economiche cercherò di non mollare". Le parole di Maria Luisa sono quelle di una donna che realizza il suo sogno, ma per altre avvocatesse la realtà è tutt'altro che rosea.

C'è chi ha dovuto farsi due conti in tasca, e decidere di abbandonare la professione. "Non riuscivo più a pagare i contributi alla Cassa Forense, lavoravo poco rispetto a ciò che dovevo pagare.

Mi sono guardata allo specchio e ho pensato: basta con questa farsa, è ora di trovare un lavoro più consono alle mie aspettative
", dichiara senza mezzi termini Simona. Oggi lavora in un ente di formazione e rivela di aver trovato "la strada giusta".

Il fascino della toga resiste ancora? Forse sì, visto che alcuni maturandi da noi intervistati hanno risposto di volersi iscrivere al corso di laurea in Giurisprudenza. Ma alla domanda: "Vorresti fare l'avvocato"? la riposta è stata: "No, preferirei fare il giudice". Alcuni hanno le idee ancora più chiare: "Vorrei diventare criminologo e studiare i casi di omicidio più difficili".

  • Giustizia
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