Cronaca
Assalto al caveau di Catanzaro, i cerignolani condannati
Assalto al caveau della “Sicurtranspost” di Germaneto di Catanzaro, dei tre cerignolani arrestati due condanne e una assoluzione
Cerignola - mercoledì 31 luglio 2019
20.11
Era il 4 Dicembre 2016 il giorno in cui ci fu l'assalto al caveau ai danni della "Sicurtranspost" di Germaneto di Catanzaro. I banditi entrarono nel caveau sfondando i muri corazzati con un potente mezzo cingolato e, per farlo, bloccarono tutte le strade di accesso dando fuoco a 11 auto poste come sbarramento.
Le indagini da parte degli inquirenti fecero scattare l'operazione "Keleos" coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro e condotte dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalle Squadre Mobili di Catanzaro e Foggia e, ai responsabili, fu contestata l'aggravante del metodo mafioso. Fu accertata l'esistenza di uno strettissimo collegamento tra cerignolani, 'specializzati' nel settore, e basisti calabresi nonché la complicità di un dipendente della stessa "Sicurtranspost", costituitasi parte civile al processo.
Grazie alle dichiarazioni di una collaboratrice di giustizia, una donna legata sentimentalmente ad uno degli organizzatori del colpo, fioccarono i primi arresti e i primi indagati, per la maggior parte calabresi, finì in carcere il cerignolano Mario Mancino e altri cerignolani furono inseriti nel registro degli indagati. Successivamente, il 7 Agosto 2018, in un casolare di campagna di Giovinazzo, furono arrestati i latitanti Alessandro Morra, cerignolano, ritenuto uno degli organizzatori del colpo che fruttò un bottino 8 milioni e mezzo di euro, e Pasquale Pazienza, bitontino.
Della banda composta da 12 persone tra calabresi, cerignolani e pugliesi, per gli imputati che chiesero rito abbreviato i PM Grattieri e Sirleo chiesero 14 anni di reclusione mentre il GUP di Catanzaro Claudio Paris ha condannato a 12 anni di reclusione il cerignolano Alessandro Morra, 37enne, a 10 anni di reclusione il cerignolano Matteo Ladogana, 47enne, assolto il cerignolano Mario Mancino che torna, quindi, in libertà.
Le indagini da parte degli inquirenti fecero scattare l'operazione "Keleos" coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro e condotte dal Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato e dalle Squadre Mobili di Catanzaro e Foggia e, ai responsabili, fu contestata l'aggravante del metodo mafioso. Fu accertata l'esistenza di uno strettissimo collegamento tra cerignolani, 'specializzati' nel settore, e basisti calabresi nonché la complicità di un dipendente della stessa "Sicurtranspost", costituitasi parte civile al processo.
Grazie alle dichiarazioni di una collaboratrice di giustizia, una donna legata sentimentalmente ad uno degli organizzatori del colpo, fioccarono i primi arresti e i primi indagati, per la maggior parte calabresi, finì in carcere il cerignolano Mario Mancino e altri cerignolani furono inseriti nel registro degli indagati. Successivamente, il 7 Agosto 2018, in un casolare di campagna di Giovinazzo, furono arrestati i latitanti Alessandro Morra, cerignolano, ritenuto uno degli organizzatori del colpo che fruttò un bottino 8 milioni e mezzo di euro, e Pasquale Pazienza, bitontino.
Della banda composta da 12 persone tra calabresi, cerignolani e pugliesi, per gli imputati che chiesero rito abbreviato i PM Grattieri e Sirleo chiesero 14 anni di reclusione mentre il GUP di Catanzaro Claudio Paris ha condannato a 12 anni di reclusione il cerignolano Alessandro Morra, 37enne, a 10 anni di reclusione il cerignolano Matteo Ladogana, 47enne, assolto il cerignolano Mario Mancino che torna, quindi, in libertà.