Alla Fiera del Libro di Cerignola due “maestri” del giornalismo italiano
Nella serata di ieri Sigfrido Ranucci e Domenico Iannaccone hanno coinvolto piacevolmente il pubblico
Cerignola - sabato 21 settembre 2024
15.52
La "Fiera del Libro" di Cerignola è un appuntamento che ogni anno raccoglie grande consenso da parte del pubblico. Tra i visitatori della kermesse culturale, che per questa 15esima edizione si svolge a Palazzo Fornari, non ci sono soltanto appassionati di libri e operatori della cultura, ma anche giovani e persone di tutte le età desiderosi di ascoltare testimonianze e racconti dalla voce di chi li ha vissuti in prima persona.
La tv oggi appare avulsa e lontana dalla realtà, la maggior parte dei programmi televisivi sembra avvolta in una coltre di appiattimento o, peggio, distorsione della vita reale. Per questo motivo l'incontro con giornalisti come Sigfredo Ranucci e Domenico Iannaccone ha rappresentato, per molti, una vera e propria "boccata di ossigeno".
In una sala gremita in ogni ordine di posti, Sigfrido Ranucci, che dal 2017 conduce uno dei programmi d'inchiesta più seguiti, Report (su Rai 3), ha raccontato ai presenti, riportando dettagli alquanto curiosi e interessanti, come sono nate le sue inchieste più importanti.
Con la pacatezza e il garbo che lo contraddistinguono, ha svelato anche alcuni retroscena che lo hanno portato a cercare "la verità" dietro casi complicati in cui erano coinvolti politici e uomini di potere.
Nel libro che ha presentato al pubblico della Fiera, intitolato "La Scelta", Ranucci parla anche di suo padre ("Da lui, che era finanziere, ho ereditato i valori della correttezza e della legalità" ha dichiarato), e poi del suo "maestro", Roberto Morrione, direttore e fondatore Rai New 24, la rete satellitare in cui Ranucci ha esordito come giornalista d'inchiesta.
Ranucci ha sempre difeso, in varie circostanze, la libertà di stampa e di informazione. In una società sempre più liberticida e ottusa rispetto alla necessità di esprimere senza "paletti" il proprio pensiero, lui brilla come una stella rara e vivida.
"L'inchiesta morale" è il tema al centro della riflessione di un altro grande protagonista del giornalismo italiano. Dopo Ranucci, Domenico Iannaccone ha incantato, con le sue movenze e pause teatrali, i partecipanti all'incontro su "Voce e verità: il Giornalismo al servizio dell'etica". Il giornalismo può ancora essere uno strumento di impegno sociale, e Iannaccone lo dimostra, portando in tv storie che fanno riflettere, commuovere, sperare.
Il pubblico in sala ha ascoltato, applaudito, partecipato attivamente con delle domande. Il giornalismo è a servizio delle persone, delle comunità. Come lo stesso Iannaccone ha messo in evidenza- non può essere schiavo dello share e degli ascolti.
"Se sarò riuscito ad arrivare anche ad sola persona, significa che non avrò lavorato invano", ha dichiarato Iannaccone, che è giornalista "dentro", una perla rara in un periodo storico in cui si bada più ad apparire che ad essere.
La tv oggi appare avulsa e lontana dalla realtà, la maggior parte dei programmi televisivi sembra avvolta in una coltre di appiattimento o, peggio, distorsione della vita reale. Per questo motivo l'incontro con giornalisti come Sigfredo Ranucci e Domenico Iannaccone ha rappresentato, per molti, una vera e propria "boccata di ossigeno".
In una sala gremita in ogni ordine di posti, Sigfrido Ranucci, che dal 2017 conduce uno dei programmi d'inchiesta più seguiti, Report (su Rai 3), ha raccontato ai presenti, riportando dettagli alquanto curiosi e interessanti, come sono nate le sue inchieste più importanti.
Con la pacatezza e il garbo che lo contraddistinguono, ha svelato anche alcuni retroscena che lo hanno portato a cercare "la verità" dietro casi complicati in cui erano coinvolti politici e uomini di potere.
Nel libro che ha presentato al pubblico della Fiera, intitolato "La Scelta", Ranucci parla anche di suo padre ("Da lui, che era finanziere, ho ereditato i valori della correttezza e della legalità" ha dichiarato), e poi del suo "maestro", Roberto Morrione, direttore e fondatore Rai New 24, la rete satellitare in cui Ranucci ha esordito come giornalista d'inchiesta.
Ranucci ha sempre difeso, in varie circostanze, la libertà di stampa e di informazione. In una società sempre più liberticida e ottusa rispetto alla necessità di esprimere senza "paletti" il proprio pensiero, lui brilla come una stella rara e vivida.
"L'inchiesta morale" è il tema al centro della riflessione di un altro grande protagonista del giornalismo italiano. Dopo Ranucci, Domenico Iannaccone ha incantato, con le sue movenze e pause teatrali, i partecipanti all'incontro su "Voce e verità: il Giornalismo al servizio dell'etica". Il giornalismo può ancora essere uno strumento di impegno sociale, e Iannaccone lo dimostra, portando in tv storie che fanno riflettere, commuovere, sperare.
Il pubblico in sala ha ascoltato, applaudito, partecipato attivamente con delle domande. Il giornalismo è a servizio delle persone, delle comunità. Come lo stesso Iannaccone ha messo in evidenza- non può essere schiavo dello share e degli ascolti.
"Se sarò riuscito ad arrivare anche ad sola persona, significa che non avrò lavorato invano", ha dichiarato Iannaccone, che è giornalista "dentro", una perla rara in un periodo storico in cui si bada più ad apparire che ad essere.