Speciale
Adolescenti e quarantena
La psicologa dott.ssa Anna Rita Ungaro risponde alle innumerevoli domande dei genitori
Cerignola - giovedì 14 maggio 2020
18.43
Questo video nasce dall'esigenza di fornire spiegazioni e risposte alle innumerevoli domande dei genitori di molti adolescenti preoccupati per i propri figli che durante questa pandemia hanno rivelato notevoli problematiche, prima fra tutte l'abuso di strumenti tecnologici, causando insonnia, nervosismo e calo dell'attenzione.
A tal proposito, vorrei ringraziare lo studio pediatrico Lillo-Randolfi che, con molta sensibilità, ha colto l'importanza di queste problematiche e mi ha chiesto di fornire risposte e consigli a tutti i genitori preoccupati in questo momento molto difficile per ognuno di noi.
In questo momento di emergenza, per i giovani e gli adolescenti, dover rimanere isolati in casa è diventata una vera e propria tortura. Soprattutto per chi era abituato a tanti impegni quotidiani, in compagnia dei coetanei. Tanti aspetti della vita sono cambiati all'improvviso e adattarsi alle novità non è sempre stato facile.
In questo momento di emergenza epidemiologica, in cui ci è stato chiesto di stare a casa, abbiamo perso le routine a cui eravamo abituati. Prima fra tutte per i nostri ragazzi è cambiata la scuola, il modo di studiare, e con la didattica a distanza è aumentato anche l'uso di strumenti tecnologici (smartphone, tablet, computer…).
Parliamo dell' uso che si fa dello smartphone.
Se lo si usa per seguire le lezioni online tenute dagli insegnanti, se ci si informa facendo attenzione alle fonti, se si utilizza per condividere momenti di crescita personale, si può dire che sia un uso sensato e ragionato, per esempio. Ma se si abusa dello strumento per ore e ore, se si passa da una cosa all'altra senza meditare su nulla, con un uso automatico e automatizzato direi, senza riuscire a staccarsene, senza riuscire a resistere dal guardare una notifica o altro, potrebbe trattarsi di una forma di dipendenza.
Uso il condizionale perché andrebbe analizzato caso per caso.
Come al solito, non si può generalizzare. Sta di fatto che un uso smodato delle nuove tecnologie attiva il circuito dopaminergico. Cioè, in parole povere, attiva un meccanismo per cui il guardare il cellulare non è mai abbastanza. Così, vengono meno quelle che sono le altre attività quotidiane, come mangiare, lavarsi, sistemare la propria stanza e le proprie cose, fare i propri compiti, ecc..
Ecco, se l'uso dello smartphone va a compromettere tutte queste attività sicuramente rischia di essere disfunzionale.
La stessa cosa si può dire per videogame e Tv in streaming?
La chiave di lettura deve essere sempre quella della responsabilità e della consapevolezza. Bisogna avere e darsi dei limiti, delle regole condivise che permettono a ciascuno, in famiglia, di svolgere il proprio ruolo. Concedendosi anche momenti di svago con il gaming e con lo streaming: sono utili a non pensare continuamente alla difficile situazione che stiamo vivendo.
Anche la videochiamata aiuta a condividere un po' di ciò che si vive in casa. Gli adolescenti usano parecchie app, Alcuni si ritrovano anche per fare aperitivi virtuali. Poi, ci sono i social, le chat e i gruppi di chat. Ciò può creare una sorta di dipendenza da notifica enfatizzata dal legame affettivo che si ha con questi amici. Fondamentale è mantenere questi rapporti e permettere l'uso delle chat, ma può essere utile stabilire alcune regole familiari: ad esempio, evitare di continuare le conversazioni di notte per non incorrere in disturbi del sonno, definire dei limiti ad esempio quando si studia e/o quando si mangia.
Cosa fare?
Quello che i genitori possono fare è accompagnare i propri figli in questo momento così difficile, costruendo nella comunicazione con loro momenti di ascolto, confronto e tolleranza e momenti in cui aiutarli in modo più fermo a non perdere completamente la bussola in termini di gestione del tempo e dello spazio (per esempio il rischio è che si scambi il giorno per la notte!).
Riorganizzarsi, strutturando una nuova quotidianità, dandosi dei compiti giornalieri.
Importante è anche riuscire a ricavare ciascuno i propri spazi e i propri tempi, in modo da poter gestire momenti di relazione con i familiari e momenti in solitudine, in cui dedicarsi a sé e alle proprie attività.
E' importante che i ragazzi capiscano che possono parlare con i propri genitori e la validazione può essere una abilità molto utile affinché questo avvenga. Validare significa accogliere quello che i ragazzi stanno provando in questi giorni senza manifestare il nostro accordo o meno, semplicemente ascoltando e riconoscendo verbalmente il loro dolore. Al "sono d'accordo" sostituiamo la parola "capisco". Validare significa rinforzare positivamente quanto provato dal ragazzo, dimostrandogli di averlo capito, senza giudicarlo nei contenuti o nella sua espressione. Tutto ciò ha un impatto positivo sui rapporti perché riduce l'intensità dei conflitti e delle emozioni negative. Esercitandoci a dire frasi come "vedo che sei in grande difficoltà", "Parliamone così che io possa capire", "E' del tutto normale provare queste emozioni, insieme faremo del nostro meglio rispetto a ciò che ci sta capitando" si potrà sperimentare come mettere in atto concretamente questa abilità. Non stupitevi però o non rimaneteci male se a voi preferiranno altre persone per trovare conforto: è una regola del gioco dell'adolescenza, non sono più i cuccioli di casa!
Una tabella riepilogativa delle principali reazioni che i ragazzi possono manifestare rispetto alla quarantena può aiutarvi a capire cosa è possibile fare per rispondere in modo adeguato a queste problematiche.
La tabella è stata tratta e tradotta dal sito americano The National Child Traumatic Stress Network. Dott.ssa Anna Rita Ungaro
Psicologa Psicoterapeuta
Via Borsellino 53 Cerignola Fg
Cell. 338 3807117
Studio Pediatrico Lillo –Randolfi
Corso aldo moro,57 Cerignola Fg
Telefono 0885-424516
A tal proposito, vorrei ringraziare lo studio pediatrico Lillo-Randolfi che, con molta sensibilità, ha colto l'importanza di queste problematiche e mi ha chiesto di fornire risposte e consigli a tutti i genitori preoccupati in questo momento molto difficile per ognuno di noi.
In questo momento di emergenza, per i giovani e gli adolescenti, dover rimanere isolati in casa è diventata una vera e propria tortura. Soprattutto per chi era abituato a tanti impegni quotidiani, in compagnia dei coetanei. Tanti aspetti della vita sono cambiati all'improvviso e adattarsi alle novità non è sempre stato facile.
In questo momento di emergenza epidemiologica, in cui ci è stato chiesto di stare a casa, abbiamo perso le routine a cui eravamo abituati. Prima fra tutte per i nostri ragazzi è cambiata la scuola, il modo di studiare, e con la didattica a distanza è aumentato anche l'uso di strumenti tecnologici (smartphone, tablet, computer…).
Parliamo dell' uso che si fa dello smartphone.
Se lo si usa per seguire le lezioni online tenute dagli insegnanti, se ci si informa facendo attenzione alle fonti, se si utilizza per condividere momenti di crescita personale, si può dire che sia un uso sensato e ragionato, per esempio. Ma se si abusa dello strumento per ore e ore, se si passa da una cosa all'altra senza meditare su nulla, con un uso automatico e automatizzato direi, senza riuscire a staccarsene, senza riuscire a resistere dal guardare una notifica o altro, potrebbe trattarsi di una forma di dipendenza.
Uso il condizionale perché andrebbe analizzato caso per caso.
Come al solito, non si può generalizzare. Sta di fatto che un uso smodato delle nuove tecnologie attiva il circuito dopaminergico. Cioè, in parole povere, attiva un meccanismo per cui il guardare il cellulare non è mai abbastanza. Così, vengono meno quelle che sono le altre attività quotidiane, come mangiare, lavarsi, sistemare la propria stanza e le proprie cose, fare i propri compiti, ecc..
Ecco, se l'uso dello smartphone va a compromettere tutte queste attività sicuramente rischia di essere disfunzionale.
La stessa cosa si può dire per videogame e Tv in streaming?
La chiave di lettura deve essere sempre quella della responsabilità e della consapevolezza. Bisogna avere e darsi dei limiti, delle regole condivise che permettono a ciascuno, in famiglia, di svolgere il proprio ruolo. Concedendosi anche momenti di svago con il gaming e con lo streaming: sono utili a non pensare continuamente alla difficile situazione che stiamo vivendo.
Anche la videochiamata aiuta a condividere un po' di ciò che si vive in casa. Gli adolescenti usano parecchie app, Alcuni si ritrovano anche per fare aperitivi virtuali. Poi, ci sono i social, le chat e i gruppi di chat. Ciò può creare una sorta di dipendenza da notifica enfatizzata dal legame affettivo che si ha con questi amici. Fondamentale è mantenere questi rapporti e permettere l'uso delle chat, ma può essere utile stabilire alcune regole familiari: ad esempio, evitare di continuare le conversazioni di notte per non incorrere in disturbi del sonno, definire dei limiti ad esempio quando si studia e/o quando si mangia.
Cosa fare?
Quello che i genitori possono fare è accompagnare i propri figli in questo momento così difficile, costruendo nella comunicazione con loro momenti di ascolto, confronto e tolleranza e momenti in cui aiutarli in modo più fermo a non perdere completamente la bussola in termini di gestione del tempo e dello spazio (per esempio il rischio è che si scambi il giorno per la notte!).
Riorganizzarsi, strutturando una nuova quotidianità, dandosi dei compiti giornalieri.
Importante è anche riuscire a ricavare ciascuno i propri spazi e i propri tempi, in modo da poter gestire momenti di relazione con i familiari e momenti in solitudine, in cui dedicarsi a sé e alle proprie attività.
Dare spazio a ciò che si prova: la validazione emotiva
Ansia, delusione, rabbia, tristezza, senso di impotenza, frustrazione sono i loro comuni denominatori. Davanti a questo scenario le parole chiave per i genitori sono empatia e sostegno.E' importante che i ragazzi capiscano che possono parlare con i propri genitori e la validazione può essere una abilità molto utile affinché questo avvenga. Validare significa accogliere quello che i ragazzi stanno provando in questi giorni senza manifestare il nostro accordo o meno, semplicemente ascoltando e riconoscendo verbalmente il loro dolore. Al "sono d'accordo" sostituiamo la parola "capisco". Validare significa rinforzare positivamente quanto provato dal ragazzo, dimostrandogli di averlo capito, senza giudicarlo nei contenuti o nella sua espressione. Tutto ciò ha un impatto positivo sui rapporti perché riduce l'intensità dei conflitti e delle emozioni negative. Esercitandoci a dire frasi come "vedo che sei in grande difficoltà", "Parliamone così che io possa capire", "E' del tutto normale provare queste emozioni, insieme faremo del nostro meglio rispetto a ciò che ci sta capitando" si potrà sperimentare come mettere in atto concretamente questa abilità. Non stupitevi però o non rimaneteci male se a voi preferiranno altre persone per trovare conforto: è una regola del gioco dell'adolescenza, non sono più i cuccioli di casa!
Una tabella riepilogativa delle principali reazioni che i ragazzi possono manifestare rispetto alla quarantena può aiutarvi a capire cosa è possibile fare per rispondere in modo adeguato a queste problematiche.
La tabella è stata tratta e tradotta dal sito americano The National Child Traumatic Stress Network. Dott.ssa Anna Rita Ungaro
Psicologa Psicoterapeuta
Via Borsellino 53 Cerignola Fg
Cell. 338 3807117
Studio Pediatrico Lillo –Randolfi
Corso aldo moro,57 Cerignola Fg
Telefono 0885-424516