Territorio
Autoscuole, la categoria invisibile
“Fase 2” avviata, lunedì la riapertura ma non per le Autoscuole, mai considerate. Ai nostri microfoni Marco Pici, titolare della Autoscuola Azzurra
Cerignola - domenica 17 maggio 2020
11.06
Mancano meno di 24 ore alla riapertura di moltissime attività, sono passati 13 giorni dall'avvio della "Fase 2" ma, purtroppo, c'è una categoria che ancora non sa quando è se riaprirà: quella delle Autoscuole.
« Il Governo, nei tanti decreti emanati sino ad oggi, compreso l' ultimo pubblicato, ha totalmente dimenticato la nostra categoria dimostrandosi sordo al nostro grido di aiuto. Una totale sordità cronica che, come il contagio da Coronavirus, ha infettato anche la Regione incapace di ascoltare i molteplici SOS lanciati abbandonandoci a noi stessi».
A parlare e a denunciare questa situazione è Marco Pici, titolare dell' Autoscuole Azzurra, associato UNASCA.
«Dopo anni di sacrifici e tra mille difficoltà, non ultima l'introduzione dell' iva sulle patenti che ha segnato un drastico calo delle iscrizioni nel settore a causa dell'aumento dei prezzi, ora arriva il Covid ed il suo triste risvolto» così esordisce Marco Pici ai nostri microfoni. Ci spiega che quello delle Autoscuole è un comparto che vanta 7000 aziende e 30.000 addetti tra titolari, istruttori di guida ed insegnanti di teoria tutti completamente dimenticati dal Governo e dalle Regioni.
«Nella lista dei codici ATECO, nell' allegato del DPCM del 26 aprile , compare il codice ATECO 85, legato alle attività di istruzione, codice attribuito anche alle AUTOSCUOLE. Questo lascia pensare che il governo creda che le autoscuole siano aperte ma, purtroppo, non è così. I titolari delle autoscuole sono fermi. Sono a casa. Loro non sono stipendiati ma titolari di Partita Iva, se non aprono le loro attività non percepiscono alcun tipo di emolumento».
Sconforto, amarezza e scoraggiamento da parte del titolare della Autoscuola Azzurra di Cerignola il quale denuncia non solo l'abbandono da parte delle istituzioni e di coloro che sono deputati a risolvere i problemi anziché crearli ma, come dimostrato, l'accanimento da parte dello Stato che non ha disposto alcun ammortizzatore volto a soccorrere l'intero comparto attanagliato dalle scadenze mensili, dai costi fissi, da spese che, volere o nolere, dovranno essere affrontate eppure i titolari della Autoscuole sono disposti a fare tutto purché anche il loro settore riparta.
«Ho deciso di chiudere di mia spontanea volontà ancor prima del lockdown. Ho effettuato un' intensa opera di responsabilizzazione dei miei allievi invogliandoli a rispettare le prescrizioni, le regole ed a cautelare se stessi e gli altri. Ora vorrei tornare tra e con i miei allievi. Adottando tutte le precauzioni che gli organi preposti potrebbero indicarci, e anche di più, per tutelare tutti, vorrei riaprire la mia attività. Se è vero che le autoscuole sono chiuse, le incombenze mensili non si sono fermate, non mai stati sospesi o annullati. Fitti, utenze, spese per il fermo sono scaduti e devono essere pagati ma , senza lavorare, non si può far fronte a tali spese. Gli ammortizzatori economici, messi in campo dal Governo, a molti non sono ancora stati pagati e questo mortifica ancora di più la mia categoria.
Ciò che chiedo, come titolare di Autoscuola ma, soprattutto, come cittadino, è di essere considerato alla stregua degli altri imprenditori. L' Italia non è solo turismo, ristorazione, e bellezza, l'Italia fonda la sua economia su migliaia di partite Iva e codici ATECO dimenticati, abbandonati a se stessi. Ora è arrivato il momento di urlare e far conoscere la vergognosa sorte toccata alle AUTOSCUOLE di tutta Italia ed il disastro economico e sociale che stanno vivendo migliaia di famiglie legate a queste attività»
« Il Governo, nei tanti decreti emanati sino ad oggi, compreso l' ultimo pubblicato, ha totalmente dimenticato la nostra categoria dimostrandosi sordo al nostro grido di aiuto. Una totale sordità cronica che, come il contagio da Coronavirus, ha infettato anche la Regione incapace di ascoltare i molteplici SOS lanciati abbandonandoci a noi stessi».
A parlare e a denunciare questa situazione è Marco Pici, titolare dell' Autoscuole Azzurra, associato UNASCA.
«Dopo anni di sacrifici e tra mille difficoltà, non ultima l'introduzione dell' iva sulle patenti che ha segnato un drastico calo delle iscrizioni nel settore a causa dell'aumento dei prezzi, ora arriva il Covid ed il suo triste risvolto» così esordisce Marco Pici ai nostri microfoni. Ci spiega che quello delle Autoscuole è un comparto che vanta 7000 aziende e 30.000 addetti tra titolari, istruttori di guida ed insegnanti di teoria tutti completamente dimenticati dal Governo e dalle Regioni.
«Nella lista dei codici ATECO, nell' allegato del DPCM del 26 aprile , compare il codice ATECO 85, legato alle attività di istruzione, codice attribuito anche alle AUTOSCUOLE. Questo lascia pensare che il governo creda che le autoscuole siano aperte ma, purtroppo, non è così. I titolari delle autoscuole sono fermi. Sono a casa. Loro non sono stipendiati ma titolari di Partita Iva, se non aprono le loro attività non percepiscono alcun tipo di emolumento».
Sconforto, amarezza e scoraggiamento da parte del titolare della Autoscuola Azzurra di Cerignola il quale denuncia non solo l'abbandono da parte delle istituzioni e di coloro che sono deputati a risolvere i problemi anziché crearli ma, come dimostrato, l'accanimento da parte dello Stato che non ha disposto alcun ammortizzatore volto a soccorrere l'intero comparto attanagliato dalle scadenze mensili, dai costi fissi, da spese che, volere o nolere, dovranno essere affrontate eppure i titolari della Autoscuole sono disposti a fare tutto purché anche il loro settore riparta.
«Ho deciso di chiudere di mia spontanea volontà ancor prima del lockdown. Ho effettuato un' intensa opera di responsabilizzazione dei miei allievi invogliandoli a rispettare le prescrizioni, le regole ed a cautelare se stessi e gli altri. Ora vorrei tornare tra e con i miei allievi. Adottando tutte le precauzioni che gli organi preposti potrebbero indicarci, e anche di più, per tutelare tutti, vorrei riaprire la mia attività. Se è vero che le autoscuole sono chiuse, le incombenze mensili non si sono fermate, non mai stati sospesi o annullati. Fitti, utenze, spese per il fermo sono scaduti e devono essere pagati ma , senza lavorare, non si può far fronte a tali spese. Gli ammortizzatori economici, messi in campo dal Governo, a molti non sono ancora stati pagati e questo mortifica ancora di più la mia categoria.
Ciò che chiedo, come titolare di Autoscuola ma, soprattutto, come cittadino, è di essere considerato alla stregua degli altri imprenditori. L' Italia non è solo turismo, ristorazione, e bellezza, l'Italia fonda la sua economia su migliaia di partite Iva e codici ATECO dimenticati, abbandonati a se stessi. Ora è arrivato il momento di urlare e far conoscere la vergognosa sorte toccata alle AUTOSCUOLE di tutta Italia ed il disastro economico e sociale che stanno vivendo migliaia di famiglie legate a queste attività»