Antonella Lamanuzzi e Flavio
Antonella Lamanuzzi e Flavio
Sanità

Affrontare il diabete mellito: la storia di Antonella Lamanuzzi di Cerignola

L'anno scorso ha scoperto che il figlio Flavio soffre di questa grave patologia

Si è parlato del diabete mellito nei giorni scorsi in occasione della Giornata mondiale del diabete in un'interessante conferenza promossa e organizzata da Lions Club Cerignola. Durante la serata le dottoresse Irene Rutigliano, Michelina Vescera e Loredana Brunetti, insieme ad altri autorevoli esperti in materia, hanno illustrato ai partecipanti le principali caratteristiche di questa patologia, purtroppo in aumento ultimamente, soprattutto tra i più giovani.

Le tre dottoresse fanno parte dell'equipe medica del Poliambulatorio di San Giovanni Rotondo, e dell'associazione ADGC (Associazione diabete giovanile di Capitanata).

Il 12 e 13 Novembre si è tenuto un incontro tra medici e famiglie appartenenti all'associazione per discutere del diabete e dei recenti dispositivi messi a punto dalla tecnologia per rendere più facile la vita di chi soffre di questa patologia, come sensori e microinfusori. La scelta di fissare un incontro su tale argomento il 14 Novembre non è stata casuale: proprio in questa data, si celebra la scoperta dell'insulina da parte del dottor Banting.

Come si è giustamente sottolineato durante la conferenza, è necessario innanzitutto sfatare alcuni luoghi comuni su questa malattia. Partendo dall'etimologia delle parole "diabete mellito" (che deriva dal greco "attraversare" e "dolce"), si specifica che la patologia consiste in un eccesso di glucosio che dal sangue passa nelle urine rendendole dolci e privandole così della fisiologica acidità.

Le persone che soffrono di diabete mellito tipo 1 sono insulino-dipendenti, costrette perciò ad iniettare insulina sottopelle per soddisfare il fabbisogno della sostanza quotidianamente. Il diabete è una malattia autoimmune: le cellule beta del pancreas si autodistruggono e non riescono più a produrre l'insulina di cui l'organismo necessita.

Il rischio più elevato è di andare in "ipoglicemia" (condizione di glucosio basso), o viceversa in "iperglicemia" (condizione di glucosio alto), e di incorrere in coma diabetico e chetoacidosi.

Alla conferenza di lunedì ha partecipato anche la signora Antonella Lamanuzzi, di Cerignola, che ha portato ai presenti una testimonianza importante, raccontando la storia di suo figlio Flavio, che ha sei anni e frequenta la prima elementare. Antonella ha scoperto che il bambino è affetto da diabete mellito di tipo 1 l'anno scorso.

Con molto piacere ha voluto raccontarci la sua storia, con il proposito di essere utile per altri genitori che, come lei, brancolano nel buio prima di ricevere la diagnosi definitiva.

Quando hai scoperto che il piccolo Flavio ha il diabete mellito di tipo 1?
Il piccolo Flavio
«Flavio ha avuto l'esordio a cinque anni, esattamente il giorno 01/11/ 2021. Io non conoscevo quali fossero i sintomi di questa malattia. Il giorno prima, il 31/10/2021, intorno alle ore 17, mio figlio di riferì di non vedere bene. Io lo associai al fatto che aveva trascorso troppo tempo a giocare al telefono. Poi, nel corso della serata, iniziò ad andare a fare spesso pipì e beveva molto. Mi preoccupai subito, perché trovavo strano che bevesse così tanto urinando altrettanto eccessivamente. Così andai in ospedale a Cerignola, e il pediatra, il dott. Specchio, gli misurò la glicemia: era elevata, valore 661. Se non fossi tempestivamente andata in ospedale, mio figlio sarebbe entrato in coma diabetico quella notte stessa».

Come è la quotidianità di Flavio, da quel momento?

«Mio figlio, ogni giorno, deve fare insulina a colazione, a merenda, a pranzo, allo spuntino del pomeriggio, a cena e la sera, per non aggiungere poi le eventuali correzioni di insulina, se necessario. Durante la notte si corre il rischio maggiore, perché dormendo può avere un ipo e non svegliarsi. Proprio a tale scopo, per evitare rischi così gravi, sono stati realizzati specifici sensori che con un allarme avvisano dello stato in cui si trova la persona malata. Altrimenti, si può utilizzare il classico pungidito, sempre efficace per la lettura della glicemia ovunque ci si trovi».

Come vivi da mamma questa esperienza?

«E' difficile, perché nessuna mamma vorrebbe questo per suo figlio, anzi nessun bambino lo merita sicuramente, ma la realtà è purtroppo ben diversa. All'inizio non ho realizzato subito ciò che stava accadendo. Mi sono sentita impotente, inutile in quel momento, poi nel tempo tale situazione è diventata una ferita aperta. Non ti nego che le bellissime parole pronunciate da mio figlio mi hanno regalato un senso di pace e di fiducia in me stessa. Ho sentito che potevo farcela, e lui insieme a me, e non mi sento mai sola in questo cammino perché la fede mi aiuta tantissimo. E' stato difficile gestire tutto da subito, io e mio marito siamo stati catapultati in un mondo nuovo, che non conoscevamo assolutamente prima».

Quali sono stati, poi, i passi successivi nell'affrontare la malattia?

«A Gennaio scorso ho conosciuto la dottoressa Irene Rutigliano, per la quale nutro grandissima stima e che ringrazio infinitamente per averci aiutato nella gestione della malattia. Come dice lei, ci ha "educato" al diabete, ce lo ha reso amico. A Flavio ho sempre detto che lui è un campione, un supereroe che non deve mai vergognarsi di dire che è diabetico, e che farsi l'insulina davanti agli altri o portare un sensore al braccio lo rende più forte. Il passo successivo è stato quello di iscrivermi all'Associazione diabete giovanile di Capitanata. Qui ci confrontiamo sulle problematiche che possono insorgere, condividiamo le nostre esperienze. Abbiamo organizzato una chat nella quale sono presenti le nostre dottoresse, e con le quali è sempre possibile comunicare per qualsiasi evenienza».

Quando hai ricevuto la diagnosi, hai cominciato ad informarti sul diabete in maniera autonoma?

«Ho cominciato sin da subito a fare ricerche, ovviamente sempre selezionando le fonti più attendibili. In questo mio percorso di conoscenza e consapevolezza sulla malattia ho coinvolto anche la maestra dell'asilo di Flavio, Marianna Castelli, cha ha vissuto sin dall'inizio dell'anno scolastico l'esordio del diabete di Flavio. Devo anche ringraziare la direttrice dell'Istituto Suore Ancelle dello Spirito Santo, Suor Teresina Ditalia, che mi aiuta tanto, e collabora mettendosi a disposizione per le diverse esigenze di Flavio».

Che classe frequenta Flavio?

«Mio figlio Flavio frequenta una scuola paritaria, è un ambiente sano, dove sono più tranquilla di riuscire a gestire il diabete in collaborazione con la scuola. Non ci sono classi numerose, quindi la maestra riesce a dedicare maggiore tempo al mio bambino, in quanto il sensore allerta se la glicemia è alta o bassa. La maestra, che ringrazio per la sua disponibilità e dedizione, si chiama Nicoletta Piccione. Comunque ho espresso la necessità di avere una figura professionale durante le ore scolastiche, in quanto ho ottenuto il riconoscimento della legge 104/92 comma 3 per il caso delle patologie gravi».

Un po' di tempo fa Antonella ha ottenuto un meritato riconoscimento per il Memorial "Carbone" con una poesia intitolata "Il mio piccolo fiore-a Flavio" e dedicata proprio al suo piccolo grande supereroe.
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