Attualità
Antonio Monopoli, fotografo di Cerignola: “Con la macchina fotografica in mano sin da piccolo”
Dal 2013 ad oggi si è specializzato nel settore New Born, Sitter, Bambini e Maternity
Cerignola - mercoledì 24 gennaio 2024
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Una professione vincente nasce sempre dal desiderio di esprimere un talento, una predisposizione, una passione.
Antonio Monopoli è un professionista dello scatto, un fotografo empatico ed eclettico, una persona che mette a disposizione della clientela non solo le sue competenze in materia, ma anche la sua esperienza personale e di vita.
Lo abbiamo incontrato nel suo studio fotografico in viale Giuseppe Di Vittorio n. 201 a Cerignola, in cui ci ha accolto raccontando e mostrandoci nello specifico quanto sia impegnativo e al tempo stesso affascinante il mondo della fotografia.
"Oggi anche nel settore della fotografia, come in ogni altro, è più che mai necessario specializzarsi, il fotografo di famiglia come figura tuttofare non esiste più. Personalmente ho fatto una scelta, quella di specializzarmi nelle foto per i bambini (New Born, Sitter e Maternity), e devo dire che mi sta ripagando ampiamente dei sacrifici e delle risorse economiche impiegate nella formazione in questo ambito", ha raccontato Antonio.
All'interno dello studio, infatti, spiccano le meravigliose immagini di bambini scattate in pose naturali e spontanee, realizzate con lo stile inconfondibile della fotografa australiana Anne Geddes. "Tra i numerosi workshop da me frequentati, ce n'è uno anche sulla fotografia della Geddes, e devo dire che mi è stato molto utile. Il lavoro con i bambini è sicuramente più faticoso, ma le soddisfazioni sono impagabili. Quando stabilisci un rapporto empatico e spontaneo, loro sorridono senza forzature e si lasciano guidare. I bambini sono incredibili e per questo sempre diversi, unici, rari", ha aggiunto.
Antonio, torniamo indietro ai tuoi primi passi nella fotografia. Quando ti sei accorto che dalla passione per la macchina fotografica poteva nascere una professione vera e propria?
"Io sono nato nel quartiere dell'Assunta, non lontano dalla Terra Vecchia. Quando ero piccolo, avevo all'incirca 8/10 anni, andavo spesso a giocare nei pressi della Chiesa Madre. Su mia richiesta, mio padre mi regalò una macchina fotografica, ed io cominciai ad immortalare luoghi e persone che popolavano la Terra Vecchia. Passavano gli anni e mi accorgevo sempre di più che mi piaceva fotografare. Poi arrivarono i primi concorsi fotografici, e dai risultati e complimenti ricevuti mi accorgevo che i miei scatti erano graditi, piacevano perché riuscivano a trasmettere emozioni"
Quali sono i soggetti/luoghi che ti piace fotografare?
"Ho cominciato a muovere i primi passi come fotografo autodidatta, e mi soffermavo soprattutto a scattare foto a luoghi della città. Poi mi sono reso conto che fotografare i volti delle persone è la cosa che preferisco. Credo però che, con il tempo, si sia affinata la mia capacità di cogliere la bellezza ovunque essa si trovi. Ed infatti, nell'ultimo periodo, mi sono ritrovato a scattare delle foto per un edificio di Cerignola a cui sono molto legato: la Chiesa Madre. Ho realizzato delle foto per un libro proprio su questa antica Chiesa della nostra città, scritto dalla dott.ssa Antonella Migliorati e intitolato: "Viaggio nella Chiesa Madre di Cerignola".
Una tappa importante nella tua carriera di fotografo è arrivata nel 2016. Ci racconti perché?
"Quando ho capito che la fotografia era la mia passione, ho cominciato ad acquistare l'attrezzatura necessaria e a partecipare a vari concorsi fotografici. Nel 2016 ho vinto la Biennale fotografica di Jinan, in Cina. Ho partecipato con tre foto scattate durante la Settimana Santa a Cerignola, che hanno ottenuto rispettivamente tre riconoscimenti internazionali.
Ricordo quel periodo come uno dei più belli della mia vita: sono stato in Cina per dieci giorni, per partecipare alla premiazione della Biennale. Essere tra i 18 vincitori su 2700 partecipanti di un concorso così prestigioso mi ha reso felice, anche perché ho potuto visitare alcuni splendidi luoghi della Cina, tra cui Pechino".
Hai avuto altri riconoscimenti anche "in casa"?
"Sono arrivato al primo posto in vari concorsi organizzati a Cerignola. In uno dei concorsi promossi da ExOpera le mie foto, risultate vincitrici, sono diventate cartoline della città"
Quando hai aperto lo studio fotografico cominciando a produrre le tue foto?
"Ho iniziato la mia attività nel 2013, avvalendomi dei finanziamenti stanziati con il "prestito d'onore". Mi sono formato attraverso corsi e workshop, mettendo in campo tutte le mie energie e risorse economiche. Insomma, mi sono "fatto" da solo, e di questo sono orgoglioso".
Cosa ci vuole per diventare un fotografo bravo e affermato? Quali sono gli ambiti in cui sei specializzato?
"Innanzitutto la passione, è quello il motore che muove tutto il resto. Non riuscirei a trascorrere tanto tempo in studio, spesso fino a tarda sera, a rivedere foto e schemi di luce se non ci tenessi al mio lavoro. Personalmente ho scelto di specializzarmi nelle foto ai bambini perché sono spontanei, adoro avere a che fare con loro. In genere li lascio liberi di esprimersi per poi fotografarli nel momento e nella posa giusti.
Non è facile, è sempre una bella sfida, soprattutto quando hanno pochi giorni di vita. Poi mi occupo anche di foto Maternity, un servizio rivolto alle donne che vogliono fissare in immagini il percorso della gravidanza. Nel mio studio fotografico non manca nulla per il confort dei bambini e delle mamme, dal fasciatoio ai vestiti da indossare, agli accessori"
Avendo a che fare con altri colleghi e frequentando gruppi fotografici cittadini e non solo, qual è la percezione della professione che si ha attualmente?
"Purtroppo la percezione è bassa. C'è chi oggi compra una macchina fotografica qualunque e si crede fotografo. Inoltre si definisce anche tale. Spesso mi succede di dover ritoccare e porre rimedio alle foto improvvisate di questi pseudo fotografi che penalizzano l'intera categoria"
Il fotografo, secondo te, è anche un po' psicologo?
"E' sempre stato così e sempre lo sarà. Personalmente preferisco acquisire clienti in linea con il mio modo di essere e di sentire, in modo da creare un target di riferimento. Proponendo determinati tipi di lavoro, so di attirare un determinato target di clienti. Si crea una selezione "naturale": io faccio subito capire qual è il mio modo di lavorare. Con i bambini, ad esempio, curo molto la luce, i colori: propongo io ciò che ritengo più adatto per ognuno di loro. Riesco quasi sempre ad entrare in empatia con i piccoli, non sempre invece gli adulti (mamme, papà e nonni al seguito) riescono a rilassarsi durante il servizio fotografico"
Cerignola, come città, per come è fatta oggi, ti ispira ancora dal punto di vista della fotografia?
"Devo dire di no. Mi piace fotografare le persone, qui invece non gradiscono e quindi preferisco andare fuori, nei borghi pugliesi per esempio. O a Bari, dove se fotografi qualcuno per strada ti sorride e si mette pure in posa!"
Antonio è un fotografo attento, non lascia nulla al caso. I dettagli sono il suo "forte". Nel suo studio, un piccolo set cinematografico, i bambini e gli adulti possono sentirsi protagonisti e rivedersi dopo anni guardando una foto che racconta una storia. La loro.
Antonio Monopoli è un professionista dello scatto, un fotografo empatico ed eclettico, una persona che mette a disposizione della clientela non solo le sue competenze in materia, ma anche la sua esperienza personale e di vita.
Lo abbiamo incontrato nel suo studio fotografico in viale Giuseppe Di Vittorio n. 201 a Cerignola, in cui ci ha accolto raccontando e mostrandoci nello specifico quanto sia impegnativo e al tempo stesso affascinante il mondo della fotografia.
"Oggi anche nel settore della fotografia, come in ogni altro, è più che mai necessario specializzarsi, il fotografo di famiglia come figura tuttofare non esiste più. Personalmente ho fatto una scelta, quella di specializzarmi nelle foto per i bambini (New Born, Sitter e Maternity), e devo dire che mi sta ripagando ampiamente dei sacrifici e delle risorse economiche impiegate nella formazione in questo ambito", ha raccontato Antonio.
All'interno dello studio, infatti, spiccano le meravigliose immagini di bambini scattate in pose naturali e spontanee, realizzate con lo stile inconfondibile della fotografa australiana Anne Geddes. "Tra i numerosi workshop da me frequentati, ce n'è uno anche sulla fotografia della Geddes, e devo dire che mi è stato molto utile. Il lavoro con i bambini è sicuramente più faticoso, ma le soddisfazioni sono impagabili. Quando stabilisci un rapporto empatico e spontaneo, loro sorridono senza forzature e si lasciano guidare. I bambini sono incredibili e per questo sempre diversi, unici, rari", ha aggiunto.
Antonio, torniamo indietro ai tuoi primi passi nella fotografia. Quando ti sei accorto che dalla passione per la macchina fotografica poteva nascere una professione vera e propria?
"Io sono nato nel quartiere dell'Assunta, non lontano dalla Terra Vecchia. Quando ero piccolo, avevo all'incirca 8/10 anni, andavo spesso a giocare nei pressi della Chiesa Madre. Su mia richiesta, mio padre mi regalò una macchina fotografica, ed io cominciai ad immortalare luoghi e persone che popolavano la Terra Vecchia. Passavano gli anni e mi accorgevo sempre di più che mi piaceva fotografare. Poi arrivarono i primi concorsi fotografici, e dai risultati e complimenti ricevuti mi accorgevo che i miei scatti erano graditi, piacevano perché riuscivano a trasmettere emozioni"
Quali sono i soggetti/luoghi che ti piace fotografare?
"Ho cominciato a muovere i primi passi come fotografo autodidatta, e mi soffermavo soprattutto a scattare foto a luoghi della città. Poi mi sono reso conto che fotografare i volti delle persone è la cosa che preferisco. Credo però che, con il tempo, si sia affinata la mia capacità di cogliere la bellezza ovunque essa si trovi. Ed infatti, nell'ultimo periodo, mi sono ritrovato a scattare delle foto per un edificio di Cerignola a cui sono molto legato: la Chiesa Madre. Ho realizzato delle foto per un libro proprio su questa antica Chiesa della nostra città, scritto dalla dott.ssa Antonella Migliorati e intitolato: "Viaggio nella Chiesa Madre di Cerignola".
Una tappa importante nella tua carriera di fotografo è arrivata nel 2016. Ci racconti perché?
"Quando ho capito che la fotografia era la mia passione, ho cominciato ad acquistare l'attrezzatura necessaria e a partecipare a vari concorsi fotografici. Nel 2016 ho vinto la Biennale fotografica di Jinan, in Cina. Ho partecipato con tre foto scattate durante la Settimana Santa a Cerignola, che hanno ottenuto rispettivamente tre riconoscimenti internazionali.
Ricordo quel periodo come uno dei più belli della mia vita: sono stato in Cina per dieci giorni, per partecipare alla premiazione della Biennale. Essere tra i 18 vincitori su 2700 partecipanti di un concorso così prestigioso mi ha reso felice, anche perché ho potuto visitare alcuni splendidi luoghi della Cina, tra cui Pechino".
Hai avuto altri riconoscimenti anche "in casa"?
"Sono arrivato al primo posto in vari concorsi organizzati a Cerignola. In uno dei concorsi promossi da ExOpera le mie foto, risultate vincitrici, sono diventate cartoline della città"
Quando hai aperto lo studio fotografico cominciando a produrre le tue foto?
"Ho iniziato la mia attività nel 2013, avvalendomi dei finanziamenti stanziati con il "prestito d'onore". Mi sono formato attraverso corsi e workshop, mettendo in campo tutte le mie energie e risorse economiche. Insomma, mi sono "fatto" da solo, e di questo sono orgoglioso".
Cosa ci vuole per diventare un fotografo bravo e affermato? Quali sono gli ambiti in cui sei specializzato?
"Innanzitutto la passione, è quello il motore che muove tutto il resto. Non riuscirei a trascorrere tanto tempo in studio, spesso fino a tarda sera, a rivedere foto e schemi di luce se non ci tenessi al mio lavoro. Personalmente ho scelto di specializzarmi nelle foto ai bambini perché sono spontanei, adoro avere a che fare con loro. In genere li lascio liberi di esprimersi per poi fotografarli nel momento e nella posa giusti.
Non è facile, è sempre una bella sfida, soprattutto quando hanno pochi giorni di vita. Poi mi occupo anche di foto Maternity, un servizio rivolto alle donne che vogliono fissare in immagini il percorso della gravidanza. Nel mio studio fotografico non manca nulla per il confort dei bambini e delle mamme, dal fasciatoio ai vestiti da indossare, agli accessori"
Avendo a che fare con altri colleghi e frequentando gruppi fotografici cittadini e non solo, qual è la percezione della professione che si ha attualmente?
"Purtroppo la percezione è bassa. C'è chi oggi compra una macchina fotografica qualunque e si crede fotografo. Inoltre si definisce anche tale. Spesso mi succede di dover ritoccare e porre rimedio alle foto improvvisate di questi pseudo fotografi che penalizzano l'intera categoria"
Il fotografo, secondo te, è anche un po' psicologo?
"E' sempre stato così e sempre lo sarà. Personalmente preferisco acquisire clienti in linea con il mio modo di essere e di sentire, in modo da creare un target di riferimento. Proponendo determinati tipi di lavoro, so di attirare un determinato target di clienti. Si crea una selezione "naturale": io faccio subito capire qual è il mio modo di lavorare. Con i bambini, ad esempio, curo molto la luce, i colori: propongo io ciò che ritengo più adatto per ognuno di loro. Riesco quasi sempre ad entrare in empatia con i piccoli, non sempre invece gli adulti (mamme, papà e nonni al seguito) riescono a rilassarsi durante il servizio fotografico"
Cerignola, come città, per come è fatta oggi, ti ispira ancora dal punto di vista della fotografia?
"Devo dire di no. Mi piace fotografare le persone, qui invece non gradiscono e quindi preferisco andare fuori, nei borghi pugliesi per esempio. O a Bari, dove se fotografi qualcuno per strada ti sorride e si mette pure in posa!"
Antonio è un fotografo attento, non lascia nulla al caso. I dettagli sono il suo "forte". Nel suo studio, un piccolo set cinematografico, i bambini e gli adulti possono sentirsi protagonisti e rivedersi dopo anni guardando una foto che racconta una storia. La loro.