Territorio
Assunta Fino: "Assia è un agile felino creativo."
A tu per tu con l'artista di arte contemporanea
Cerignola - lunedì 19 settembre 2016
9.56
La sua pittura si muove tra il figurato e l'astratto, che lei predilige ma nonostante ciò, il suo ideale è la purezza. Le sue opere nascono dalla realtá per poi manifestarsi in corporitá materica per un impellente desiderio di svuotarsi del suo senso di "agile felino creativo".Questa è Assunta Fino, in arte "Assia".
INTERVISTA
V- Chi è Assunta Fino e cosa la spinge ad essere "l'artista" che lei è? Quando ha capito che il mondo dell'arte era l'unica possibilita di uscire dalla noia del classico posto fisso?
A - Assunta o Assia, come preferisce, è nata a Foggia ma vive e lavora a Cerignola.
Scegliere di "fare l'artista" non lo si sceglie ma più semplicemente avviene, almeno per quanto mi riguarda. L'arte che io ammiravo da bambina e poi da adolescente è diventata con il tempo "amore e passione" in una societá dove orizzonti personali, intimi o simbolici si ritrovano solo "operando sulla tela". È una traspasizione di dolce follia senza punto di ritorno.
V - Come nascono i suoi quadri e quali i valori principali che essi raffigurano? Quale tela, di quelle che ha dipinto, sente più vicina a lei?
A - I miei quadri nascono da percezioni olfattive e sensoriali, da reazioni che rievocano ricordi del mio "odoroso passato". Difficile da spiegarlo ma essi giungono a me senza freno; Arrivano dritti al cuore come un profumo di note in festa che irrazionalmente, in una combinazione arte - follia, iniziano a stravolgere materialmente il mio inconscio dormiente.
Personalmente non li chiamerei valori personali ma commozioni palpitanti a cui tento di dar forme a informi colorate per trasmettere messaggi travagliati che passano dalla certezza all'incertezza, dall'amore al dubbio, dalla disperazione a non essere ascoltata, dal distacco personale al tradimento.
Il mio rapporto con la tela, insomma, é più un dialogo di chiarezza intima dove solo i quadri sono portatori parlanti di emozioni che diventano confidenti, amici o persino figli.
Non penso di aver una tela in particolare. Amo tutte le mie opere nella stessa maniera, in fondo le partorisco io. Tutte loro hanno delle scheggie e delle sfaccettature che non posso scordare.
V - Quanto è importante per lei il consenso dei tuoi coincittadini e cosa ne pensa di tutti i nuovi adolescenti che sprecano i loro giorni di fronte ad una birra al posto di appassionarsi all'arte?
A - Il giudizio del pubblico è importante, direi. Quasi fondamentale visto che il linguaggio artistico muta ed alcuni di loro non sono ancora pronti ad accettarlo. Mi capita spesso di osservare i miei concittadini che sostano alla vetrina del mio studio. Mi piace osservarli ma sopratutto mi intriga l'idea che la mia arte li faccia diventare così curiosi da porgermi delle domande. Ma non è sempre così purtroppo; difatti la mia arte si sposta dal mio territorio perchè io stessa sento la necessitá di confrontarmi e rappresentarmi in altre realtá dove c'è più visibilitá e possibilitá di dialogo artistico. Qui, a Cerignola, non sempre accade.
Penso che tra i giovani e l'arte intercorre un'intesa relazione data dall'idea creativita che ognuno di loro ha. Oggi, si opera artisticamente sul proprio corpo come se fossimo tutti sculture viventi.
È attraverso il mondo del tatuaggio o della tintura che il giovane, anche oggi, può espriemere le proprie idee o persino il proprio mondo trasformista ed all'avanguardia. Ed ecco che queste semplici idee diventani per me stimoli.
V - Viviamo in una citta non molto disposta a queste nuove forme d'arte, com'è stato il suo percorso e quali gli step che l' hanno fatto arrivare così in cima?
A - Riuscire nella volontá di avvicinare il pubblico cerignolano verso forme artistiche contemporanee è un pò dura, ma non impossibile. Il cervello umano, purtroppo, ha difficoltá davanti ad un'opera contemporanea di assemblare i canoni linguistici del mondo oggettivo. In fondo l'artista contemporaneo è un artista astratto, quasi un visionario.
Da qui la conseguente necessitá nel mio lavoro di cercare e trovare un dialogo artistico univoco al di lá del luogo, dove la gente è pronta all'ascolto e dove forze umane si uniscono in luoghi dove l'Arte viene rispettata. Credo che se oggi sono arrivata dove sono, lo devo alla mia ricerca personale di rendere il mio linguaggio artistico accessibile a tutti. È stata la ricerca che mi ha fatto mutare, cambiare ed evolvere. Ovviamente poi, nel mio lavoro, o sei creativo o non lo sei.
Come dico sempre io" La montagna è alta da scalare ma la cima è lì alta per rappresentare l'attesa. Dove la montagna è bituminosa, un palloncino verde di speranza si libera in alto verso il cielo, quasi da superare la stessa montagna".
V - Quali progetti hai in riservo per tutti i suoi ammiratori? Quali i progetti che ha ancora nel cassetto?
Che bella domanda...Progetti!
Intanto dal seme cresceranno nuove piante, se c'è un giusto ambiente e un terreno ben coltivato. Ora sto approfondendo tecniche di sperimentazione nell'uso del bitume;
Poi, vabbè, nel cassetto c'è tanto ma è meglio se rimanga un piacevole segreto da svolgere gradualmente. Per ora però, posso dirti che nel mese di Settembre ci saranno varie mostre e vari eventi che vedranno le mie opere esposte.
Intanto alcune di loro sono in mostra a Conversano, nell'Hotel d'Altavilla. Qui ci sono anche alcune realizzazioni fatte con il vino. Inoltre, opere a parte, sono alle prese con la realizzazione della copertina del mio secondo libro.
V -Artista, Donna, Moglie, Madre e Nonna. Cosa consiglierebbe a tutte quelle ragazze che al posto di vivere " il proprio sogno" preferiscono farsi sottommettere dal proprio uomo?
A - Mamma mia quanti ruoli che ho.... Quello più tenero è il ruolo di nonna con la mia Martina, anche lei sapiente "artisticamente".
Donna, Moglie, Madre, Artista, una protofemminista come Benedetta Coppa?
Ho una famiglia molto unita e serena, che sa sostenermi in tutto. Il dialogo, la speranza, tutto è dato dalla forza di essere sè stessi. Non possiamo negare che questo territorio porta con sè limitazoni date da giudizi, schemi, limitazioni, barrieri di pensiero e di azione, ed è una strada ancora lunga da percorrre affinchè si possa comprendere che al giorno d'oggi si può ancora osare. Non bisogna sacrificare nessuna identitá, nessun corpo, nessuna mente, non bisogna sacrificare tutto ciò per la persona che si ama o che meglio pensi che ti ama. Libertá, ragazze dovete esseri libere di essere folli, originali e guerriere.
V - Se dovessi dipingere una tela che rappresenti il suo paese, come la dipingerebbe?
A - La tela ha un valore umano perchè oltre a rappresentare ciò che desidera comunicare o donare, rappresenta me stessa come essenza o materia, un pensiero coraggiosamente vivo, eccletticamente provocatorio prima di poter dare trasporto.
Sono una cittadina consapevole di una bellezza e grandiosità "solo esteriore" del mio paese ma detesto il ruolo di "Lupo travestito da agnello" che senza cultura di anima soccombe la gente facendola diventare un "monocromo" onirico di un'atmosfera soffocante e ibrida. Si può anche pensare che io sia impietosa, ingrata al mio paese ma non è così. Io dipingo le mie sensazioni, solo quelle.
V - Lei è una persona molto legata all'arte e a tutti i volti che cercano di far di essa il proprio mestiere,al posto dell'attuale sindaco Franco Metta, cosa avrebbe fatto per rendere più accessibile l'arte cerignolana a tutti i suoi ceti interni ed esterni?
A - Per far si che si possa interpretare e decodificare la realtá dormiente culturalmente che ci circonda, bisognerebbe stuzzicarla interpretandola in tutte le varie forme del nostro panorama. Per cui, rivolgendomi al Sindaco Franco Metta, direi di incentivare il singolo artista perchè l'arte contemporanea deve essere promossa con le persone giuste , anche quelle politiche, resistendo alle trappole dell'Arte omologata e standardizzata. Abbiamo bisogno di un'Arte che ci sfidi, che coinvolga ovunque, che si possa trovare e spiegare nei musei, nei caffè, negli edifici abbandonati e che possano essere riconsiderati in tal senso. Nel rispetto sempre della comunitá e dell'ambiente ovviamente, abbiamo bisogno di un Sindaco che deve essere alleato nell'azione di recupero per la storia artistica che muta in maniera attenta con sana bizzarria.
INTERVISTA
V- Chi è Assunta Fino e cosa la spinge ad essere "l'artista" che lei è? Quando ha capito che il mondo dell'arte era l'unica possibilita di uscire dalla noia del classico posto fisso?
A - Assunta o Assia, come preferisce, è nata a Foggia ma vive e lavora a Cerignola.
Scegliere di "fare l'artista" non lo si sceglie ma più semplicemente avviene, almeno per quanto mi riguarda. L'arte che io ammiravo da bambina e poi da adolescente è diventata con il tempo "amore e passione" in una societá dove orizzonti personali, intimi o simbolici si ritrovano solo "operando sulla tela". È una traspasizione di dolce follia senza punto di ritorno.
V - Come nascono i suoi quadri e quali i valori principali che essi raffigurano? Quale tela, di quelle che ha dipinto, sente più vicina a lei?
A - I miei quadri nascono da percezioni olfattive e sensoriali, da reazioni che rievocano ricordi del mio "odoroso passato". Difficile da spiegarlo ma essi giungono a me senza freno; Arrivano dritti al cuore come un profumo di note in festa che irrazionalmente, in una combinazione arte - follia, iniziano a stravolgere materialmente il mio inconscio dormiente.
Personalmente non li chiamerei valori personali ma commozioni palpitanti a cui tento di dar forme a informi colorate per trasmettere messaggi travagliati che passano dalla certezza all'incertezza, dall'amore al dubbio, dalla disperazione a non essere ascoltata, dal distacco personale al tradimento.
Il mio rapporto con la tela, insomma, é più un dialogo di chiarezza intima dove solo i quadri sono portatori parlanti di emozioni che diventano confidenti, amici o persino figli.
Non penso di aver una tela in particolare. Amo tutte le mie opere nella stessa maniera, in fondo le partorisco io. Tutte loro hanno delle scheggie e delle sfaccettature che non posso scordare.
V - Quanto è importante per lei il consenso dei tuoi coincittadini e cosa ne pensa di tutti i nuovi adolescenti che sprecano i loro giorni di fronte ad una birra al posto di appassionarsi all'arte?
A - Il giudizio del pubblico è importante, direi. Quasi fondamentale visto che il linguaggio artistico muta ed alcuni di loro non sono ancora pronti ad accettarlo. Mi capita spesso di osservare i miei concittadini che sostano alla vetrina del mio studio. Mi piace osservarli ma sopratutto mi intriga l'idea che la mia arte li faccia diventare così curiosi da porgermi delle domande. Ma non è sempre così purtroppo; difatti la mia arte si sposta dal mio territorio perchè io stessa sento la necessitá di confrontarmi e rappresentarmi in altre realtá dove c'è più visibilitá e possibilitá di dialogo artistico. Qui, a Cerignola, non sempre accade.
Penso che tra i giovani e l'arte intercorre un'intesa relazione data dall'idea creativita che ognuno di loro ha. Oggi, si opera artisticamente sul proprio corpo come se fossimo tutti sculture viventi.
È attraverso il mondo del tatuaggio o della tintura che il giovane, anche oggi, può espriemere le proprie idee o persino il proprio mondo trasformista ed all'avanguardia. Ed ecco che queste semplici idee diventani per me stimoli.
V - Viviamo in una citta non molto disposta a queste nuove forme d'arte, com'è stato il suo percorso e quali gli step che l' hanno fatto arrivare così in cima?
A - Riuscire nella volontá di avvicinare il pubblico cerignolano verso forme artistiche contemporanee è un pò dura, ma non impossibile. Il cervello umano, purtroppo, ha difficoltá davanti ad un'opera contemporanea di assemblare i canoni linguistici del mondo oggettivo. In fondo l'artista contemporaneo è un artista astratto, quasi un visionario.
Da qui la conseguente necessitá nel mio lavoro di cercare e trovare un dialogo artistico univoco al di lá del luogo, dove la gente è pronta all'ascolto e dove forze umane si uniscono in luoghi dove l'Arte viene rispettata. Credo che se oggi sono arrivata dove sono, lo devo alla mia ricerca personale di rendere il mio linguaggio artistico accessibile a tutti. È stata la ricerca che mi ha fatto mutare, cambiare ed evolvere. Ovviamente poi, nel mio lavoro, o sei creativo o non lo sei.
Come dico sempre io" La montagna è alta da scalare ma la cima è lì alta per rappresentare l'attesa. Dove la montagna è bituminosa, un palloncino verde di speranza si libera in alto verso il cielo, quasi da superare la stessa montagna".
V - Quali progetti hai in riservo per tutti i suoi ammiratori? Quali i progetti che ha ancora nel cassetto?
Che bella domanda...Progetti!
Intanto dal seme cresceranno nuove piante, se c'è un giusto ambiente e un terreno ben coltivato. Ora sto approfondendo tecniche di sperimentazione nell'uso del bitume;
Poi, vabbè, nel cassetto c'è tanto ma è meglio se rimanga un piacevole segreto da svolgere gradualmente. Per ora però, posso dirti che nel mese di Settembre ci saranno varie mostre e vari eventi che vedranno le mie opere esposte.
Intanto alcune di loro sono in mostra a Conversano, nell'Hotel d'Altavilla. Qui ci sono anche alcune realizzazioni fatte con il vino. Inoltre, opere a parte, sono alle prese con la realizzazione della copertina del mio secondo libro.
V -Artista, Donna, Moglie, Madre e Nonna. Cosa consiglierebbe a tutte quelle ragazze che al posto di vivere " il proprio sogno" preferiscono farsi sottommettere dal proprio uomo?
A - Mamma mia quanti ruoli che ho.... Quello più tenero è il ruolo di nonna con la mia Martina, anche lei sapiente "artisticamente".
Donna, Moglie, Madre, Artista, una protofemminista come Benedetta Coppa?
Ho una famiglia molto unita e serena, che sa sostenermi in tutto. Il dialogo, la speranza, tutto è dato dalla forza di essere sè stessi. Non possiamo negare che questo territorio porta con sè limitazoni date da giudizi, schemi, limitazioni, barrieri di pensiero e di azione, ed è una strada ancora lunga da percorrre affinchè si possa comprendere che al giorno d'oggi si può ancora osare. Non bisogna sacrificare nessuna identitá, nessun corpo, nessuna mente, non bisogna sacrificare tutto ciò per la persona che si ama o che meglio pensi che ti ama. Libertá, ragazze dovete esseri libere di essere folli, originali e guerriere.
V - Se dovessi dipingere una tela che rappresenti il suo paese, come la dipingerebbe?
A - La tela ha un valore umano perchè oltre a rappresentare ciò che desidera comunicare o donare, rappresenta me stessa come essenza o materia, un pensiero coraggiosamente vivo, eccletticamente provocatorio prima di poter dare trasporto.
Sono una cittadina consapevole di una bellezza e grandiosità "solo esteriore" del mio paese ma detesto il ruolo di "Lupo travestito da agnello" che senza cultura di anima soccombe la gente facendola diventare un "monocromo" onirico di un'atmosfera soffocante e ibrida. Si può anche pensare che io sia impietosa, ingrata al mio paese ma non è così. Io dipingo le mie sensazioni, solo quelle.
V - Lei è una persona molto legata all'arte e a tutti i volti che cercano di far di essa il proprio mestiere,al posto dell'attuale sindaco Franco Metta, cosa avrebbe fatto per rendere più accessibile l'arte cerignolana a tutti i suoi ceti interni ed esterni?
A - Per far si che si possa interpretare e decodificare la realtá dormiente culturalmente che ci circonda, bisognerebbe stuzzicarla interpretandola in tutte le varie forme del nostro panorama. Per cui, rivolgendomi al Sindaco Franco Metta, direi di incentivare il singolo artista perchè l'arte contemporanea deve essere promossa con le persone giuste , anche quelle politiche, resistendo alle trappole dell'Arte omologata e standardizzata. Abbiamo bisogno di un'Arte che ci sfidi, che coinvolga ovunque, che si possa trovare e spiegare nei musei, nei caffè, negli edifici abbandonati e che possano essere riconsiderati in tal senso. Nel rispetto sempre della comunitá e dell'ambiente ovviamente, abbiamo bisogno di un Sindaco che deve essere alleato nell'azione di recupero per la storia artistica che muta in maniera attenta con sana bizzarria.