Antonio Simone, musicista jazz di Cerignola, in concerto nelle Saline di Margherita di Savoia
L’evento si terrà domani al tramonto, con inizio alle ore 18.30
Cerignola - sabato 16 settembre 2023
13.41
Quando musica e bellezza naturale si incontrano, il risultato non può che essere suggestivo. Domani le Saline di Margherita di Savoia diventeranno la location perfetta per un concerto del tutto originale, tenuto dal cerignolano Antonio Simone Quartet (piano, sax, basso e batteria) che accompagnerà la cantante Luciana Negroponte.
Antonio Simone, pianista nato a Foggia nel 1985 ma vissuto a Cerignola e qui tornato da qualche anno, si è formato presso la rinomata Accademia Nazionale del Jazz, "Fondazione Siena Jazz" con insegnanti del calibro di Paolo Birro, Stefano Battaglia, Stefano Onorati, John Taylor, Peter Martin e altri. Prima, però, ha completato gli studi presso il Conservatorio con il musicista Rosario Mastroserio.
Sono tanti ed anche prestigiosi i riconoscimenti ottenuti nel corso della sua attività di pianista: tra le esperienze più recenti e significative c'è quella di aver rivestito il ruolo di direttore artistico della Rassegna al Multisala Cinema Paolillo in Jazz, oltre alla realizzazione di concerti estivi come quello tenuto con il suo trio a Barcellona, presso il "Velvet Room" e presso il nuovo Jazz Club romano "Il salotto di Boud aire".
In occasione del concerto "Il Sole nel Sale" presso le Saline di Margherita di Savoia, che si terrà domani, abbiamo intervistato questo talentuoso pianista per conoscere e approfondire il percorso musicale che lo ha portato sino ad oggi a grandi soddisfazioni personali e professionali.
Ciao Antonio, la prima domanda che vorremmo farti riguarda la tua carriera di pianista. Quali sono le esperienze che ti hanno segnato di più come uomo e come musicista?
"Le esperienze che più mi hanno segnato sono quelle vissute durante il mio periodo di formazione ed alcune prime esperienze lavorative. Per le prime mi riferisco al periodo vissuto dopo il Conservatorio, un percorso di perfezionamento e di primo approccio al jazz con Sante Palumbo (pianista jazz di origine cerignolana, che vive a Milano da più di 50 anni), il vero grande pianista jazz del territorio, per me punto di riferimento, il carissimo maestro con il quale ho tutt'ora contatti quotidiani, che vanta prestigiosissime collaborazioni, da Ron Carter ad Astor Piazzolla, oltre che pianista Rai per tanti anni.
E' stato lui ad insegnarmi prima di tutto cosa vuol dire essere educati musicalmente, quindi rispetto per qualsiasi cosa si suoni (e quindi non solo jazz), professionalità, mestiere e soprattutto l'umiltà nella vita e nella musica. Il periodo vissuto a Siena Jazz è stato quello che più ha contribuito alla mia crescita artistica e personale.
Durante i quasi 4 anni trascorsi ho avuto la possibilità di formarmi ed avere alcune prime esperienze live di un certo livello con grandissimi artisti, ho cominciato a capire quanto fosse importante credere in se stessi, lavorare sulla ricerca ed originalità, esporsi senza paura alcuna ed affrontare le difficoltà come sfida, sono quest'ultime poi che hanno contribuito anche alla mia crescita personale.
Si tratta di accettare se stessi e tirare fuori il meglio cercando di valorizzare i propri punti di forza fino a poter "suonare se stessi": non a caso il mio primo disco intitolato "On my Path " parla proprio di questo e cioè del mio percorso come crescita personale (con riferimento alla filosofia) e musicale.
L'esperienza a Siena Jazz mi ha anche aiutato molto a crescere come uomo, in quanto vivere fuori casa affrontando ogni giorno la competizione con altri studenti e colleghi ti porta a prendere decisioni mature, dandoti la forza di dipendere meno dagli altri e raggiungere l'autonomia di poter camminare da solo".
La seconda domanda riguarda invece la tua "pugliesità": quanto conta, per te, realizzare concerti nella terra in cui sei nato e cresciuto, e in cui sei tornato dopo aver vissuto tanto tempo fuori?
"Per me conta tanto, ma tanto… Io vivo in Puglia, perché non dovrei suonare nel posto che mi appartiene?! Eppure non sempre si suona abbastanza (ma non parlo solo del mio caso), per tanti e svariati diversi motivi: fondi sempre troppi pochi per attivare un percorso di crescita socio culturale del territorio, quali concerti, lezioni/concerto, mostre d'arte e simili, poca attenzione alle nuove realtà provenienti da paesi più piccoli della nostra regione, e quindi relativa diffidenza. Spesso infatti si ha paura del nuovo (come se la musica avesse mai fatto male a qualcuno…), a volte purtroppo si aggiunge la poca competenza di chi "manovra". In quest'ultimo anno ho fatto concerti sia fuori regione che fuori Italia, ed ho visto molto interesse per le nuove realtà e giovani artisti, progetti originali e realtà assetate del nuovo e stimolanti per i musicisti. Mi piacerebbe un giorno che anche la nostra regione sia prima in questo, e non solo per le vacanze estive."
La Riserva Naturale di Margherita di Savoia è un "gioiello" naturalistico conosciuto e ammirato in tutto il mondo, per la bellezza del paesaggio che offre a chiunque lo visiti. Quello di domani sarà sicuramente un spettacolo musicale affascinante. Quali sono le tue considerazioni al riguardo?
"Sono felicissimo di questa esperienza e sono/ siamo emozionati di essere i primi a poter vivere un concerto in questo posto naturale e meraviglioso. E' un luogo che conosco sin da bambino, e che vedevo sempre dal finestrino dell'auto del mio papà quando tornavamo dal mare. Ero sempre incantato da quella montagna bianca e l'idea di poter fare un concerto con i miei amici mi sembra qualcosa di surreale… quasi quanto il concerto tenutosi a New York lo scorso novembre. Spero sia un evento che possa ripetersi, tenendo ovviamente massima cura ed attenzione della riserva e del posto in cui ci troviamo, ma su questo so che non ci saranno problemi in quanto sono sicuro che gli addetti ai lavori faranno del loro meglio".
Quali consigli daresti ad un giovane che si affaccia al panorama musicale e vorrebbe intraprendere il tuo stesso percorso musicale?
"Io consiglierei di lavorare sodo, se si vuole davvero fare questo lavoro. Oggi la concorrenza è tanta, il mondo dei social ha amplificato e condizionato tutto, e poi consiglierei anche di lavorare molto alla ricerca della propria originalità, evitando di seguire per forza le mode del momento. Dalle tendenze del momento andrebbe preso solo il meglio (se c'è)".
Hai dei modelli di riferimento? Cosa ti piacerebbe realizzare nei prossimi anni?
"I miei modelli di riferimento sono diversi. Per quanto concerne lo stile pianistico (come ho già detto ) sono partito da quanto mi ha dato Sante Palumbo, la passione per Duke Ellington, Monk, B. Powell,( la tradizione insomma) sino ad arrivare ad A. Jamal, H. Hancock, K. Jarrett ed Esbjorn Svensson, pioniere dello stile pianistico del jazz europeo. Poi man mano ho cercato e sto cercando la mia strada per raccontare o dire qualcosa di mio: non a caso il mio prossimo disco che uscirà nell'inverno prossimo presenterà diversi omaggi a questi miei eroi ma nella mia chiave, quindi originali rivisitazioni. Nei prossimi anni continuerò a cercare di dare il meglio di me con la mia musica e produzioni musicali nel tentativo di raggiungere altri famosi "palchi" e non solo in Italia (al momento NY, Madrid e Barcellona) almeno io ci provo… e se non dovesse succedere va bene anche così, sono felicissimo di quanto sto facendo con le mie gambe".
Lo scorso inverno Antonio ha suonato nel programma del rinomato Jazz Club di San Severo "Spazio Off/TeatroCucina", attivo da anni con cartelloni che ospitano i più importanti nomi del jazz internazionale.
"Per me ed il mio trio è stato un grande onore aver ricevuto l'invito a suonare in qualità di artista locale/ pugliese", aggiunge.
Poco tempo fa invece a Cerignola si è svolta la prima edizione di "Jazz in Piazza", e non ci risulta che Antonio Simone sia stato invitato, né semplicemente citato durante la kermesse musicale. Davvero un peccato, perché insieme a Sante Palumbo e Gianluigi Giannatempo (che attualmente sta lavorando con grandi e rinomate orchestre e musicisti, dividendosi tra Roma, Matera e Cerignola) danno lustro alla nostra città anche all'estero.
Antonio Simone, pianista nato a Foggia nel 1985 ma vissuto a Cerignola e qui tornato da qualche anno, si è formato presso la rinomata Accademia Nazionale del Jazz, "Fondazione Siena Jazz" con insegnanti del calibro di Paolo Birro, Stefano Battaglia, Stefano Onorati, John Taylor, Peter Martin e altri. Prima, però, ha completato gli studi presso il Conservatorio con il musicista Rosario Mastroserio.
Sono tanti ed anche prestigiosi i riconoscimenti ottenuti nel corso della sua attività di pianista: tra le esperienze più recenti e significative c'è quella di aver rivestito il ruolo di direttore artistico della Rassegna al Multisala Cinema Paolillo in Jazz, oltre alla realizzazione di concerti estivi come quello tenuto con il suo trio a Barcellona, presso il "Velvet Room" e presso il nuovo Jazz Club romano "Il salotto di Boud aire".
In occasione del concerto "Il Sole nel Sale" presso le Saline di Margherita di Savoia, che si terrà domani, abbiamo intervistato questo talentuoso pianista per conoscere e approfondire il percorso musicale che lo ha portato sino ad oggi a grandi soddisfazioni personali e professionali.
Ciao Antonio, la prima domanda che vorremmo farti riguarda la tua carriera di pianista. Quali sono le esperienze che ti hanno segnato di più come uomo e come musicista?
"Le esperienze che più mi hanno segnato sono quelle vissute durante il mio periodo di formazione ed alcune prime esperienze lavorative. Per le prime mi riferisco al periodo vissuto dopo il Conservatorio, un percorso di perfezionamento e di primo approccio al jazz con Sante Palumbo (pianista jazz di origine cerignolana, che vive a Milano da più di 50 anni), il vero grande pianista jazz del territorio, per me punto di riferimento, il carissimo maestro con il quale ho tutt'ora contatti quotidiani, che vanta prestigiosissime collaborazioni, da Ron Carter ad Astor Piazzolla, oltre che pianista Rai per tanti anni.
E' stato lui ad insegnarmi prima di tutto cosa vuol dire essere educati musicalmente, quindi rispetto per qualsiasi cosa si suoni (e quindi non solo jazz), professionalità, mestiere e soprattutto l'umiltà nella vita e nella musica. Il periodo vissuto a Siena Jazz è stato quello che più ha contribuito alla mia crescita artistica e personale.
Durante i quasi 4 anni trascorsi ho avuto la possibilità di formarmi ed avere alcune prime esperienze live di un certo livello con grandissimi artisti, ho cominciato a capire quanto fosse importante credere in se stessi, lavorare sulla ricerca ed originalità, esporsi senza paura alcuna ed affrontare le difficoltà come sfida, sono quest'ultime poi che hanno contribuito anche alla mia crescita personale.
Si tratta di accettare se stessi e tirare fuori il meglio cercando di valorizzare i propri punti di forza fino a poter "suonare se stessi": non a caso il mio primo disco intitolato "On my Path " parla proprio di questo e cioè del mio percorso come crescita personale (con riferimento alla filosofia) e musicale.
L'esperienza a Siena Jazz mi ha anche aiutato molto a crescere come uomo, in quanto vivere fuori casa affrontando ogni giorno la competizione con altri studenti e colleghi ti porta a prendere decisioni mature, dandoti la forza di dipendere meno dagli altri e raggiungere l'autonomia di poter camminare da solo".
La seconda domanda riguarda invece la tua "pugliesità": quanto conta, per te, realizzare concerti nella terra in cui sei nato e cresciuto, e in cui sei tornato dopo aver vissuto tanto tempo fuori?
"Per me conta tanto, ma tanto… Io vivo in Puglia, perché non dovrei suonare nel posto che mi appartiene?! Eppure non sempre si suona abbastanza (ma non parlo solo del mio caso), per tanti e svariati diversi motivi: fondi sempre troppi pochi per attivare un percorso di crescita socio culturale del territorio, quali concerti, lezioni/concerto, mostre d'arte e simili, poca attenzione alle nuove realtà provenienti da paesi più piccoli della nostra regione, e quindi relativa diffidenza. Spesso infatti si ha paura del nuovo (come se la musica avesse mai fatto male a qualcuno…), a volte purtroppo si aggiunge la poca competenza di chi "manovra". In quest'ultimo anno ho fatto concerti sia fuori regione che fuori Italia, ed ho visto molto interesse per le nuove realtà e giovani artisti, progetti originali e realtà assetate del nuovo e stimolanti per i musicisti. Mi piacerebbe un giorno che anche la nostra regione sia prima in questo, e non solo per le vacanze estive."
La Riserva Naturale di Margherita di Savoia è un "gioiello" naturalistico conosciuto e ammirato in tutto il mondo, per la bellezza del paesaggio che offre a chiunque lo visiti. Quello di domani sarà sicuramente un spettacolo musicale affascinante. Quali sono le tue considerazioni al riguardo?
"Sono felicissimo di questa esperienza e sono/ siamo emozionati di essere i primi a poter vivere un concerto in questo posto naturale e meraviglioso. E' un luogo che conosco sin da bambino, e che vedevo sempre dal finestrino dell'auto del mio papà quando tornavamo dal mare. Ero sempre incantato da quella montagna bianca e l'idea di poter fare un concerto con i miei amici mi sembra qualcosa di surreale… quasi quanto il concerto tenutosi a New York lo scorso novembre. Spero sia un evento che possa ripetersi, tenendo ovviamente massima cura ed attenzione della riserva e del posto in cui ci troviamo, ma su questo so che non ci saranno problemi in quanto sono sicuro che gli addetti ai lavori faranno del loro meglio".
Quali consigli daresti ad un giovane che si affaccia al panorama musicale e vorrebbe intraprendere il tuo stesso percorso musicale?
"Io consiglierei di lavorare sodo, se si vuole davvero fare questo lavoro. Oggi la concorrenza è tanta, il mondo dei social ha amplificato e condizionato tutto, e poi consiglierei anche di lavorare molto alla ricerca della propria originalità, evitando di seguire per forza le mode del momento. Dalle tendenze del momento andrebbe preso solo il meglio (se c'è)".
Hai dei modelli di riferimento? Cosa ti piacerebbe realizzare nei prossimi anni?
"I miei modelli di riferimento sono diversi. Per quanto concerne lo stile pianistico (come ho già detto ) sono partito da quanto mi ha dato Sante Palumbo, la passione per Duke Ellington, Monk, B. Powell,( la tradizione insomma) sino ad arrivare ad A. Jamal, H. Hancock, K. Jarrett ed Esbjorn Svensson, pioniere dello stile pianistico del jazz europeo. Poi man mano ho cercato e sto cercando la mia strada per raccontare o dire qualcosa di mio: non a caso il mio prossimo disco che uscirà nell'inverno prossimo presenterà diversi omaggi a questi miei eroi ma nella mia chiave, quindi originali rivisitazioni. Nei prossimi anni continuerò a cercare di dare il meglio di me con la mia musica e produzioni musicali nel tentativo di raggiungere altri famosi "palchi" e non solo in Italia (al momento NY, Madrid e Barcellona) almeno io ci provo… e se non dovesse succedere va bene anche così, sono felicissimo di quanto sto facendo con le mie gambe".
Lo scorso inverno Antonio ha suonato nel programma del rinomato Jazz Club di San Severo "Spazio Off/TeatroCucina", attivo da anni con cartelloni che ospitano i più importanti nomi del jazz internazionale.
"Per me ed il mio trio è stato un grande onore aver ricevuto l'invito a suonare in qualità di artista locale/ pugliese", aggiunge.
Poco tempo fa invece a Cerignola si è svolta la prima edizione di "Jazz in Piazza", e non ci risulta che Antonio Simone sia stato invitato, né semplicemente citato durante la kermesse musicale. Davvero un peccato, perché insieme a Sante Palumbo e Gianluigi Giannatempo (che attualmente sta lavorando con grandi e rinomate orchestre e musicisti, dividendosi tra Roma, Matera e Cerignola) danno lustro alla nostra città anche all'estero.