"Caro sindaco Governare i cerignolani non è impossibile è inutile"
"Stima e riconoscenza per il coraggio e l'abnegazione al lavoro a Franco Sinisi, direttore dell'ufficio anagrafe e vittima del feroce atto di violenza"
sabato 6 agosto 2016
9.59
iReport
"Post triste: ieri ero in fila all'anagrafe. Alle 12,30, orario di chiusura, un impiegato chiude la porta. Restiamo in quattro. Dopo 20 minuti una coppia, più o meno 30 anni ognuno lui alto massiccio e pelato lei minuta bionda tinta e truccata tutti e due vestiti casual, bussano dicendo che li manda la polizia, io chiedo al funzionario di sportello se posso aprire la porta e lui acconsente. I due mi scambiano per un impiegato e domandano di poter fare la carta d'identità per la figlia, ci metto un po' a fargli capire che sono un utente, così si avvicinano al banco e con prepotenza avanzano ai tre che eravamo in fila.
A quel punto gli dico che va bene fuori orario ma che passino avanti no. Lui bofonchia non so che e mi lascia spazio. Mentre faccio l'operazione con l'impiegato lui ribadisce la richiesta e il funzionario risponde che è necessaria la presenza della bambina per obbligo di legge. A quel punto ne nasce un battibecco: il funzionario con una calma che non so dove la pescava insisteva per fargli capire che non dipendeva da lui l'impossibilità di esaudire la richiesta e il tipo che alzava sempre di più la voce (in dialetto stretto) "la criatur ste a cais, tein la frev, si vu vin tuie", l'impiegato con la santa pazienza rispondeva che era la legge ad impedire di poter recarsi a casa e che se proprio era impossibile portare la bimba doveva recarsi ai servizi sociali che avrebbero provveduto. A quel punto la moglie del tipo che nel frattempo brontolava sempre in dialetto alza anche lei la voce e intima al marito "meeeh fall na facc d schaff a stu stupd". Un grido di guerra. Quasi che quell'invito sciolga le briglie, il tipo inizia ad urlare e con un pugno rompe il vetro che separa il pubblico dagli impiegati. Per fortuna che la lastra si crepa ma non va in frantumi, altrimenti il malcapitato impiegato si sarebbe ferito non poco. A quel punto, approfittando dell'ira che accecava il tipo corro dai vigili urbani accanto e gli chiedo di intervenire. Prontamente la vigile Raddato e il piantone si recano all'anagrafe mentre i due figuri vista la piega della situazione se la davano a gambe.
Scambio di informazioni tra i presenti, sospiri di rassegnazione, umore sotto i tacchi, espressioni di solidarietà per gli impiegati e il funzionario che mi fa "beh natà che ti serve?", "Frà se vuoi passo domani", faccio io, e lui "ma no tanto è tutti i giorni così".
Caro sindaco, purtroppo come recita quel vecchio adagio attribuito prima a Giolitti e poi a Mussolini sugli italiani, Governare i cerignolani non è impossibile è inutile.
Ah, un abbraccio di stima e riconoscenza per il coraggio e l'abnegazione al lavoro a Franco Sinisi, direttore dell'ufficio anagrafe e vittima del feroce atto di violenza."
Natale Labia
tratto dal gruppo Facebook
WE WANT TO BELIEVE IN CERIGNOLA...AND YOU??