Lettera di un lettore: L'Amministrazione Metta ha compiuto atti che meritano di restare nella storia.
Metta può essere simpatico o antipatico, ma la sua amministrazione - già oggi, a distanza di soli due anni dall’insediamento a Palazzo di Città – ha compiuto atti che meritano di restare nella storia di Cerignola e chi lo nega è un disonesto dalla coscienza sopita o “compitante”.
lunedì 30 ottobre 2017
9.52
iReport
Caro Direttore,
ricordo una volta di aver letto da qualche parte di un tizio che si interrogava su quale fosse l'origine del male. La prima risposta, forse la più ovvia, era quella per la quale la sua origine risiedesse nell'omicidio: dove, se non nella negazione stessa della vita, avrebbe potuto compiersi la sublimazione del male? La seconda individuava tale genesi nel furto: tutto sommato uccidere è rubare la vita; tradire è rubare la fiducia; mentire è rubare la verità.
Io sono certo invece che l'origine sia proprio nella menzogna, nella disonestà e in particolar modo nella disonestà intellettuale.
Ognuno di noi possiede una coscienza, più o meno vivace che essa sia, e questa ci parla e incoraggia certi comportamenti esattamente come ne avversa altri. Per poter compiere il male è necessario dialogarci, fronteggiarla dialetticamente con argomenti mendaci nel tentativo di convincerla, sopraffarla. Chiunque voglia compiere il male inevitabilmente deve mentire a sé stesso: la menzogna è un atto propedeutico al male.
E non c'è peggior forma di disonestà di quella intellettuale.
Da ragazzino la Villa comunale era chiusa, inaccessibile, e ricordo ancora con entusiasmo il giorno in cui venne riaperta: mi ci portarono i miei genitori e trascorsi una serata memorabile a giocare con le attrazioni che avevano realizzato. Tornai a casa sporco e sudato, come tutti i bambini felici. Ricordo la Villa comunale, la parte posteriore della Villa, e ricordo ancora quella sera di tanti anni fa, quando strappai il primo bacio della mia vita: mai stato più maldestro e impacciato. "Dietro la Villa" ci si nascondeva quando si faceva "filone" a scuola e di nascosto si fumavano le prime sigarette. Era inevitabile notare quella struttura sdraiata, con l'erbaccia che le cresceva tutta intorno, quasi come un ferito che troppo stanco si lascia andare piuttosto che continuare il cammino. Quell'arco lo abbiamo visto tutti, negli anni, sprofondare nel più triste oblio e lo abbiamo ignorato; ci siamo sottratti al suo sguardo e abbiamo mentito a noi stessi per convincerci che non fosse poi così importante che giacesse lì, con le scritte dei vandali.
Oggi l'Arco della Rimembranza è di nuovo in piedi al centro della Villa comunale e ci ricorda i caduti della Grande Guerra, ma anche cosa voglia dire essere orgogliosamente cerignolani e figli della nostra meravigliosa terra.
Lo stesso vale per il murale di Giuseppe Di Vittorio. In piazza della Repubblica lasciò il posto ad un orrendo buco. Un buco nell'intimo di ogni cittadino di Cerignola. Lo dico da giovane uomo di sinistra, lo dico da sindacalista e lo dico da cerignolano: sarò grato per tutta la vita a chi ha riportato il murale alla luce e sono certo che quando avrò la fortuna di vederlo dal vivo non riuscirò a trattenere la commozione.
Anche l'estate scorsa non sono riuscito a trattenermi e ho sentito il dovere di scrivere in favore di questa Amministrazione: delle sue politiche sociali, del suo impegno culturale, dell'impeto che essa dimostra nel rilanciare gli investimenti sul nostro territorio. Sapevo che sarei stato criticato e una sera risposi con comprensiva dolcezza a chi mi si avvicinò per sussurrarmi sorridendo che "avevo scritto una lettera di merda" e lo feci per un semplice motivo: tali toni e tanta pochezza mi confermarono di aver fatto bene e che avevo avuto ragione perché abbiamo il dovere di nutrire gratitudine verso chi fa qualcosa per noi.
Scriverne infatti è doveroso, perché questo presente e separato con una profondissima cesura dal nostro recente passato e noi dobbiamo avere l'onestà intellettuale di riconoscerlo e gridarlo.
L'informazione cittadina supera il più estremo senso del ridicolo e ogni notizia negativa viene incredibilmente deformata al fine di gettare un seme maligno di sospetto sull'amministrazione: se c'è una rapina è perché l'amministrazione non investe in sicurezza; se si sostituisce la dotazione dei nostri vigili urbani è perché il loro Comandante è pazzo ed è spinto da chissà quali loschi interessi; se c'è cattivo odore in città esso è frutto del meteorismo di qualche assessore.
E la stessa cosa vale per le notizie positive.
Mi ha sorpreso, in questi giorni, non rinvenire su alcune note testate on-line titoli del tipo: "Durante la notte ignoti benefattori hanno eretto l'ormai dimenticato Arco della Rimembranza: è caccia all'uomo"; oppure "Rinvenuta strana struttura aliena in Piazza della Libertà a Cerignola: si indaga su possibili legami tra Di Vittorio e i marziani".
Le opposizioni sono poi la dimostrazione di come la nostra politica locale sia speculare a quella nazionale: del centro sinistra non è necessario dire nulla, la situazione nella quale versa è evidente; il centro destra, invece, in questo momento è preso da un logorante interrogativo: "Il Presidente Emiliano è mettiano?".
Alla fine, però, ciò che resta è proprio ciò che resta e se questa Amministrazione voleva realizzare qualcosa di davvero indimenticabile c'è riuscita. Lo dico ancora una volta e sono sereno perché sono convinto che sia innegabile: Metta può essere simpatico o antipatico, ma la sua amministrazione - già oggi, a distanza di soli due anni dall'insediamento a Palazzo di Città – ha compiuto atti che meritano di restare nella storia di Cerignola e chi lo nega è un disonesto dalla coscienza sopita o "compitante".
E non so perché, ma sono certo che non sia finita qui.
Un caro saluto e viva la nostra Cerignola.
Savino Balzano
ricordo una volta di aver letto da qualche parte di un tizio che si interrogava su quale fosse l'origine del male. La prima risposta, forse la più ovvia, era quella per la quale la sua origine risiedesse nell'omicidio: dove, se non nella negazione stessa della vita, avrebbe potuto compiersi la sublimazione del male? La seconda individuava tale genesi nel furto: tutto sommato uccidere è rubare la vita; tradire è rubare la fiducia; mentire è rubare la verità.
Io sono certo invece che l'origine sia proprio nella menzogna, nella disonestà e in particolar modo nella disonestà intellettuale.
Ognuno di noi possiede una coscienza, più o meno vivace che essa sia, e questa ci parla e incoraggia certi comportamenti esattamente come ne avversa altri. Per poter compiere il male è necessario dialogarci, fronteggiarla dialetticamente con argomenti mendaci nel tentativo di convincerla, sopraffarla. Chiunque voglia compiere il male inevitabilmente deve mentire a sé stesso: la menzogna è un atto propedeutico al male.
E non c'è peggior forma di disonestà di quella intellettuale.
Da ragazzino la Villa comunale era chiusa, inaccessibile, e ricordo ancora con entusiasmo il giorno in cui venne riaperta: mi ci portarono i miei genitori e trascorsi una serata memorabile a giocare con le attrazioni che avevano realizzato. Tornai a casa sporco e sudato, come tutti i bambini felici. Ricordo la Villa comunale, la parte posteriore della Villa, e ricordo ancora quella sera di tanti anni fa, quando strappai il primo bacio della mia vita: mai stato più maldestro e impacciato. "Dietro la Villa" ci si nascondeva quando si faceva "filone" a scuola e di nascosto si fumavano le prime sigarette. Era inevitabile notare quella struttura sdraiata, con l'erbaccia che le cresceva tutta intorno, quasi come un ferito che troppo stanco si lascia andare piuttosto che continuare il cammino. Quell'arco lo abbiamo visto tutti, negli anni, sprofondare nel più triste oblio e lo abbiamo ignorato; ci siamo sottratti al suo sguardo e abbiamo mentito a noi stessi per convincerci che non fosse poi così importante che giacesse lì, con le scritte dei vandali.
Oggi l'Arco della Rimembranza è di nuovo in piedi al centro della Villa comunale e ci ricorda i caduti della Grande Guerra, ma anche cosa voglia dire essere orgogliosamente cerignolani e figli della nostra meravigliosa terra.
Lo stesso vale per il murale di Giuseppe Di Vittorio. In piazza della Repubblica lasciò il posto ad un orrendo buco. Un buco nell'intimo di ogni cittadino di Cerignola. Lo dico da giovane uomo di sinistra, lo dico da sindacalista e lo dico da cerignolano: sarò grato per tutta la vita a chi ha riportato il murale alla luce e sono certo che quando avrò la fortuna di vederlo dal vivo non riuscirò a trattenere la commozione.
Anche l'estate scorsa non sono riuscito a trattenermi e ho sentito il dovere di scrivere in favore di questa Amministrazione: delle sue politiche sociali, del suo impegno culturale, dell'impeto che essa dimostra nel rilanciare gli investimenti sul nostro territorio. Sapevo che sarei stato criticato e una sera risposi con comprensiva dolcezza a chi mi si avvicinò per sussurrarmi sorridendo che "avevo scritto una lettera di merda" e lo feci per un semplice motivo: tali toni e tanta pochezza mi confermarono di aver fatto bene e che avevo avuto ragione perché abbiamo il dovere di nutrire gratitudine verso chi fa qualcosa per noi.
Scriverne infatti è doveroso, perché questo presente e separato con una profondissima cesura dal nostro recente passato e noi dobbiamo avere l'onestà intellettuale di riconoscerlo e gridarlo.
L'informazione cittadina supera il più estremo senso del ridicolo e ogni notizia negativa viene incredibilmente deformata al fine di gettare un seme maligno di sospetto sull'amministrazione: se c'è una rapina è perché l'amministrazione non investe in sicurezza; se si sostituisce la dotazione dei nostri vigili urbani è perché il loro Comandante è pazzo ed è spinto da chissà quali loschi interessi; se c'è cattivo odore in città esso è frutto del meteorismo di qualche assessore.
E la stessa cosa vale per le notizie positive.
Mi ha sorpreso, in questi giorni, non rinvenire su alcune note testate on-line titoli del tipo: "Durante la notte ignoti benefattori hanno eretto l'ormai dimenticato Arco della Rimembranza: è caccia all'uomo"; oppure "Rinvenuta strana struttura aliena in Piazza della Libertà a Cerignola: si indaga su possibili legami tra Di Vittorio e i marziani".
Le opposizioni sono poi la dimostrazione di come la nostra politica locale sia speculare a quella nazionale: del centro sinistra non è necessario dire nulla, la situazione nella quale versa è evidente; il centro destra, invece, in questo momento è preso da un logorante interrogativo: "Il Presidente Emiliano è mettiano?".
Alla fine, però, ciò che resta è proprio ciò che resta e se questa Amministrazione voleva realizzare qualcosa di davvero indimenticabile c'è riuscita. Lo dico ancora una volta e sono sereno perché sono convinto che sia innegabile: Metta può essere simpatico o antipatico, ma la sua amministrazione - già oggi, a distanza di soli due anni dall'insediamento a Palazzo di Città – ha compiuto atti che meritano di restare nella storia di Cerignola e chi lo nega è un disonesto dalla coscienza sopita o "compitante".
E non so perché, ma sono certo che non sia finita qui.
Un caro saluto e viva la nostra Cerignola.
Savino Balzano