Cronaca
Assolti dopo 12 anni i due infermieri del “Tatarella” condannati per violenza sessuale
Accolte le richieste dei difensori, considerata inattendibile la donna
Cerignola - mercoledì 24 novembre 2021
16.24
La Corte d'Appello di Bari ha assolto nella tarda serata di ieri i due infermieri dell'ospedale di Cerignola che erano stati arrestati nel 2009, accusati di violenza sessuale nei confronti di una donna avvenuta all'interno dell'ospedale Tatarella di Cerignola. Secondo la tesi dell'accusa i due infermieri, uno di San Severo e uno di Cerignola, avrebbero costretto la donna a subire ripetutamente atti di libidine.
Le richieste dei difensori Giuseppe Casale, Raffaele Casale e Rosario Marino sono state accolte integralmente. Gli avvocati avevano evidenziato che le dichiarazioni della giovane donna non erano attendibili perché: "Non era possibile che avesse subito più violenze in momenti diversi senza chiamare aiuto in un ospedale affollato come uno stadio".
I due imputati erano stati condannati sia in primo che in secondo grado perché i giudici avevano ritenuto credibile il racconto della vittima. Alla sentenza era seguito un primo annullamento della Cassazione, poi una condanna da parte della Corte d'appello e un secondo annullamento da parte della Cassazione che aveva disposto di rifare il processo. Ieri la Corte barese ha chiuso definitivamente la vicenda assolvendo entrambi gli imputati perché il fatto non sussiste, mettendo fine a questa odissea giudiziaria durata 12 anni.
Le richieste dei difensori Giuseppe Casale, Raffaele Casale e Rosario Marino sono state accolte integralmente. Gli avvocati avevano evidenziato che le dichiarazioni della giovane donna non erano attendibili perché: "Non era possibile che avesse subito più violenze in momenti diversi senza chiamare aiuto in un ospedale affollato come uno stadio".
I due imputati erano stati condannati sia in primo che in secondo grado perché i giudici avevano ritenuto credibile il racconto della vittima. Alla sentenza era seguito un primo annullamento della Cassazione, poi una condanna da parte della Corte d'appello e un secondo annullamento da parte della Cassazione che aveva disposto di rifare il processo. Ieri la Corte barese ha chiuso definitivamente la vicenda assolvendo entrambi gli imputati perché il fatto non sussiste, mettendo fine a questa odissea giudiziaria durata 12 anni.