Territorio
Ambiente, report Goletta Verde: "Riscontrate alcune criticità"
Sotto controllo i depuratori di Cerignola e Ortanova
Puglia - venerdì 10 luglio 2015
11.15
Dopo il monitoraggio effettuato dall'Arpa Puglia nel 2014 (più di 2mila controlli) sulla conformità dei reflui in uscita dai depuratori, sono 36 gli impianti sottoposti all'attività dell'autorità giudiziaria, tra cui anche quelli di Cerignola e Ortanova. Inoltre, sono stati riscontrati superamenti, rispetto ai limiti tabellari, in almeno 33 depuratori.
Anche Goletta Verde di Legambiente, nelle scorse settimane, ha provveduto a monitorare le coste pugliesi. Nove campionamenti sui trenta, in corrispondenza delle foci di fiumi, canali e torrenti, presentano ancora livelli di inquinanti molto elevati e per otto di questi il giudizio è di 'fortemente inquinato' per l'elevato inquinamento microbiologico riscontrato. Legambiente chiede ai sindaci di fare fronte comune per chiudere il ciclo della depurazione con la realizzazione dei recapiti finali e al neogovernatore Michele Emiliano di istituire una cabina di regia fra assessorati competenti per puntare al massimo utilizzo in agricoltura dell'acqua depurata e affinata.
"L'obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde è quello di individuare i punti critici di una regione e le pressioni inquinanti che ancora gravano sulla costa, analizzando il carico batterico che arriva in mare prevalentemente dalle foci di fiumi, canali o scarichi non depurati - spiega Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente -. In Puglia, pur registrando un miglioramento della situazione rispetto agli anni passati, riscontriamo ancora criticità, nuove o già note, che vanno subito risolte".
Tra i fattori che possono inficiare il processo depurativo degli impianti ci sono anche gli scarichi anomali (arrivi impropri di acque meteoriche, di vegetazione e di natura lattiero-casearia). L'Acquedotto pugliese rileva che le irregolarità nel refluo in ingresso riguardano il 47 per cento dei campioni prelevati. Lo scorso anno, l'Unione Europea ha avviato una procedura di infrazione ai danni dell'Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane (procedura n. 2014/2059 del 31 marzo 2014). Dopo già due condanne a carico del nostro Paese, che hanno coinvolto anche agglomerati pugliesi, l'attuale procedura di infrazione ne interessa 37.
Anche Goletta Verde di Legambiente, nelle scorse settimane, ha provveduto a monitorare le coste pugliesi. Nove campionamenti sui trenta, in corrispondenza delle foci di fiumi, canali e torrenti, presentano ancora livelli di inquinanti molto elevati e per otto di questi il giudizio è di 'fortemente inquinato' per l'elevato inquinamento microbiologico riscontrato. Legambiente chiede ai sindaci di fare fronte comune per chiudere il ciclo della depurazione con la realizzazione dei recapiti finali e al neogovernatore Michele Emiliano di istituire una cabina di regia fra assessorati competenti per puntare al massimo utilizzo in agricoltura dell'acqua depurata e affinata.
"L'obiettivo del monitoraggio di Goletta Verde è quello di individuare i punti critici di una regione e le pressioni inquinanti che ancora gravano sulla costa, analizzando il carico batterico che arriva in mare prevalentemente dalle foci di fiumi, canali o scarichi non depurati - spiega Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente -. In Puglia, pur registrando un miglioramento della situazione rispetto agli anni passati, riscontriamo ancora criticità, nuove o già note, che vanno subito risolte".
Tra i fattori che possono inficiare il processo depurativo degli impianti ci sono anche gli scarichi anomali (arrivi impropri di acque meteoriche, di vegetazione e di natura lattiero-casearia). L'Acquedotto pugliese rileva che le irregolarità nel refluo in ingresso riguardano il 47 per cento dei campioni prelevati. Lo scorso anno, l'Unione Europea ha avviato una procedura di infrazione ai danni dell'Italia per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane (procedura n. 2014/2059 del 31 marzo 2014). Dopo già due condanne a carico del nostro Paese, che hanno coinvolto anche agglomerati pugliesi, l'attuale procedura di infrazione ne interessa 37.